Il clima

CONOSCERE

Il clima

I geografi ricorrono al concetto di clima per riassumere le condizioni meteorologiche che si verificano e si ripetono in un determinato luogo nel corso del tempo: il clima rappresenta infatti una sorta di media del “tempo che fa” di quel luogo.

Vento e nuvole: due protagonisti del tempo meteorologico.

TEMPO E CLIMA

Per descrivere il clima di una regione si devono prendere in considerazione gli stessi elementi che determinano il tempo meteorologico: la temperatura, le precipitazioni, l’umidità e i venti.

Osservando per un periodo di tempo abbastanza lungo (molti anni) come cambiano questi fenomeni nel corso delle stagioni è possibile ricavare dei valori medi che sono tipici di quella regione: ogni anno un dato mese sarà il più caldo, una stagione la più umida, un periodo il più ventoso; e ogni anno sarà simile il totale delle piogge cadute o il numero dei giorni di sole.

Temperatura, precipitazioni, umidità e venti sono quindi gli elementi che ci permettono di descrivere non solo “che tempo fa” in un determinato momento (“oggi piove”), ma anche il clima che caratterizza periodi di tempo più ampi e territori più estesi (“una regione con estati umide”).

Come si formano le nuvole e i venti?

Tutti i fenomeni meteorologici, come il vento, la pioggia e la neve, si verificano nell’atmosfera, cioè nell’involucro d’aria che avvolge il nostro pianeta, e più precisamente nella fascia più vicina alla Terra, la troposfera, che arriva in media fino a 10-12 chilometri dal suolo (vedi a pagina 13 dell’Atlante). È qui che si formano i venti e le nuvole, soprattutto in conseguenza del riscaldamento da parte del Sole dell’aria, della superficie terrestre e dell’acqua di oceani, mari e laghi.

Terra, acqua e aria si comportano infatti in modo diverso: la terra, solida, si riscalda velocemente e altrettanto velocemente rilascia il calore; l’acqua, liquida, accumula lentamente il calore e lo disperde in modo graduale; inoltre, quando viene riscaldata, cede umidità all’aria tramite il processo di evaporazione (una certa quantità d’acqua si trasforma cioè in vapore acqueo). Ma anche l’aria con il calore subisce una trasformazione: diventa più leggera! Anche l’aria infatti ha un peso (pensa a quanta aria può contenere l’atmosfera e quindi a quanti chilometri d’aria “pesano” sulla nostra testa): pesa di meno se è più calda, perché con il calore si espande e diventa meno densa, mentre pesa di più se è più fredda, perché si comprime, diventando “più compatta”.

È proprio l’interazione tra masse solide, liquide e gassose che hanno accumulato quantità di calore diverse a originare i fenomeni atmosferici. L’acqua del mare, infatti, scaldata dal Sole, trasmette calore e umidità all’aria soprastante, che diventando più leggera tende a salire, incontrando via via temperature più basse; poi, il vapore acqueo, raffreddandosi, si condensa trasformandosi in minuscole goccioline d’acqua che formano le nuvole. Queste si muovono verso la terraferma portate dai venti, e quando incontrano masse d’aria di temperatura diversa danno luogo alle precipitazioni: se le goccioline da cui sono composte si aggregano in gocce più grandi provocano la pioggia, se invece ghiacciano formano la neve e la grandine (vedi anche alle pagine 20-21 dell’Atlante).

Anche i venti si originano come conseguenza delle diverse temperature di terra, aria e acqua. Durante il giorno la terra si riscalda più velocemente e l’aria soprastante si carica di calore, diventa più leggera e sale, “liberando” il posto per l’aria più fresca presente sul mare: si crea così un vento che dal mare soffia verso la terraferma. Di notte avviene il contrario, perché il mare ha trattenuto il calore accumulato durante il giorno e durante la stagione calda: l’aria più fresca soffierà quindi dalla terraferma. Un fenomeno simile dà origine a venti periodici stagionali che d’estate spirano dalla terraferma verso il mare e d’inverno viceversa.

La pressione atmosferica

Descrivendo i processi che originano i venti e le piogge, abbiamo visto che ha un ruolo fondamentale la variazione del “peso” dell’aria, cioè la pressione atmosferica. Per questo i meteorologi considerano questo fattore un elemento chiave delle loro “previsioni del tempo”: le zone di bassa pressione sono quelle dove l’aria è più leggera, quindi più calda e umida, e dove è perciò probabile che si stiano formando delle nuvole; le zone di alta pressione sono invece quelle dove l’aria è più pesante, fredda e secca, e il cielo è quindi sereno.

Tra zone caratterizzate da diversa pressione atmosferica si determinano, come abbiamo visto, spostamenti di masse d’aria che originano i venti, i quali trasportano le nuvole da una zona all’altra.


POSIZIONE GEOGRAFICA E CLIMA

Come abbiamo visto, il clima di una regione dipende dalla temperatura, dai venti, dall’umidità e dalle precipitazioni. Questi elementi però, a loro volta, sono condizionati dalla posizione che occupa sulla superficie terrestre la regione considerata.

La distanza dall’Equatore e l’altitudine

La temperatura è in genere più alta all’Equatore, dove i raggi del Sole colpiscono la Terra in modo perpendicolare e quindi risultano più intensi, mentre si abbassa man mano che ci si sposta verso i due Poli, dove i raggi solari giungono molto inclinati e, distribuendosi su una superficie più ampia, scaldano di meno. La latitudine di un luogo, cioè la sua distanza dall’Equatore, è quindi un elemento che influisce sul clima, perché da essa dipende la temperatura di un luogo.

La temperatura però cambia anche in base all’altitudine: l’aria riceve il calore soprattutto dalla terra o dal mare, e per questo negli strati superiori è di solito meno calda; salendo di quota, inoltre, diminuisce la pressione atmosferica, perché diminuisce la quantità di aria che “pesa” su quel determinato punto. Questi fenomeni spiegano, per esempio, perché in montagna le temperature sono inferiori e le precipitazioni maggiori: l’aria è più fredda e la pressione è bassa.

La distanza dal mare e la disposizione dei rilievi

I venti e le piogge si originano in presenza di estese masse d’acqua che cedono all’aria la loro umidità (oceani, mari, grandi laghi): ecco perché le regioni vicine ai mari sono in genere più ventose e piovose, mentre quelle lontane possono avere un clima più secco. I grandi bacini funzionano inoltre come “serbatoi di calore”: lo accumulano d’estate e lo disperdono d’inverno, rendendo meno rigida la temperatura.

Oltre alla distanza dal mare, influisce sul clima di una regione anche la disposizione dei rilievi. Le catene montuose infatti possono rappresentare una barriera che blocca i venti e le nuvole provenienti dal mare: sulla costa si avrà così un clima ventoso con frequenti precipitazioni, mentre dall’altra parte delle montagne, magari a poca distanza, venti e piogge possono essere meno frequenti.

Fasce climatiche e aree climatiche

Poiché la posizione geografica condiziona fortemente il clima, luoghi che si trovano alla stessa latitudine e alla stessa altitudine avranno un clima simile: un territorio, anche molto ampio, che si estende tutto alla stessa latitudine, sarà caratterizzato al suo interno da un clima uniforme (se non variano troppo l’altitudine e la distanza dal mare e dai rilievi). Questo spiega come i geografi siano in grado di classificare i molti e diversi climi del nostro pianeta riunendoli in cinque fasce climatiche principali. Questa prima, ampia suddivisione riguarda la Terra nel suo complesso, e prende in considerazione come criterio la distanza dall’Equatore (latitudine), quindi la temperatura: nelle terre più vicine all’Equatore, fino ai Tropici, si ha un clima caldo, fra i Tropici e i due Circoli Polari si parla di clima temperato, ai Poli si ha un clima freddo. Se pensiamo però a quanto sono grandi i territori compresi in ognuna di queste fasce climatiche, a quanto possono essere distanti tra loro, ai diversi fattori che influenzano il clima, è facile capire come all’interno di ogni fascia climatica esistano aree con condizioni climatiche diverse: per esempio, un clima caldo può essere piovoso oppure arido; una regione a clima temperato avrà zone più fredde in montagna e altre meno fredde in pianura o vicino al mare; un territorio compreso nella fascia temperata potrà essere più vicino ai Tropici, quindi più caldo, o al Circolo Polare, quindi più freddo. Ecco perché, anche se le fasce climatiche principali sono cinque, sulla Terra esistono molte più aree climatiche: si tratta di regioni più ristrette che, oltre alla latitudine, hanno in comune altre caratteristiche (la vicinanza a un mare, l’altitudine…) e quindi presentano climi più simili.


RICONOSCI

Collega con una freccia ogni foto al clima corrispondente sul planisfero.






CLIMA E AMBIENTE NATURALE

Gli elementi che contraddistinguono il clima di una regione (pioggia, vento, umidità e temperatura) influenzano anche la flora e la fauna che in essa vivono. Ecco perché a ogni clima si associa un ambiente naturale determinato: un territorio umido e ricco d’acqua, per esempio, favorisce la crescita di una vegetazione fitta e rigogliosa; in una regione ghiacciata tutto l’anno non ci saranno né prati né alberi; la fauna presente in un luogo caldo sarà diversa da quella di un luogo freddo. Conoscendo qual è il clima di una regione, si può quindi immaginare com’è l’ambiente che la caratterizza; terre lontane, ma con un clima simile, avranno per esempio ambienti naturali simili.

Esiste anche una relazione inversa tra clima e vegetazione: le foreste, per esempio, contribuiscono a mantenere l’umidità delle terre che coprono; quindi, se sono molto estese, influenzano in modo determinante il clima locale.

Le responsabilità dell’uomo

I fattori naturali non sono tutto: anche l’azione dell’uomo può avere conseguenze sul clima. Pensa, per esempio, all’inquinamento prodotto dai complessi industriali o agli interventi compiuti sul paesaggio naturale, come il disboscamento o la costruzione di dighe e di vie di comunicazione: il risultato non è solo una modificazione del paesaggio, ma anche del clima.

Città, centri commerciali, aree industriali, autostrade: l’uomo con la sua presenza “toglie spazio” agli ambienti naturali e, soprattutto quando lo fa in modo irresponsabile, senza pensare alle conseguenze, produce effetti che rischiano di mettere in crisi gli equilibri della natura. Oggi, per esempio, la temperatura media sulla Terra registra una crescita continua e costante, i climi stanno cambiando e gli ambienti naturali più delicati sono in pericolo: uno degli esempi più noti è quello delle regioni artiche dove l’aumento delle temperature ha ridotto l’estensione dei ghiacci, sconvolgendo tra l’altro il mondo degli orsi bianchi, che sono anche per questo a rischio di estinzione. Lo scioglimento dei ghiacci polari causa inoltre l’innalzamento del livello dei mari, che minaccia di sommergere isole e intere regioni oggi abitate dall’uomo o da preziosi e fragili ecosistemi.

Secondo molti scienziati, tutto ciò è causato dalle emissioni nell’atmosfera di anidride carbonica e di altri gas provenienti dalla combustione del petrolio e del metano, che vengono utilizzati in enormi quantità per le attività umane. Questi gas, che “galleggiano” nell’aria, creano una sorta di barriera che trattiene il calore del Sole più di quanto sarebbe “naturale”: si ha così l’aumento dell’ “effetto serra”; proprio come accade nelle serre che si usano per proteggere le coltivazioni, l’atmosfera terrestre trattiene una quantità di calore superiore alla norma.

Il genere umano ha quindi una responsabilità importante: può agire in modo sconsiderato compromettendo l’ambiente che lo circonda oppure rapportarsi in modo più equilibrato con esso, rispettando e proteggendo la vita del nostro pianeta. Per rimediare ai danni dell’aumento dell’effetto serra, per esempio, molti Stati stanno riducendo l’uso dei combustibili, cercando risorse energetiche meno inquinanti (come l’energia solare o quella eolica, cioè del vento) e aumentando le superfici coperte da foreste. Anche noi, quotidianamente, possiamo dare il nostro contributo, per esempio utilizzando meno l’automobile e più la bicicletta e i mezzi pubblici, favorendo il riciclaggio dei rifiuti, cercando di evitare gli sprechi di energia e di risorse.

Studio e imparo

1 Quali elementi determinano il clima?
2 Come si formano le nuvole?
3 Da quale fenomeno hanno origine i venti?
4 Che differenza c’è tra alta e bassa pressione?
5 In che modo latitudine e altitudine influiscono sul clima?

6 Che cosa sono le fasce climatiche? E le aree climatiche?

7 Che cos’è l’effetto serra?

Geo Parole

Atmosfera • Troposfera • Evaporazione • Pressione atmosferica • Fascia climatica • Area climatica • Effetto serra

Geo Touring - volume 1
Geo Touring - volume 1
L’Italia e l’Europa