L’erosione modella i rilievi
C’è un altro processo che contribuisce a modificare l’aspetto
delle montagne, ma con effetti opposti: si tratta
dell’erosione, cioè del lento sgretolarsi della roccia causato
dall’azione dei corsi d’acqua, dei ghiacciai e degli
agenti atmosferici.
I torrenti e i fiumi erodono in profondità il terreno e le
rocce su cui scorrono e danno origine a valli dalla caratteristica forma a V, con fondo molto stretto e versanti ripidi.
I ghiacciai invece “schiacciano” il terreno con il loro peso
e scivolano lentamente verso il basso frantumando le
rocce che incontrano, fino a scavare in tempi lunghissimi
intere valli dalla caratteristica forma a U, con il fondo
piatto e i versanti ampi e arrotondati.
Gli agenti atmosferici responsabili dell’erosione delle
montagne sono soprattutto il vento, la pioggia e le variazioni
di temperatura. Il vento solleva piccoli frammenti
detritici (sabbia e pietrisco) con cui colpisce la roccia, levigandola
e consumandola. L’acqua piovana, scorrendo,
scioglie più o meno lentamente i minerali di cui sono costituite
le rocce. Inoltre si infiltra nelle spaccature aperte
nella roccia dagli sbalzi di temperatura tra giorno e notte;
quando il termometro scende sotto lo zero, l’acqua
ghiaccia, aumentando di volume, e allarga le crepe fino
a causare il distacco di massi che rotolano verso valle. Se
a staccarsi sono grandi quantità di materiali, si verificano
vere e proprie frane (vedi Atlante alle pagine 14-15),
che possono causare improvvisi e violenti mutamenti del
profilo dei rilievi.
Gli effetti dell’erosione dipendono anche dal tipo di roccia di cui è costituita la montagna. Ci sono rocce molto
friabili, come quelle calcaree, che si sciolgono con relativa
rapidità; altre, come il granito, più dure e resistenti.