Il magnifico viaggio - volume 6

tori come Bassani, Cassola, Tomasi di Lampedusa, ma anche Moravia e Pasolini), accusati di tradizionalismo provinciale, di concessioni all intrattenimento e di disimpegno intellettuale. Si propongono invece di recuperare l audacia sperimentale delle avanguardie storiche innanzitutto del Futurismo propugnando una programmatica rinuncia alla comunicazione e uno sconvolgimento dell ordine linguistico, al fine di sottrarsi alla letteratura di consumo promossa dall industria culturale e, allo stesso tempo, di smascherare la falsità dei modelli di comunicazione imposti dallo sviluppo neocapitalistico. Il principale luogo di incubazione di queste idee è la rivista Il Verri , fondata nel 1956 da Luciano Anceschi, e la prima manifestazione significativa è la pubblicazione, a cura di Alfredo Giuliani (19242007), dell antologia I novissimi. Poesie per gli anni 60 (1961), che raccoglie testi dello stesso Giuliani, di Elio Pagliarani (19272012), Edoardo Sanguineti (19302010), Nanni Balestrini (19352019) e Antonio Porta (19351989). Tutti questi autori seguono le teorie del pluristilismo e del plurilinguismo all insegna del la «negazione della comunicazione esistente (Guglielmi). Pur avendo dichiarato la propria estraneità allo sperimentalismo neoavanguardistico, giunge a risultati analoghi a quelli del Gruppo 63 anche Andrea Zanzotto (19212011), in particolare per quanto riguarda l oscurità del dettato poetico, la forte autoreferenziali tà, e soprattutto per il distacco tra parola ed esistenza, che dà luogo a una poesia i cui contenuti sembrano slegati dall esperienza personale dell autore. Di difficile lettura, ma anche densa di immagini folgoranti e di una sorprendente for za ritmica, è la poesia di Amelia Rosselli (19301996), le cui raccolte Variazioni belliche (1964), Serie ospedaliera (1969), Impromptu (1981) le conferiscono un ruolo di spicco nella ricerca letteraria del secondo Novecento. Appartato rispetto alla dominante tendenza neoavanguardistica è invece il ligure Giovanni Giudici (19242011), che si riallaccia piuttosto al Crepuscolarismo e alla linea ligure di un maestro come Montale. Nella sua raccolta La vita in versi (1965), le tematiche personali e sociali sono espresse in toni medi e spesso prosastici, lontani da ogni oscurità sperimentale. Gli anni Settanta Negli anni Settanta raggiungono visibilità i poeti che Giovanni Raboni (19322004) ha cata logato come la generazione del 68 , fra i quali possiamo ricordare Dario Bellezza (1944 1996), Maurizio Cucchi (n. 1945), Vivian Lamarque (n. 1946) e Milo De Angelis (n. 1951). Mentre la Neoavanguardia era rimasta sostanzialmente confinata agli ambienti acca demici e specialistici, a questi autori va riconosciuto il merito di aver tentato di recuperare un rapporto con un più ampio pubblico, anche grazie alla loro capacità di attirare sul fenomeno poetico l ormai decrescente attenzione dei media; il 1975, tra l altro, è l anno del Nobel a Montale, e sembra che la poesia possa vivere una nuova età dell oro. In realtà però il pubblico appare poco interessato a ciò che questi poeti offrono, e di conseguen za i lettori di poesia finiscono per coincidere, sempre più spesso, con gli autori stessi, che scrivono per un ristretto pubblico costituito dai colleghi e dai critici. Dagli anni Ottanta agli anni Novanta Questa tendenza si aggrava ancora negli anni Ottanta, quando la poesia finisce per esse re relegata nell ambito ristretto di una dimensione quasi privata. Nel 1996 Stefano Gio vanardi, autore con Maurizio Cucchi di una fortunata antologia della poesia del secondo Novecento, testimonia l «invisibilità della poesia: «Da una decina d anni a questa par te le manifestazioni di poesia si sono fatte improvvisamente rare, episodiche, discontinue, come se alla diffusa, debordante creatività degli anni Settanta e dei primi Ottanta fosse 894 / IL SECONDO NOVECENTO E GLI ANNI DUEMILA

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Dalla Prima guerra mondiale a oggi