CAPITOLO 3 - I trattati e i nuovi equilibri mondiali

SEZIONE A – L’ESORDIO DEL NOVECENTO: GUERRE E RIVOLUZIONI

CAPITOLO 3 – I TRATTATI E I NUOVI EQUILIBRI MONDIALI

1. LE RESPONSABILITÀ DEL CONFLITTO E I TRATTATI DI PACE

Le colpe della Germania e la Conferenza di Parigi

I paesi vincitori della Prima guerra mondiale attribuirono alla Germania la responsabilità della guerra e di aver trasformato un conflitto che poteva rimanere di dimensione regionale in un conflitto mondiale, scatenato allo scopo di ridisegnare l’ordine europeo e di far acquisire alla Germania un ruolo centrale nella politica internazionale.

Questa convinzione condizionò i lavori della conferenza di pace di Parigi, che iniziò nell’aprile del 1919 e terminò più di un anno dopo, con la sottoscrizione di diversi trattati. La conferenza di Parigi si orientò quindi verso la conclusione di una pace punitiva per i paesi sconfitti, che non furono neanche ammessi a partecipare.

I 14 punti di Wilson

Ancor prima della conclusione della guerra, il presidente statunitense Wilson aveva proposto un documento in 14 punti che avrebbe dovuto guidare e definire i rapporti internazionali all’indomani della fine del conflitto.

I punti fondamentali della proposta di Wilson erano:

  • il principio dell’autodeterminazione dei popoli o principio di nazionalità; 
  • il ristabilimento della libertà di commercio
  • la costituzione di una Società delle Nazioni che avrebbe dovuto regolare i rapporti tra i vari Stati per evitare conflitti e garantire la pace.

Tuttavia, nonostante il ruolo internazionale sempre più importante degli Stati Uniti, non fu lo spirito di Wilson a prevalere nella conclusione dei trattati di pace, ma lo spirito punitivo che animava soprattutto la Francia.

Il trattato di Versailles con la Germania

Il trattato di pace con la Germania fu il primo a essere firmato a Versailles. Impose alla Germania condizioni di pace durissime sotto il ricatto di una possibile occupazione militare.

Come puoi vedere dalla cartina, con il trattato di Versailles la Germania perdeva (oltre le colonie) 1/10 del suo territorio a beneficio di diversi Stati limitrofi e il 75% delle sue risorse minerarie.

A questo poi si aggiungeva il pagamento di un altissimo risarcimento dei danni di guerra, da versare in 30 anni. C’erano infine clausole particolarmente umilianti che prevedevano: la smilitarizzazione di parte del territorio tedesco (la Renania), la rinuncia ad avere una flotta armata e la riduzione dell’esercito a soli 100 mila soldati con armamento leggero.

L’insieme di queste condizioni mise in ginocchio l’economia della Germania, rendendo instabile la nuova Repubblica tedesca; inoltre creò un forte risentimento nella popolazione nei confronti dei paesi vincitori e, in seguito, anche nei confronti della classe politica che venne ritenuta responsabile dell’umiliazione tedesca. Un risentimento sul quale fecero leva le forze nazionaliste che di lì a qualche anno avrebbero destabilizzato la Repubblica.

Gli altri trattati

Alla fine della Prima guerra mondiale erano scomparsi quattro imperi: l’Impero tedesco, l’Impero russo (a seguito della rivoluzione), l’Impero austro-ungarico e l’Impero ottomano.

Inevitabilmente quindi la cartina geopolitica d’Europa subì profondi cambiamenti, con il ridimensionamento drastico di quelle che erano le realtà più grandi di prima della guerra.

Il disgregarsi dell’Impero austro-ungarico determinò la nascita della piccola Repubblica d’Austria, a cui vennero imposte condizioni di pace, meno pesanti di quelle comminate alla Germania; mentre il resto dei territori dell’ex Impero si disgregò in diversi stati:

  • la Repubblica democratica di Ungheria a cui vennero sottratti i territori del Transvaal (attribuiti alla Romania) e la Slovacchia;
  • la Cecoslovacchia, che univa Boemia e Slovacchia con l’aggiunta della regione dei Sudeti, sottratta alla Germania.

I territori del Trentino, dell’Alto Adige, di Trieste e dell’Istria vennero assegnati all’Italia, e nei Balcani nel 1929 nacque il Regno di Iugoslavia. Venne inoltre ricostituito lo Stato della Polonia, che da più di un secolo era stato smembrato tra asburgici, russi e prussiani.

L’Impero ottomano si ridusse alla sola penisola anatolica (la Turchia). Inoltre perse:

  • i territori nei Balcani, che andarono a far parte del Regno di Iugoslavia;
  • i territori medio-orientali che si affacciavano sul Mediterraneo in cui nacquero nuovi Stati che diventarono ▶ protettorati o ▶ mandati inglesi o francesi.

2. UN BILANCIO

La guerra aveva fatto milioni di morti e a questi, tra il 1918 e il 1919, si aggiunsero i 30 milioni di morti che provocò l’epidemia di spagnola. La situazione in tutti i paesi europei (vincitori o vinti che fossero) si presentava drammatica.

Tutti i paesi per finanziare le spese militari avevano contratto forti debiti (soprattutto con gli Stati Uniti), per ripagarli fu necessario aumentare le imposte e allo stesso tempo emettere sempre più cartamoneta, cosa che provocò una forte inflazione particolarmente sfavorevole per coloro che percepivano redditi fissi (operai e impiegati).

Inoltre le industrie che, con grandi profitti, si erano convertite alla produzione militare, dovettero riconvertirsi alla produzione civile. Questo processo fu lento e complesso che fece crescere la disoccupazione.

3. LE CONSEGUENZE DELLA PACE

Instabilità politica

Indebitamento, inflazione e disoccupazione furono dunque i tre problemi che tutti i paesi europei (vecchi e nuovi) dovettero affrontare nel dopoguerra e che contribuirono a una forte instabilità, aggravata dalla radicalizzazione della lotta politica. Da un lato c’era una sinistra orientata sempre più verso un socialismo bolscevico che prospettava una rivoluzione mondiale. Dall’altro lato c’era la destra nazionalista e antidemocratica che riusciva a intercettare l’insoddisfazione crescente dei ceti medi, colpiti duramente dalla crisi economica.

Tutto ciò mise in crisi le vecchie istituzioni liberali e aprì la strada in molti paesi a soluzioni autoritarie.

Minoranze etniche

I cambiamenti avvenuti nella cartina dell’Europa non rispettarono il principio di nazionalità indicato da Wilson nei suoi 14 punti, ma crearono molti problemi di convivenza e ulteriore instabilità all’interno dei nuovi Stati. Milioni di tedeschi si trovarono in Cecoslovacchia; centinaia di migliaia di ungheresi in Romania; milioni di ucraini in Polonia. Senza contare che la creazione del Regno di Iugoslavia forzava alla convivenza sloveni, serbi e croati. 

Il principio di nazionalità, che avrebbe potuto contribuire a una pace duratura non venne rispettato e questo aggravò le problematiche territoriali preesistenti.

Movimenti indipendentisti nelle colonie

L’indebolimento economico e militare di Francia e Gran Bretagna, la determinante partecipazione al conflitto delle popolazioni delle colonie, e la formazione di una classe dirigente indigena rafforzarono nelle colonie i movimenti indipendentisti.

La crescita di questi movimenti fu un altro fattore di instabilità per gli Stati coloniali e per l’intero quadro politico internazionale.

ESERCIZI

1. Trova la parola.


• risarcimento • risentimento • inflazione • protettorato


.......................................................... Rancore nei confronti di qualcuno che si è comportato in maniera ingiusta o offensiva.
.......................................................... Forte aumento dei prezzi.
.......................................................... Stato controllato da un altro Stato.
.......................................................... Somma dovuta per ripagare un danno.

2. Fai la scelta giusta.


a. Quale paese venne ritenuto il principale responsabile della Prima guerra mondiale? 

  • L’Impero austro-ungarico. 
  • La Germania.

b. Quale paese fu il principale fautore di una pace punitiva per i paesi sconfitti?

  • La Francia.
  • Gli Stati Uniti.

c. La crisi del dopoguerra coinvolse:

  • tutti gli Stati europei.
  • gli Stati sconfitti.

d. Il forte indebitamento dei paesi europei era dovuto:

  • alle spese militari sostenute per la guerra.
  • alla crisi economica.

e. In Europa la radicalizzazione della lotta politica contribuì:

  • all’aggravarsi della crisi economica.
  • all’instabilità politica dei governi del dopoguerra.

3. Collega cause ed effetti.


CAUSE EFFETTI
forte indebitamento inflazione
riconversione all’industria civile aumento delle tasse
emissione di più carta moneta disoccupazione

4. Rispondi alle domande.


a. Quali furono le condizioni di pace imposte alla Germania?

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b. Che cosa si intende per radicalizzazione della lotta politica?

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I Saperi Fondamentali di Storia - volume 3
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Dal Novecento a oggi