CAPITOLO 17 – La Chiesa cattolica tra reazione e rinnovamento

SEZIONE C – NUOVI MONDI, NUOVE VISIONI DEL MONDO

CAPITOLO 17 – LA CHIESA CATTOLICA TRA REAZIONE E RINNOVAMENTO

1. RIFORMA e controriforma

un criterio interpretativo

Per interpretare il modo in cui la Chiesa si pose di fronte al protestantesimo, la storiografia individua due orientamenti che definisce come Riforma cattolica e come Controriforma.

  • l concetto di Riforma cattolica sottolinea l’esistenza di un movimento di rinnovamento interno alla Chiesa già prima della Riforma luterana.
  • Con Controriforma ci si riferisce all’atteggiamento assunto dalla Chiesa per opporsi alla nuova fede, in cui si evidenzia il rafforzamento delle istituzioni ecclesiastiche e la riaffermazione dei propri dogmi.

2. LA riforma in italia

LE DIFFICOLTÀ DEL PROTESTANTESIMO IN ITALIA

La diffusione delle idee della Riforma luterana in Italia fu ostacolata dalla presenza della sede della Chiesa cattolica e dagli stretti rapporti che la Chiesa aveva con gli altri Stati della penisola. In Italia il credo protestante si diffuse quasi esclusivamente negli ambienti più colti e in misura molto limitata, e subì comunque la persecuzione dell’Inquisizione.

IL PROBLEMA DELLA LIBERTÀ DI COSCIENZA

Le Chiese riformate, inoltre, assunsero un atteggiamento sempre più intollerante, e questo fu visto come un tradimento della natura originariamente libera del protestantesimo. Interprete di questa disillusione fu Sebastiano Castellione che scrisse un libro in cui si chiedeva se fossero più importanti le convinzioni o i comportamenti, ponendo le basi per un discorso moderno sulla libertà di coscienza, cioè sul diritto a poter seguire le proprie idee senza essere perseguitati, e sulla tolleranza.

I SOCINIANI E IL CIRCOlO DEGLI SPIRITUALI

In Italia almeno due realtà si ispirarono al protestantesimo e ne subirono il fascino: i sociniani e il circolo degli spirituali. Entrambi i movimenti furono perseguitati dalla Chiesa.

I sociniani erano caratterizzati da uno spirito razionalistico, che rifiutava i dogmi da qualunque fede provenissero, esaltavano la ragione e riconoscevano la tolleranza come valore umano e religioso.

Il circolo degli spirituali fu fondato a Napoli dal teologo spagnolo Juan de Valdés, e riuniva intellettuali, prelati, nobili e nobildonne. Valdés sosteneva idee riprese dal luteranesimo (come la giustificazione per fede), e affermava un tipo di cristianesimo libero da vincoli dottrinali, fondato sull’illuminazione dello spirito attraverso un personale cammino di fede.

3. I MOVIMENTI DI RINNOVAMENTO DELLA CHIESA

GLI OBIETTIVI DEI MOVIMENTI DI RINNOVAMENTO

Con l’affermazione del protestantesimo, all’interno della Chiesa cattolica si rafforzò la spinta verso un rinnovamento morale e proliferarono i movimenti che chiedevano un ritorno al cristianesimo delle origini. Questa spinta operò per:

  • una riforma della vita del clero, di cui si condannava l’immoralità dei costumi a tutti i livelli: le alte gerarchie ecclesiastiche erano infatti sempre più interessate al potere e all’arricchimento, mentre il basso clero non rispettava i voti e si mostrava sempre più indifferente alla cura delle anime;
  • una maggiore attenzione verso i poveri e i più deboli, rifacendosi al principio cristiano della preferenza per gli “ultimi”. Si crearono così ospedali e luoghi di accoglienza per le categorie più emarginate e in difficoltà;
  • l’insegnamento della dottrina cristiana per contrastare la diffusa ignoranza in materia religiosa, dovuta sia al resistere di convinzioni pagane sia alla pessima formazione del basso clero. Questa esigenza fu sentita tanto più fortemente perché la Riforma luterana aveva al centro la lettura e l’interpretazione delle scritture e dunque chiedeva ai fedeli una cultura maggiore.

NUOVE FORME DI VITA RELIGIOSA

La spinta al rinnovamento si espresse sia in movimenti laici sia in nuovi ordini religiosi che avevano come principali obiettivi l’assistenza dei poveri, la cura degli ammalati, l’istruzione e la predicazione popolare. Nacquero così l’ordine dei teatini, dei cappuccini, dei somaschi, dei fatebenefratelli, e l’ordine femminile delle orsoline dedicato all’istruzione delle ragazze.

I gesuiti

Nel 1540 fu fondato da Ignazio di Loyola l’ordine dei gesuiti, che si impegnò nell’affermazione della dottrina cattolica e nella lotta contro l’eresia. I gesuiti furono attivi anche nell’insegnamento rivolto sia ai ceti dirigenti e colti sia ai ceti popolari. Inoltre fu importante la loro opera missionaria non solo in Europa, ma anche in Asia e in Sud America, dove i gesuiti si impegnarono a conoscere le lingue e le culture dei vari popoli facilitandone così l’evangelizzazione. La loro azione antiereticale e missionaria fece dei gesuiti uno strumento efficace di diffusione del cattolicesimo.

4. iL CONCILIO DI TRENTO

LA SITUAZIONE PRECONCILIARE

Dopo il trauma della Riforma luterana, prese sempre più corpo l’idea di un concilio che affrontasse i temi della riforma della Chiesa. Il papa Paolo III Farnese affidò ad alcuni dei cardinali – più aperti al dialogo con il mondo protestante e già impegnati nei movimenti di riforma cattolica – il compito di individuare i temi che dovevano essere oggetto di dibattito nel concilio. Nel frattempo l’imperatore Carlo V aveva promosso i colloqui di Ratisbona (1541) per avviare un confronto tra cattolici e protestanti al fine di arrivare alla riunificazione. I colloqui fallirono e a quel punto Paolo III convocò il concilio a Trento.

LE VARIE FASI DEL CONCILIO

Il concilio, convocato per il 1542, a causa della guerra in corso tra Carlo V e Francesco I (⇒ C15) si aprì solo nel 1545 e si concluse, tra sospensioni e lunghe pause, quasi vent’anni dopo nel 1563. Il concilio doveva affrontare sia questioni relative alla riforma interna, in vista di un avvicinamento fra cattolici e protestanti, sia questioni dottrinali, che avrebbero invece marcato le differenze con il mondo protestante.

Sebbene si fosse deciso di affrontare contemporaneamente i due aspetti, di fatto Paolo III volle dare la precedenza ai problemi di dottrina, in contrasto con Carlo V che ancora sperava in una possibile ricomposizione con i protestanti per salvaguardare l’unità religiosa nell’Impero.

5. LE DELIBERAZIONI DEL CONCILIO

LE QUESTIONI FONDAMENTALI DELLA FEDE CATTOLICA

Qualche mese dopo la conclusione del concilio, papa Pio IV promulgò la Professione di fede, un testo che riepilogava le deliberazioni del concilio. Queste riguardavano soprattutto cinque questioni di dottrina, che rimarcarono la distanza dalle tesi protestanti:

  • le fonti della fede erano individuate nelle Sacre Scritture e nella tradizione della Chiesa;
  • l’unica versione autorizzata della Bibbia era la storica traduzione latina (la cosiddetta Vulgata), in contrasto con l’idea che si potessero riprendere i testi originali ebraici e greci;
  • a nessun laico era concesso commentare le Sacre Scritture, riconfermando così il ruolo del clero come unico intermediario tra Dio e gli uomini;
  • la salvezza del fedele derivava sia dalla grazia divina sia dalle opere buone, in contrapposizione con l’idea luterana della salvezza per mezzo della sola fede;
  • i 7 sacramenti venivano tutti confermati, al contrario del luteranesimo che riconosceva valore solo ai 2 sacramenti del battesimo e dell’eucarestia.

Queste posizioni sancivano dunque la vittoria della linea intransigente, di netta chiusura nei confronti del protestantesimo.

ALTRI DECRETI DEL CONCILIO

Altre importanti decisioni prese dal concilio furono:

  • l’uso del latino e l’esclusione delle lingue volgari da ogni forma di celebrazione;
  • la conferma dell’esistenza del purgatorio, cui era connessa la pratica delle indulgenze, duramente attaccate da Lutero;
  • il riconoscimento del culto dei santi, della Vergine e delle reliquie, che i protestanti giudicavano una forma di idolatria;
  • l’indissolubilità del matrimonio.

LE NORME DISCIPLINARI

Ai provvedimenti in tema di dottrina si affiancarono poi numerose norme di tipo disciplinare che, riprendendo i temi cari alla Riforma cattolica, riguardavano soprattutto la necessità di porre la cura delle anime al centro dell’azione del clero. Per questo:

  • i vescovi e i preti avevano l’obbligo di predicare ai fedeli loro affidati;
  • i vescovi avevano l’obbligo di risiedere nella diocesi a loro affidata e di visitare le parrocchie;
  • venne confermato l’obbligo di celibato e castità per salvaguardare la sacralità del ruolo sacerdotale, contro l’idea luterana del sacerdozio universale;
  • vennero istituiti i seminari, ossia luoghi dove i preti studiavano teologia in modo da poter educare cristianamente il popolo ed essere in grado di opporsi alla diffusione dell’eresia protestante.

Ai parroci venne anche affidata la tenuta di registri parrocchiali, che raccoglievano i dati sui battesimi e sui matrimoni in modo da vigilare sui fedeli loro affidati. In seguito venne aggiunto anche un registro per le morti.

6. il disciplinamento e le istituzioni della controriforma

LA RIORGANIZZAZIONE ECCLESIASTICA

Per gestire meglio il potere, i papi avviarono una riorganizzazione della curia, lo strumento di governo dello Stato pontificio. Nel 1588 Sisto V divise la curia in 15 congregazioni permanenti, una sorta di ministeri. Al di sopra di tutte, e sotto il diretto controllo del papa, venne posta la Congregazione del Sant’Uffizio, da cui dipendeva il tribunale dell’Inquisizione.

L’inquisizione romana e l’indice dei libri proibiti

Già nel 1542 Paolo III aveva istituito l’Inquisizione romana e universale: “romana” per distinguerla da quella spagnola (⇒ C9.4) e “universale” a sottolineare il potere totale e centrale di Roma nella difesa della “vera fede”. L’Inquisizione, con la collaborazione dei poteri civili che eseguivano le condanne, ricorse al carcere, alla tortura e al rogo nei confronti dei protestanti, di chi mostrava un atteggiamento aperto e dialogante con la nuova fede e contro ogni pensiero che non fosse in linea con la stretta osservanza delle idee della Chiesa. Valga per tutti il caso di Galileo Galilei costretto ad  abiurare l’eliocentrismo.

Vittime di questo clima furono anche i libri: nel 1559 l’Indice dei libri proibiti elencò le opere ritenute pericolose, che non si potevano leggere, possedere o stampare.

la disciplina morale

La Chiesa si assunse il compito del disciplinamento morale della società. I poteri religiosi perciò attuarono uno stretto controllo sulla vita individuale e associata. Dalla volontà di estirpare credenze e riti ancora legati al paganesimo, presenti ancora soprattutto nelle campagne, al controllo sulla vita sessuale degli individui, si ebbe una stretta repressiva senza precedenti. In sede di confessione e penitenza il peccato sessuale superò per importanza e gravità quelli solitamente perseguiti (avidità, invidia, superbia, ecc.) e anche le opere della letteratura, della pittura e della scultura furono ripulite da qualsiasi minimo accenno alla sessualità.

la persecuzione degli ebrei E la caccia alle streghe

A subire gli attacchi della Chiesa controriformista furono in particolare gli ebrei e le donne. Gli ebrei erano da sempre ritenuti una minaccia per la fede cristiana, e dal 1555 quelli presenti nello Stato pontificio furono costretti a vivere in un quartiere separato, il  ghetto, non poterono più esercitare la professione medica e dovettero portare sugli abiti un segno giallo di riconoscimento.

Le donne furono le principali vittime della “caccia alle streghe”. Le streghe erano donne accusate di fare patti col diavolo, di esercitare la magia e di compiere atti sacrileghi. Con la tortura i giudici estorcevano loro la confessione delle colpe, confessione che le conduceva al rogo.

Va detto che il clima di intolleranza e persecuzione di questo periodo non fu solo della Chiesa cattolica. Le chiese riformate con altrettanta energia si impegnarono nella repressione del dissenso e nella caccia alle streghe.

ESERCIZI

1. Completa la tabella sulle deliberazioni del Concilio di Trento.


 QUESTIONI DOTTRINALI  DECRETI QUESTIONI DI RIFORMA INTERNA
 • Stesso valore delle Sacre Scritture e della ............................................... della Chiesa
• Unica versione della Bibbia autorizzata è la ............................................... in latino
• Salvezza del fedele derivata dalla grazia e dalle ............................................... buone
• Conferma sacramenti nel numero di ...............................................
 • Uso del ............................................... nelle celebrazioni
• Conferma dell’esistenza del ............................................... e valore delle indulgenze
• Culto dei ............................................... e della Vergine
• Indissolubilità del ...............................................
 • Obbligo di predicazione peri vescovi e per i ...............................................
• Obbligo di residenza nella propria ............................................... per i vescovi
• Obbligo di celibato e castità per i sacerdoti.
• Istituzione ............................................... , luoghi di formazione del clero

2. Colloca sulla linea del tempo.


a. Inizio del Concilio di Trento.

b. Conclusione del Concilio di Trento.

c. Istituzione del ghetto.

d. Istituzione dell’Inquisizione romana e universale.

e. Indice dei libri proibiti.

f. Colloqui di Ratisbona.


I Saperi Fondamentali di Storia - volume 1
I Saperi Fondamentali di Storia - volume 1
Dal Medioevo all’Età moderna