Andrea Zanzotto

Andrea Zanzotto LA VITA Andrea Zanzotto nasce a Pieve di Soligo (Treviso) nel 1921. Al paese natale il poeta rimar rà legato per tutta la vita: laureato in Lettere a Padova, nel 1942, sarà a lungo insegnante di scuola media e, pur spaziando, dal punto di vista culturale, su vasti orizzonti europei, si allontanerà raramente dall altopiano in cui è nato. All attività poetica Zanzotto affianca una fitta produzione saggistica, collaborando anche con vari periodici, soprattutto culturali e letterari, oltre che con quotidiani di grande tiratura come il Corriere della Sera . Muore a Conegliano (Treviso) nel 2011. La poetica Approfondisci LETTURA CRITICA di Simona Costa Le raccolte principali, i temi e le soluzioni formali LE OPERE Sempre attento alle espressioni più vive della cultura letteraria europea, Zanzotto arricchi sce la propria poesia di riferimenti e di simboli metafisici attraverso un originale medita zione intellettuale. I «due poli contrapposti della tradizione letteraria nel nostro Novecen to , quello simbolista e quello surrealista, che l autore stesso, nella sua Testimonianza su Ungaretti (ora contenuta in Fantasie di avvicinamento) indica nel poeta Stéphane Mallar mé (18421898) e nello scrittore, regista e attore Antonin Artaud (18961948), sono ben presenti nella poetica e nella lingua di Zanzotto, in cui coesistono e spesso si contrappon gono. Da Mallarmé proviene lo strenuo impegno a risolvere il mondo in scrittura, «a cancellare la propria corporeità spostandola tutta sul lato della dissoluzione del corporeo nel verbale . Di Artaud riprende invece la matericità, la tendenza a mortificare la parola in favore del gesto, e l idea del testo come «spostamento, slogamento, lacerazio ne di elementi corporei . Si è spesso ripetuto che Dietro il paesaggio (1951), la prima raccolta di Zanzotto, riflet ta i debiti del poeta con l Ermetismo; tuttavia, per la tensione, l inquietudine e la poliva lenza dei richiami, vi si rileva un linguaggio più articolato rispetto alla forma rigorosamen te omogenea del dettato ermetico. L autore rivisita in profondità il linguaggio poetico novecentesco, ma non rinun cia all obiettivo di rivitalizzare il lessico classico, considerando questa operazio ne, di difficile equilibrio stilistico, come necessaria per salvare l identità umana nel mon do contemporaneo. Un tentativo estremo, in questo senso, è il recupero di una metrica di tipo tradizionale (in particolare la struttura dell ode) operato nella raccolta Vocativo (1957), quasi a voler indicare nella forma l unica possibile salvezza contro le ingiurie del tempo. Di fronte a una realtà che appare difficile da conoscere e da dominare, la poesia si propone come sfida al labirinto rappresentato dall insensatezza della vita. Proprio allo scopo di dare ordine al disordine, in IX Ecloghe (1962) Zanzotto fa ricorso a forme poe tiche consolidate, in particolare al sonetto ( ecloga , del resto, è di per sé un richiamo al la poesia antica). Sul piano linguistico accentua gli arcaismi e gli inserti in latino ma, per contrasto, rinnova il lessico con termini di derivazione scientifica, dando luogo a una ricerca poetica di estrema complessità, che sviluppa ancor più radicalmente nella raccolta La Beltà (1968). La tecnologia interessa il poeta per l attesa di una realtà nuova, anche linguistica, che essa suscita, piuttosto che per quello che viene concretamente realizzato in seguito alle scoperte scientifiche; ma nella raccolta Pasque (1973) Zanzotto mostra an che, in modo più scoperto e drammatico, l angoscia per l inautentico che circonda l in dividuo contemporaneo. 904 / IL SECONDO NOVECENTO E GLI ANNI DUEMILA

Il magnifico viaggio - volume 6
Il magnifico viaggio - volume 6
Dalla Prima guerra mondiale a oggi