Dossier

La “Grande Muraglia” della censura cinese

La Cina ha vissuto negli ultimi anni uno straordinario periodo di crescita, che ha modificato profondamente lo stile di vita di una parte della sua popolazione. In particolare, un numero sempre maggiore di cinesi ha accesso a nuove tecnologie e nuovi mezzi di comunicazione: i telefoni cellulari sono diventati una vera moda, e chiunque può collegarsi a Internet dagli innumerevoli Internet café. Se da una parte il Governo non può che incoraggiare questa "rivoluzione tecnologica" per le ricadute positive sull'economia del Paese, dall'altra essa pone alle autorità numerosi problemi dal punto di vista del controllo delle informazioni e della repressione del dissenso politico. Non bisogna infatti dimenticare che, se è vero che negli ultimi decenni il Governo cinese ha favorito una politica economica improntata alla libertà d'impresa, in molti altri campi la Cina rimane un Paese soggetto a un regime autoritario, dove la libertà personale dei cittadini è fortemente limitata e le loro opinioni vengono controllate perché non contrastino con i dettami imposti dal Partito Comunista Cinese.
Tra i molti temi "proibiti" figurano i diritti umani, il movimento spirituale Falun Gong (che contava milioni di aderenti in Cina ed è stato dichiarato fuorilegge nel 1999 con l'accusa di essere un gruppo sovversivo) e in generale ogni discussione su possibili riforme politiche o sull'introduzione della democrazia in Cina.
Un argomento particolarmente delicato è quello delle proteste e delle lotte indipendentiste contro il regime cinese che si verificano in alcune regioni periferiche del Paese, come il Tibet e la regione occidentale dello Xinjiang. Ma come fa il Governo a esercitare un controllo così capillare? Sembra infatti impossibile tenere sotto sorveglianza comunicazioni di tipo decentrato come le chiamate da cellulare o le sessioni di navigazione in Internet. Eppure le autorità cinesi ci sono riuscite, realizzando quella che è stata chiamata "Grande Muraglia Digitale": un sofisticato sistema di filtraggio informatico che blocca ogni comunicazione contenente parole-chiave elencate in una lunghissima lista di termini "proibiti". Se ci si trova in Cina, è impossibile rintracciare questi termini su Internet tramite un motore di ricerca, oppure pubblicare un testo che li contiene in un blog, o ancora scrivere messaggi di chat o di posta con quei termini. Ogni telefonata o e-mail può essere ascoltata o letta dalla polizia politica, che può intervenire in ogni momento. Negli ultimi anni la comunità internazionale ha cominciato a fare pressioni sul Governo cinese perché allenti la censura. Un forte segnale in tal senso è stato il conferimento del premio Nobel per la Pace nel 2010 all'attivista per i diritti umani Liu Xiaobo, arrestato nel 2009 per aver espresso pacificamente la necessità di riforme democratiche in Cina.

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Geo Touring - volume 3
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