T2 Proteine, proteine

Nel 1976 pubblica il poemetto Filò, concepito per il film Casanova di Federico Felli ni. Il dialetto è qui inteso sperimentalmente come un momento di reinvenzione, più che di semplice riscoperta, di un linguaggio mitico e originario. Nella trilogia costituita dalle raccolte Il galateo in bosco (1978), Fosfeni (1983) e Idioma (1986) il poeta si interroga sul senso dell esistenza e sulle possibilità dell espressio ne linguistica. Sono molti i nuclei tematici che affiorano: la morte e la Grande guerra; il de grado umano e linguistico nella società dei consumi; la dimensione arcaica del passato e la velocità di un presente dalla cui morsa l io poetante tenta di riscattarsi ricercando una di mensione più autentica nell incontro con l altro da sé. Zanzotto ribadisce lo struggente ed emblematico dissidio tra l armonia di uomo e mondo, lontanissima e irrecuperabile (co me suggerisce il titolo del primo volume della serie, con il riferimento agli eleganti sonetti dell autore cinquecentesco del Galateo, Giovanni Della Casa), e il sentimento disperato, lacerante del presente. Tra le ultime raccolte, infine, ricordiamo Meteo (1996) e Ligonàs (1998). La produzione in prosa Sul versante della prosa, Zanzotto ha riordinato e raccolto i suoi scritti di natura creati va in Racconti e prose (1990), mentre quelli saggistici, che si distinguono per originalità e ampiezza di riferimenti, sono contenuti nei due volumi Fantasie di avvicinamento (1991) e Aure e disincanti nel Novecento letterario (1994), che individuano ascendenze e sodalizi letterari (da Luzi a Sereni, da Penna a Pasolini). Proteine, proteine / T2 / Andrea Zanzotto, Pasque / La città delle deiezioni / La degenerazione della società contemporanea, dominata da un alienante febbre dei consumi, porta a individuare un potenziale target di acquirenti nei padroni di animali: è il caso dei cani e dei prodotti a loro destinati. Proprio a partire da una pubblicità muove la meditazione del poeta, che spazia su uno scenario urbano decisamente desolato. METRO Versi liberi, tranne i vv. 5-10 che sono costituiti da doppi ottonari, con i singoli membri uniti da rima baciata. 5 E tu t inoltri per entro la città e schiacci entri col piede, così apprendi a fondo, nel vivissimo. Così qui t incoccio vollero i duci sui culmini dei lucri, così i seguaci. «Proteine in quantità per la Sua felicità 1 schiacci: pesti. 2 così vivissimo: così conosci a fondo la realtà nel suo cuore stesso (nel vivissimo). 3-4 qui t incoccio: qui ti voglio. i duci lucri: i capi; il poeta si riferisce qui, probabilmente, ai responsabili dell amministrazione cittadina o agli industriali (se intendiamo il termine in senso economico anziché politico) desiderosi di guadagnare (sui culmini dei lucri). i seguaci: gli elettori o i consumatori (a seconda dell accezione attribuita ai duci del v. 3). Le parole valgono inoltrarsi Intransitivo pronominale di inoltrare, inoltrarsi vuol dire andare oltre, avanzare addentrandosi , e contiene spesso l idea di un procedere in una zona ignota, alla sco- perta, o in luoghi che possono nascondere insidie e pericoli. In senso figurato il verbo indica l iniziare un attività nuova, o il proseguire in ciò che si è già iniziato: così è possibile inoltrarsi nello studio del latino, ma anche in una discussione troppo difficile. Il verbo può applicarsi al tempo e alle stagioni: «Era già autunno inoltrato, quando . In questo caso qual è il significato? IL GENERE / LA POESIA ITALIANA DAL SECONDO NOVECENTO AGLI ANNI DUEMILA / 905

Il magnifico viaggio - volume 6
Il magnifico viaggio - volume 6
Dalla Prima guerra mondiale a oggi