Il filone fantastico-fiabesco

| Il filone fantastico-fiabesco | Già nel Sentiero dei nidi di ragno Cesare Pavese aveva colto un «sapore ariostesco , per il clima fiabesco che vi si respira. Dopo aver pubblicato quest opera, Calvino indirizza con più decisione il proprio itinerario intellettuale nel solco della narrazione fantastica e allegorica. IL VISCONTE DIMEZZATO Pubblicato nel 1952, il romanzo costituisce la prima parte di una trilogia comprendente anche Il barone rampante (1957) e Il cavaliere inesistente (1959), raccolti nel 1960 in un unico volume, I nostri antenati. Un protagonista diviso in due Ambientato tra Boemia e Italia negli anni attorno alla metà del Settecento, il «visconte dimezzato presenta uno dei personaggi più bizzarri dell intera produzione dell autore: il nobile Medardo di Terralba, glorioso soldato dell imperatore austriaco che, durante la guerra tra Austria e Turchia, viene diviso da una palla di cannone in due metà. Medardo il Buono (la parte sinistra) e Medardo il Gramo (la parte destra) sono due mezzi-personaggi antitetici, in perenne conflitto tra loro in quanto rappresentanti rispettivamente del bene e del male. Gli opposti torneranno a ricongiungersi grazie all intervento risolutore di una contadina di nome Pamela, della quale entrambi sono innamorati, e che il visconte, finalmente ricucito, sposerà. Il significato allegorico Calvino si serve di una vicenda fiabesca per parlare indirettamente dei problemi dell umanità del suo tempo. La divisione del personaggio simboleggia infatti il dimezzamento dell individuo contemporaneo, lacerato dai conflitti della Storia (il libro è scritto in piena guerra fredda) e alienato dalla società neocapitalistica. Il finale della vicenda, tuttavia, suggerisce la possibilità, per l essere umano, di accettare le proprie scissioni con illuministica razionalità: un umanità nuova può nascere dalla consapevolezza che ciascuno di noi custodisce nella propria personalità istanze e pulsioni diverse, perfino contraddittorie. IL BARONE RAMPANTE Il secondo capitolo della trilogia, pubblicato nel 1957, ha una struttura più ampia e articolata. L esistenza avventurosa di Cosimo Piovasco di Rondò, primogenito di una nobile famiglia decaduta, viene narrata da suo fratello minore, Biagio. Nel 1767, dopo un litigio con il severo padre Arminio per essersi rifiutato di mangiare le lumache presentategli in tavola, Cosimo si arrampica su un grande albero, un elce (o leccio) della tenuta di Ombrosa (immaginario paese ligure), giurando di non ridiscenderne mai più. Passando da un albero all altro, visita luoghi mai esplorati prima, e conosce i vicini di casa, tra i quali la giovane e capricciosa Viola, di cui si innamora. Così gli anni trascorrono per lui in questa condizione di distacco e di incompiutezza rispetto al consesso sociale, finché Cosimo, vecchio e stanco, si ammala e, per mantenere fino in fondo la propria promessa, con un colpo di teatro esce di scena aggrappandosi alla corda di una mongolfiera di passaggio. Tra fiaba e racconto filosofico Pur trascorsa sugli alberi, quella di Cosimo non è un esistenza da eremita separato dal consorzio umano; egli è, al contrario, l eccentrica incarnazione dell intellettuale illuminista e cosmopolita il quale, godendo di uno sguardo privilegiato sul mondo, partecipa attivamente alla vita della società e intesse rapporti con ricchi e poveri, con briganti e uomini di intelletto (scoprendo che talvolta le due categorie coincidono). Attira così, L AUTORE / ITALO CALVINO / 715

Il magnifico viaggio - volume 6
Il magnifico viaggio - volume 6
Dalla Prima guerra mondiale a oggi