SEZIONE D – LA COSTRUZIONE DEGLI STATI EUROPEI

CAPITOLO 18 – Economia e società nel Cinquecento

1. L’ESPANSIONE DEMOGRAFICA IN EUROPA

L’AUMENTO DELLA POPOLAZIONE NEL CINQUECENTO

Dopo il crollo demografico seguito alla peste del Trecento, solo a partire dalla seconda metà del Quattrocento la popolazione cominciò a riaumentare e, tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento, l’Europa arrivò ad avere circa 100 milioni di abitanti. All’origine di questa crescita ci furono un insieme di fattori diversi:

  • le epidemie ebbero un minore impatto;
  • la minore frequenza di malattie e soprattutto delle carestie fece diminuire il tasso di mortalità;
  • la disponibilità di risorse favorì la formazione di nuovi nuclei familiari e fece crescere il tasso di natalità.

LA DURATA DELLA VITA

La durata media della vita invece rimase attorno ai 35-40 anni.

Anche la mortalità infantile rimase molto alta e circa la metà dei bambini moriva entro i 10 anni. Ma l’attenzione alla pedagogia, propria della cultura umanistica, fece diffondere nell’età moderna una sensibilità diversa nei confronti dei figli. Ciò portò a una migliore cura dell’infanzia che contribuì alla crescita demografica.

LO SVILUPPO DELLE CITTÀ

Un effetto dell’espansione demografica fu la ripresa delle città. Di fronte alla crescente domanda abitativa si riempirono i quartieri rimasti a lungo disabitati e poi si dovettero allargare le mura delle città e costruire nuovi borghi. A questa ripresa contribuì anche il trasferimento nelle città di molti abitanti delle campagne, attratti dalle opportunità di lavoro nuovamente offerte dal rifiorire delle attività commerciali e artigianali.

2. LE CONDIZIONI DELL’AGRICOLTURA

ALLA RICERCA DI SPAZI DA COLTIVARE

L’aumento della popolazione fece crescere anche la richiesta di beni alimentari. Per soddisfare questa domanda fu necessario aumentare la produzione agricola, cosa che si realizzò non con progressi tecnologici ma solo con l’allargamento delle aree coltivabili, recuperando i terreni abbandonati e le zone paludose e ricorrendo al disboscamento. Inoltre per soddisfare la crescente domanda di cibo vennero privilegiate le colture di cereali. Molti proprietari infatti, attirati dal continuo aumento del prezzo del grano, sacrificarono altri tipi di colture, come la vite e l’olivo.

LA CONDIZIONE DEI CONTADINI E DEI PROPRIETARI

Durante il Cinquecento la condizione dei contadini peggiorò, sia dal punto di vista alimentare (per la minore varietà nell’alimentazione), sia per la diminuzione dei salari, dovuta alla sempre maggiore disponibilità di manodopera. I guadagni derivati dall’aumento dei prezzi dei cereali andarono dunque per lo più a favore dei proprietari terrieri.

Inoltre, all’arricchimento dei proprietari terrieri e al peggioramento della condizione contadina contribuì anche la tendenza a privatizzare quelle terre che per tradizione erano considerate comuni ed erano importanti per il sostentamento della popolazione delle campagne. Conseguenza di questa situazione furono l’impoverimento di larghe fasce della popolazione e le rivolte nelle campagne, che, come abbiamo visto (⇒ C16.4), esplosero nella prima metà del Cinquecento.

3. IMPRESE E MANIFATTURE

LE ATTIVITÀ E I SETTORI

Con la crescita della popolazione crebbe la domanda di beni, e quindi nel Cinquecento ci fu un forte sviluppo delle manifatture e delle imprese in vari settori.

Il più importante restava il settore tessile, in cui eccellevano vari centri della penisola italiana e le aree fiamminga e inglese. Ma mentre l’Italia continuò a dedicarsi soprattutto alla produzione di tessuti di lusso, l’Olanda e l’Inghilterra si specializzarono su tessuti a basso costo, i cosiddetti pannilana, più accessibili per la popolazione.

Anche altri settori però videro una continua e forte crescita:

  • l’industria tipografica e della carta, particolarmente vivace in Germania, stimolata dalla Riforma protestante, e in Italia;
  • l’edilizia, favorita dall’espansione delle città;
  • il settore minerario;
  • la cantieristica navale, che ebbe uno straordinario sviluppo in Portogallo, Olanda e Inghilterra, anche in relazione ai viaggi di scoperta e al fiorire dei commerci transoceanici.

LA TENDENZA ALLA SPECIALIZZAZIONE

L’attività manifatturiera prese una nuova direzione grazie a una maggiore specializzazione della ▶ filiera produttiva. Al mercante-imprenditore, che prima gestiva ogni aspetto (la fornitura delle materie prime, la lavorazione, la vendita del prodotto finito e il finanziamento dell’impresa), si sostituirono figure più specializzate di artigiani, mercanti e banchieri; erano figure distinte anche se in stretta relazione fra loro.

4. LA “RIVOLUZIONE” DEI PREZZI

LA SPIRALE DEI PREZZI

Nel Cinquecento la fase di sviluppo si accompagnò a una forte inflazione. L’aumento dei prezzi coinvolse ogni settore, ma in particolare quello alimentare. Il fatto che i maggiori aumenti si ebbero nel prezzo dei cereali, cioè del bene di consumo fondamentale per i ceti popolari, conferma la teoria che la crescita dei prezzi fu conseguenza dell’incremento demografico, che innescò la crescita della domanda portando a un generalizzato aumento dei prezzi.

LE CONSEGUENZE SOCIALI DELL’INFLAZIONE

A fare le spese dell’aumento del costo della vita furono soprattutto i ceti con reddito fisso, i cui salari non crebbero tanto da recuperare l’aumento dei prezzi. Per gran parte della popolazione dell’epoca questo significò l’immiserimento, fino a cadere nel mondo dei poveri che si radunavano alle porte delle città. Ad essere svantaggiati furono pure quei proprietari terrieri che avevano concesso affitti a lunga scadenza. Al contrario coloro che, come i mercanti e gli artigiani, potevano adeguare i prezzi all’inflazione riuscirono a realizzare grossi ricavi.

5. ESPANSIONE ECONOMICA, COMMERCIO E FINANZA

SCAMBI, METALLI, POPOLAZIONE

L’aumento della popolazione e degli scambi e la maggiore disponibilità di metalli preziosi furono dunque i tre elementi che, combinati insieme, diedero una spinta all’espansione economica.

UNA “DOPPIA MARCIA”

La lunga fase di espansione economica moltiplicò la quantità di merci che, attraverso le rotte oceaniche, invasero i mercati europei, arricchendo chi ne faceva commercio.

Ma il sistema sociale ed economico era ancora basato sul lavoro contadino, che continuava a essere l’attività della maggioranza degli abitanti d’Europa. I due processi economici – uno di portata internazionale e molto innovativo, l’altro più statico e arretrato – attivi nello stesso tempo, furono la causa dell’aumento delle differenze sociali.

l’importanza della rotta atlantica

L’importanza della rotta atlantica fece perdere centralità all’area mediterranea. I traffici transoceanici favorirono nuovi centri che diventarono protagonisti della vita economica, primo fra tutti la città fiamminga di Anversa, il cui porto divenne sempre più importante, facendo assumere alla città il ruolo di capitale delle attività creditizie e finanziarie, dove si insediarono le maggiori agenzie bancarie italiane e tedesche.

LA BORSA E LE FIERE DI CAMBIO

Fu proprio nelle Fiandre che sorsero le prime “borse”, luoghi dove gli operatori svolgevano le contrattazioni di merci per concordarne il prezzo. Le borse principali furono Anversa e Amsterdam, a cui in seguito si aggiunse Londra.

Dalla seconda metà del Cinquecento si affermarono le fiere di cambio che si svolgevano quattro volte l’anno. Durante queste fiere i grandi mercanti-banchieri europei si scambiavano valute, fissando il tasso di cambio tra le varie monete, e nello stesso tempo si accordavano per pareggiare i crediti e i debiti che avevano nel frattempo accumulato fra loro. Questa attività vide eccellere i banchieri genovesi, che per decenni divennero i principali banchieri d’Europa.

LA FINANZA E LE GRANDI FAMIGLIE DI BANCHIERI

Il nuovo commercio, fatto di viaggi internazionali e grandi quantità di merci trattate, richiedeva notevoli investimenti, possibili solo a chi possedeva ingenti capitali, privati o pubblici. Si gettarono in quest’epoca le basi del capitalismo moderno i cui protagonisti furono i banchieri.

IL RUOLO DEGLI STATI E L’ECONOMIA MONDO

Protagonisti di questi processi economico-finanziari non furono solo i privati, ma anche gli Stati, soprattutto quelli che possedevano domini coloniali. La rete di rapporti che da quel momento andarono collegando sempre più strettamente l’Europa e il resto del pianeta era così estesa che si è parlato di una “unificazione del mondo”, anche se il monopolio europeo sul mondo non si era ancora pienamente realizzato.

ESERCIZI

1. Indica cosa diminuisce e cosa cresce nel Cinquecento in Europa. 


  Diminuisce Cresce
mortalità    
natalità    
popolazione    
terre coltivate    
scambio di beni    
manifatture    
prezzi    
differenze sociali    
povertà    

2. Completa il testo.


Nel Cinquecento si ha una forte crescita ............................................... che porta a un ripopolamento delle ..............................................., anche per l’accresciuta ............................................... di beni che rivitalizza le attività artigianali e ................................................ La ............................................... domanda di cibo porta a ............................................... le aree coltivabili e a privilegiare le colture di ................................................ La crescita ............................................... è causa anche di un generalizzato aumento dei ..............................................., che colpisce duramente i ceti con un ............................................... fisso. In questo periodo si ha un peggioramento della condizione contadina per la riduzione dei ..............................................., dovuta alla maggiore disponibilità di ..............................................., e per la ............................................... delle terre che prima erano ............................................... ed erano un’importante fonte di sostentamento della popolazione delle campagne. In generale in questa fase di espansione ............................................... si ha un aumento delle ............................................... sociali.

I Saperi Fondamentali di Storia - volume 1
I Saperi Fondamentali di Storia - volume 1
Dal Medioevo all’Età moderna