Dossier

Il Caucaso, mosaico di popoli

Da millenni il Caucaso è un ponte geografico tra Europa e Asia; in questa regione inoltre si sono susseguite colonizzazioni e dominazioni: la conseguenza è ancora oggi uno straordinario mosaico etnico e linguistico. Georgiani, armeni, daghestani, circassi, abkhasi, osseti, azeri, balcari, caraciai, ingusceti, àvari, curdi, tartari, rom: sono solo alcuni dei popoli che abitano in guest'area. La frammentarietà etnica è ben rappresentata dal fatto che nell'area caucasica, complessivamente più estesa dell'Italia, si registra una delle più alte concentrazioni di lingue al mondo (nella foto, l'armeno con il suo particolare alfabeto di 38 lettere).
L'enorme differenziazione dei popoli e delle culture è dovuta anche al territorio, montuoso ed estremamente impervio, che confina gli insediamenti umani in strette valli, separate le une dalle altre. La vetta più elevata del Caucaso tocca i 5642 metri: si tratta dell'Elbrus, un vulcano spento alla cui sommità si trovano due crateri.
Cercando di semplificare, si può dire che l'area settentrionale della regione, detta Ciscaucasia (dove ora si trovano le Repubbliche russe, tra cui la Cecenia, l'Ossezia settentrionale e il Daghestan), ha subito l'influenza turco-mongola e persiana e ha conosciuto una diffusa islamizzazione, prima di entrare poi nell'orbita politica e culturale dell'Unione Sovietica. A sud, la Transcaucasia, con gli Stati autonomi di Georgia, Armenia e Azerbaigian, ha avuto invece intense relazioni con il mondo greco-romano e quello bizantino; per questo ha conservato la religione cristiana ortodossa, nonostante la lunga dominazione islamica prima e il processo di ateizzazione imposto dal regime comunista poi.
Il Caucaso è oggi considerato una vera e propria "polveriera" pronta a esplodere: la frammentazione etnica e religiosa, unita alle pesanti ingerenze nella regione da parte di potenze quali la Russia e l'Iran, ha avuto come conseguenza l'acuirsi delle tensioni regionali. A destare preoccupazione sono per esempio le aspirazioni indipendentiste della repubblica russa del Daghestan, dove è attivo un movimento fondamentalista islamico accusato di terrorismo, il cui obiettivo è unire tutti popoli musulmani della regione in uno Stato religioso islamico. L'instabilità di questa zona può avere enormi conseguenze anche sul piano economico: alcune aziende petrolifere europee e americane, tra cui l'italiana ENI, hanno infatti completato nel 2006 la costruzione di un oleodotto che trasporta in Europa il petrolio estratto da ricchi giacimenti scoperti in Azerbaigian, e che passa attraverso il Caucaso "tagliando fuori" dal suo percorso Iran e Federazione Russa. Ovviamente la possibilità di scontri nella regione allarma notevolmente l'Europa, che potrebbe vedere interrotta una delle sue più importanti linee di rifornimento energetico.

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Geo Touring - volume 3
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Gli Stati del mondo