Il magnifico viaggio - volume 6

a un abitudine morale (qualche volta mentire, v. 14). Anche l abbandono agli istinti e all emotività (la pigrizia, il vizio dell alcol, o anche l angoscia esistenziale o la frustrazione derivante dal lavoro di impiegato) viene visto come una tentazione che però non ha più presa sul poeta (non tentato da nulla frustrazioni, vv. 16-19). 1. Individua nel testo termini ed espressioni che si riferiscono al ripetersi della routine quotidiana. 2. Perché, dopo tanti anni, i proponimenti del poeta sono intatti (v. 9) e più chiari, più concreti (v. 10)? Gli interrogativi esistenziali In un malinconico colloquio con sé stesso, l autore si domanda se il futuro potrà essere migliore (se un giorno sarò meno stanco, v. 21) o se sia una pura illusione la speranza di una qualche salvezza, forse ora più terrena che ultraterrena (le antiche speranze della salvezza, v. 22). Egli aspira a una vita più semplice (v. 27) e si chiede con un dubbio sostanziale sul fatto che ciò possa effettivamente accadere se le ansie che caratterizzano l esistenza umana siano finalizzate al raggiungimento di un obiettivo (Ha un fine il nostro subire il presente?, v. 28). 3. Quale rapporto si instaura tra letteratura e vita ai vv. 24-26? La critica al presente Il poeta ha però una certezza, evidenziata da una congiunzione avversativa fortemente rilevata dalla posizione a inizio di periodo e di verso (Ma, v. 29), vale a dire che un esistenza vissuta nella passività equivale a una condizione di non vita, a una morte intellettuale e spirituale. Paradossalmente, è preferibile commettere errori in un rapporto dialettico tra individuo e società (vv. 33-34) piuttosto che rimanere in quella mediocrità che rende apatici, ma che non è autentica innocenza (vv. 35-36). Il bersaglio polemico dell autore è la società neocapitalista, che isola l individuo rendendolo prigioniero delle impiegatizie frustrazioni (v. 19) tipiche di chi si sente una semplice rotella di un ingranaggio, incapace di ribellione nonostante l acuto sentimento di insoddisfazione. In tale contesto emerge la drammatica consapevolezza che è impossibile immaginare un futuro diverso ( nostalgia di futuro che mi estenua, v. 37), perché tutto si ripete sempre uguale: il nostro domani era già ieri da sempre (v. 45). Il sistema che ci domina può così ridere (Ride il tranquillo despota che lo sa, v. 47), perché ogni ipotesi di rivolta è puramente velleitaria. 4. Che cosa può rappresentare, secondo te, il fiume in piena del v. 39? Le parole di un uomo qualunque Le scelte stilistiche Il primo dato di tipo formale che si nota alla lettura è la forte prosaicità del dettato: versi lunghi, sintatticamente vicini al parlato. Nella medesima direzione vanno le scelte lessicali: i vocaboli sono tratti dall uso quotidiano. Per queste ragioni la poesia di Giudici è stata accostata a quella dei Crepuscolari; tuttavia, le scelte stilistiche sono qui intese a connotare l io poetico come rappresentante della massa anonima e indistinta tipica della società dei consumi, che si caratterizza anche per un impoverimento del linguaggio. 5. Quali termini ed espressioni usati nel testo rimandano a una società massificata? Gli artifici retorici L autore interviene su questo tessuto di mediocrità espressiva sia attraverso varie inversioni dell ordine consueto delle parole (iperbati), sia tramite frequenti sconfinamenti delle frasi oltre la misura dei versi (enjambement), mentre la ripetizione dell incipit, Una sera come tante, ai versi 8, 15 e 43 contribuisce a creare un ritmo quasi cantilenante. 6. Individua nel testo le espressioni ossimoriche e spiegane il significato. 7. | SCRIVERE PER CONFRONTARE | Confronta la situazione di stanchezza e di sofferenza del poeta con il «male di vivere di Montale ( T5, p. 306) in un testo espositivo di circa 20 righe. IL GENERE / LA POESIA ITALIANA DAL SECONDO NOVECENTO AGLI ANNI DUEMILA / 911

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Dalla Prima guerra mondiale a oggi