In Europa si parlano decine di lingue diverse e alcune centinaia di varietà dialettali che testimoniano le complesse vicende storiche dei molti popoli che hanno abitato e che abitano oggi il nostro continente. Osservando la carta, puoi vedere però che la maggioranza delle lingue europee deriva da una radice comune, cioè dalla lingua dei popoli indoeuropei che intorno al 2000 a.C. migrarono dalle steppe dell’Asia stabilendosi in parte nella valle dell’Indo e in parte nell’Europa Meridionale e Occidentale. Le lingue indoeuropee hanno in comune una grande quantità di parole, di strutture, di modi di organizzare il discorso: in sostanza, gli europei condividono una base linguistica comune, a partire dalla quale hanno poi sviluppato le diverse lingue e i dialetti.
All’interno della famiglia delle lingue indoeuropee si distinguono tre gruppi linguistici principali: le lingue neolatine, le lingue germaniche e quelle slave.
In Europa si parlano però anche lingue (forse più antiche) che non appartengono al ceppo indoeuropeo: il basco nel Nord della Spagna, il turco, parlato in alcune aree dell’Europa Orientale, e le lingue uraliche, costituite dal finlandese, dall’estone e dall’ungherese, che insieme appartengono al gruppo ugro-finnico, e dal samoiedo, parlato in alcune regioni della Russia Settentrionale.