La particolarità e la spettacolarità di questo ambiente ispirarono, nei tempi passati, molte leggende che cercavano di spiegarne fantasiosamente la formazione: c'era chi sosteneva che fossero il monumentale lascito di una civiltà scomparsa e chi li considerava opera di qualche gigante della tradizione mitologica locale...
Solo nel 1771 uno studioso francese spiegò il fenomeno come conseguenza di un'eruzione vulcanica avvenuta 60 milioni di anni fa. La lava risalì attraverso spaccature presenti nel sottostante basamento calcareo e, raffreddandosi velocemente a contatto con l'acqua, formò gli enormi blocchi. Le fessure sono ancora oggi riconoscibili nelle bande più scure; l'erosione degli agenti atmosferici è invece responsabile delle striature rosse e delle formazioni circolari sulla parte superiore delle pietre.
La vita tra il basalto
La vita è riuscita a insediarsi anche tra queste rocce apparentemente poco ospitali. La scogliera è il regno di cormorani, fulmari, gazze marine, urie; piccoli passeri giocano a rimpiattino con le onde, mentre esplorano la sabbia della battigia. Anche le piante sono ben rappresentate, e comprendono specie come la festuca marina, l'asplenio e la scilla marina. Della tutela di un ecosistema così eccezionale si è fatta carico l'UNESCO che, nel 1986, ha inserito il Giant's Causeway tra i Patrimoni dell'Umanità, riconoscendone il valore geologico e l'interesse per lo studio dei fenomeni vulcanici e delle scienze della Terra.