Dossier

Le guerre etniche

Negli ultimi anni si è sentito parlare spesso di conflitti etnici; anche l'Europa alla fine del Novecento ne ha visto scoppiare uno nei Balcani tra serbi, croati e bosniaci. Una delle regioni del mondo più colpite dal fenomeno delle guerre etniche nella seconda metà del Novecento è stata però l'Africa Centrale: se proviamo a scorrere l'elenco dei Paesi compresi in guest'area, scopriamo che la maggioranza ne è stata teatro o continua a esserlo.
E proprio la tormentata storia di questo continente può forse fornire qualche risposta alla domanda: che cos'è una guerra etnica? L'Africa ha conosciuto fin da tempi remoti importanti movimenti migratori, e a ognuno di questi si sono accompagnati conflitti più o meno violenti. Ad approfondire il solco tra le varie etnie (cioè quei gruppi umani accomunati da una lingua, da una cultura, dall'uso di un territorio) è stato il colonialismo europeo, che ha avvantaggiato alcuni gruppi a scapito di altri. In seguito, nei fragili Stati sorti dalla decolonizzazione, le divisioni etniche (e religiose) sono state appoggiate dalle stesse classi dirigenti africane, spesso avide e corrotte, o incapaci di assicurare una più equa distribuzione delle risorse e un buon funzionamento dell'amministrazione pubblica; sono state inoltre alimentate anche mire internazionali sulle grandi risorse della regione. Così l'etnia è stata spesso usata come "paravento" per celare le ragioni economiche di sanguinosi conflitti. Come spesso accade, sono stati i più indifesi a pagarne le conseguenze: intere popolazioni hanno dovuto lasciare la propria terra ed emigrare nei Paesi vicini, trovando rifugio in campi allestiti da organizzazioni internazionali e associazioni umanitarie. Uno dei più terribili conflitti etnici si consumò in Ruanda nel 1994, quando le milizie estremiste degli hutu massacrarono un milione di tutsi. Dietro la maschera del conflitto etnico si nasconde spesso anche la sete di potere di individui senza scrupoli, i cosiddetti "signori della guerra", che radunano attorno a sé bande armate pronte a commettere ogni atrocità, come il massacro di civili innocenti o la riduzione in schiavitù di bambini, trasformati poi in soldati. Uno dei più pericolosi gruppi di questo genere è l'Esercito di Resistenza del Signore, fondato nel 1987, che opera al confine tra l'Uganda e il Sudan. Fondatore e capo del gruppo è Joseph Kony (nella foto, l'uomo vestito di bianco), che comanda i propri uomini con il pugno di ferro sfruttando un curioso miscuglio di estremismo ideologico, fanatismo religioso e carisma personale. Kony è tra gli individui più ricercati dalla Corte Penale Internazionale, che ha spiccato contro di lui un mandato di cattura per ben 33 capi di imputazione, divisi tra crimini di guerra e crimini contro l'umanità: strage, riduzione in schiavitù, rapimento e sfruttamento di bambini.

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Geo Touring - volume 3
Geo Touring - volume 3
Gli Stati del mondo