ASIA CENTRALE: ZOOM SU UN PAESE

Afghanistan



L'Afghanistan, privo di sbocchi sul mare, è collocato in posizione strategica nel cuore del continente. Confina a nord con il Turkmenistan, Uzbekistan, il Tagikistan, a nord-est con la Cina, a est e a sud con il Pakistan, a ovest con l'lran. Nel groviglio di catene montuose che lo occupano, si aprono valli, gole e passi che consentono il transito fra Oriente e Occidente.

IL TERRITORIO E L'AMBIENTE

Importanti valichi fra alte montagne

Il Paese è in prevalenza montuoso: oltre l'80% del territorio è situato a un'altitudine superiore ai 600 m. Si tratta di un insieme di altopiani e di sistemi montuosi dominato dalla catena dell'Hindukush, che si allunga per un migliaio di chilometri fino al nodo montuoso del Pamir, nell'Himalaya. La vetta più alta è il Nowshak (7485 m), all'estremo confine nord-est con il Pakistan. Più a sud, il Passo Khaybar (1070 m) è il miglior collegamento con il Pakistan, mentre al centro del Paese il passo dello Shibar, molto più elevato (2987 m), collega Kabul alle regioni del Nord.

RICONOSCI

Localizza nella cartina la strada del Passo Khaybar: da Kabul verso quale direzione procede?



Il Passo Khaybar (Khaybar Pass), valico tra Afghanistan e Pakistan.

Altopiani, zone pianeggianti e corsi d'acqua

I rilievi digradano verso sud e sud-est lasciando il posto ad altopiani desertici e depressioni saline, e verso nordovest, dove si estende l'area pianeggiante della Battriana, attraversata dal fiume Amudar'ja. Altri fiumi come l'Helmand (1400 km) e l'Hari (1230 km) si perdono impaludandosi nei bacini desertici; solo le acque del Kabul (700 km), che arriva a confluire nell'Indo, giungono fino al mare.

II degrado dell'ambiente e il problema delle mine

Decenni di continue guerre e occupazioni hanno aggravato per l'Afghanistan il problema del degrado ambientale. Lo spostamento e la fuga di milioni di persone hanno causato l'abbandono e una parziale desertificazione di gran parte del poco suolo coltivabile. Il fabbisogno di legna da ardere ha accelerato il processo di deforestazione e di conseguenza la riduzione della fauna selvatica. La povertà e la preoccupazione per la sopravvivenza quotidiana hanno impedito di compiere i passi necessari per compensare questi fenomeni. In più, ogni intervento deve ora tenere conto dei milioni di mine antiuomo che giacciono inesplose nelle campagne dai tempi della guerra contro l'occupazione sovietica.

PUNTO AMBIENTE

La fauna afghana presenta una biodiversità molto ricca: le zone impervie montane e le distese aride della steppa hanno infatti preservato specie che altrove si sono estinte.
Tipiche degli altopiani stepposi, oltre a cammelli, dromedari e cavalli, sono la gazzella e l'aquila della steppa; nelle valli montane e sulle vette vivono, oltre a un notevole numero di volpi, linci, stambecchi e lupi, varie specie di orsi e di grandi felini, come la tigre, la pantera, il leopardo delle nevi (nella foto). Molto caratteristico è infine il levriero afghano, cane dall'aspetto elegante e slanciato molto apprezzato anche dagli appassionati cinofili europei.



LA POPOLAZIONE

Intorno al 2012, secondo una stima piuttosto approssimativa l'Afghanistan contava circa 30 milioni di abitanti. È impossibile essere più precisi poiché l'ultimo censimento ufficiale risale al 1979 e, nel frattempo, decenni di guerre hanno provocato la fuga e l'esilio di parecchi milioni di afghani, solo parzialmente compensati da rientri avvenuti nei brevi periodi di relativa pace.

Ordinamento dello Stato

Travagliatissime in Afghanistan le vicende politiche dell'ultimo secolo: protettorato britannico, divenne indipendente nel 1919 e nel 1933 raggiunse una certa Stabilità politica e istituzionale sotto il regno di Zahir Shah. Nel 1973 venne deposto il sovrano e fu proclamata la repubblica, ma nel 1978 un colpo di Stato instaurò un regime comunista appoggiato dall'esercito sovietico, che suscitò una lunghissima resistenza interna. Ritiratisi i sovietici nel 1989, dopo un periodo di conflitti interni (anche su base etnica), nel 1996 presero il potere i talebani, un movimento politico e militare che diede vita a uno Stato teocratico, cioè fondato sulla legge religiosa.
Nel 2001, su mandato dell'ONU, l'Afghanistan fu attaccato dall'esercito statunitense e dagli alleati della NATO decisi ad abbattere il regime talebano, accusato di diffondere il terrorismo islamico e di nascondere il capo dei terroristi di al-Qaida, Osama Bin Laden, il quale è stato individuato e ucciso nel corso di un raid di un commando statunitense nel vicino Pakistan nel 2011.
Nel 2005 si sono svolte elezioni parlamentari e provinciali che hanno dato vita alla nuova forma istituzionale, una repubblica islamica presidenziale, in cui però si garantisce libertà di culto a ogni religione. Il Presidente, capo del Governo, resta in carica cinque anni; il Parlamento, bicamerale, è eletto a suffragio universale. Nell'attuale ordinamento il potere giudiziario viene ancora ampiamente esercitato dai Consigli degli anziani (Jirga), che applicano la legge in osservanza di antiche tradizioni tribali.
La situazione interna è tuttora molto instabile, nonostante il permanere sul territorio di una missione militare di controllo e di sostegno alla nuova repubblica affidata alla NATO: i talebani continuano ad avere un parziale controllo del territorio, soprattutto nelle province più periferiche e difficilmente accessibili. Un parziale ritiro delle truppe statunitensi e NATO dal Paese è previsto solo a partire dal 2014.

UN POPOLO GUERRIERO

Gli afghani, un popolo tradizionalmente guerriero, in passato hanno combattuto contro gli inglesi e contro i sovietici; anche oggi, nonostante l'istituzione di una repubblica costituzionale, a controllare gran parte del Paese sono i cosiddetti "signori della guerra", a capo di estesi clan e comunità tribali, che combattono contro i contingenti militari occidentali, visti come truppe di occupazione. Ma anche nei periodi in cui non c'è un nemico esterno da combattere sono frequenti le lotte di potere interne. Infatti un proverbio locale dice: "lo contro mio fratello; io e mio fratello contro i nostri cugini; noi e i nostri cugini contro il nemico". Nella foto, Massoud, che fu capo di un fronte rivoluzionario contro i talebani.


CONFRONTA

I dati socio-demografici



Afghanistan
Italia
Tasso natalità
46‰
9,3‰
Tasso mortalità
19‰ 9,7‰
Incremento naturale
27‰
0,1‰
Tasso mortalità infantile*
134‰
3‰
Speranza di vita (M/F)
45/45
78/84
Analfabetismo
71,9%
1,1%
 * entro un anno di vita
 
Come puoi notare, la percentuale di analfabeti in Afghanistan è altissima. Secondo te il basso tasso di urbanizzazione del Paese influenza questo dato? Perché?

Il Paese meno urbanizzato

La millenaria tradizione delle tribù nomadi, che in parte ancora perdura, ha fatto sì che l'Afghanistan registri uno dei più bassi tassi di urbanizzazione del mondo (23% circa, contro il 68% dell'Italia).
C'è una sola grande città, la capitale Kabul, con oltre 2 milioni di abitanti (4 milioni nell'area metropolitana). La seconda città del Paese, Qandahar (Kandahar), ne conta 500.000, e solo cinque altri centri superano i 200.000 abitanti: i restanti capoluoghi di regione sono per dimensione piccole cittadine.
Oltre tre quarti della popolazione sono distribuiti in insediamenti sparsi di piccole o minime dimensioni. Anche per questo motivo da sempre il Paese è diffìcilmente controllabile dal Governo centrale, la cui autorità quasi mai si è estesa oltre l'area della capitale.

L'ECONOMIA

Non è facile valutare il potenziale economico di un Paese come l'Afghanistan. Le risorse infatti non sono poche, ma i danni arrecati da decenni di guerra, dai bombardamenti sovietici prima e degli eserciti occidentali poi, con l'intervallo di una guerra civile e della distruttiva dittatura degli integralisti islamici talebani, hanno ridotto il Paese in condizioni economiche e di vita fra le peggiori al mondo. L'Afghanistan figura infatti all'ultimo posto in molte graduatorie internazionali. Basti pensare che il reddito prò capite dei suoi abitanti è circa trenta volte inferiore a quello italiano e che la durata media della vita è circa due terzi di quella italiana. Fortunatamente il Paese riceve consistenti aiuti internazionali, pari al 40% circa del Prodotto Interno Lordo, e da qualche anno l'andamento della sua economia dà qualche segno di ripresa.

Tutti nel settore primario, ma con scarse rese

Si calcola che oltre due terzi della popolazione attiva siano impiegati nel settore primario, che contribuisce solo per circa un terzo alla formazione del prodotto interno. Questa contraddizione si spiega con il fatto che le attività agricole sono svolte perlopiù in diffìcili condizioni, con strumenti arretrati e scarsità di acqua. Le produzioni agricole, non sempre sufficienti a soddisfare il fabbisogno alimentare locale, vedono ai primi posti frumento e altri cereali, patate, frutta e cotone (senza considerare la coltivazione del papavero da oppio, illegale ma economicamente preponderante: vedi box qui sopra). L'allevamento di ovini, caprini e bovini, comprese le pregiate pecore karakul, fornisce latte, carne e lana.
Dal sottosuolo si ricavano petrolio, gas naturale, alcuni minerali metalliferi; è attiva inoltre qualche miniera di diamanti. Un rapporto del 2010 ha rivelato che il Paese possiede enormi riserve minerarie non sfruttate, in particolare di rame, ferro, litio e pietre preziose come rubini e smeraldi: una speranza per il futuro.

La maggior fonte di ricchezza: l'oppio

La vera fonte di ricchezza dell'economia afghana, di cui spesso non si parla, è la coltivazione del papavero da oppio, ufficialmente illegale in guanto materia prima per la produzione di eroina. Con oltre 6000 tonnellate l'anno, il papavero da oppio afghano copre più dell'80% dell'intera produzione mondiale. Secondo una stima del-l'ONU, questa attività economica vale un terzo del Prodotto Interno Lordo del Paese. Si ritiene che la coltivazione del papavero, la protezione dei campi, l'estrazione dell'oppio, la sua trasformazione in eroina, il trasporto della droga e le altre attività collegate, comprese forme di corruzione a tutti i livelli, possano interessare direttamente o indirettamente oltre 2 milioni di afghani. Negli ultimi anni il Governo centrale, la NATO e l'ONU stanno promuovendo una campagna di riconversione agricola per scoraggiare la coltivazione dell'oppio in diverse province, offrendo incentivi agli agricoltori che abbandono l'oppio in favore di altre colture legali, come i cereali.



Bloccata l'industria, modesto l'artigianato

Le attività industriali hanno preso impulso nel periodo dell'occupazione sovietica, con un primo sviluppo di impianti tessili, di zuccherifìci, cementifìci, fabbriche di scarpe e di beni di prima necessità. L'intero settore è entrato in crisi in seguito al ritiro dei russi, al venir meno degli aiuti e alle nuove guerre.
Fra le attività artigianali hanno una certa importanza la fabbricazione di tappeti e l'oreficeria.

LEGGI il GRAFICO

Il settore primario contribuisce per circa un terzo all'economia del Paese. Se consideri però che impiega oltre due terzi della popolazione, il risultato appare scarso. Sai spiegare perché?


COMPOSIZIONE DEL PIL


Geo Touring - volume 3
Geo Touring - volume 3
Gli Stati del mondo