Il magnifico viaggio - volume 6

35 40 45 50 55 60 65 70 ci avrebbero spiegato il modo che ci avevan fatti nascere: senza mai una parola ci misero davanti il lavoro, il mangiare, i quattro soldi della domenica e infine, per me, l andare da servitore. Non eravamo gli ultimi della nostra parentela e se la facevano tutti abbastanza bene: chi aveva la censa,17 chi il macello gentile,18 chi un bel pezzo di terra propria. L abbiamo poi visto alla sepoltura di nostro padre, arrivarono ciascuno con la bestia,19 e non uno a piedi da poveretto. Dovevamo sentirci piuttosto forti se, quando io ero sugli otto anni, i miei tirarono il colpo20 alla censa di San Benedetto. La presero invece i Canonica, coi soldi che s erano fatti imprestare da Norina della posta. Nostro padre aveva troppa paura di far debiti, allora. Adesso mi è chiaro che nostro padre aveva già staccata la mente dal lavorare la terra e si vedeva già a battere con carro e cavallo i mercati d Alba e di Ceva per il fabbisogno della sua censa, e quando dovette invece richinarsi alla terra, aveva perso molto di voglia e di costanza. Noialtri ragazzi lavoravamo sempre come prima, anche se lui ci comandava e ci accudiva meno, ma a mezzogiorno e a cena ci trovavamo davanti sempre più poca polenta e quasi più niente robiola.21 E a Natale non vedemmo più i fichi secchi e tanto meno i mandarini.22 Nostra madre raddoppiò la sua lavorazione di formaggio fermentato, ma non ce ne lasciava toccare neanche le briciole sull orlo della conca.23 E quando seppe che a Niella ne pagavano l arbarella24 un soldo di più che al nostro paese, andò a venderlo a Niella, e saputo poi che a Murazzano25 lo pagavano qualcosa meglio, si faceva due colline per andarlo a vendere lassù. Dimodoché diventò in fretta come la sorella maggiore di nostro padre, sempre col cuore in bocca,26 gli occhi o troppo lustri o troppo smorti,27 mai giusti, in faccia tutta bianca con delle macchie rosse, come se a ogni momento fosse appena arrivata dall aver fatto di corsa l erta28 da Belbo a casa. Quando noi eravamo via, lei pregava e si parlava ad alta voce: una volta che tornai un momento dalla terra, la presi che cagliava il latte e si diceva: «Avessi adesso quella figlia! . Diceva di nostra sorella, nata dopo Stefano e morta prima che nascessi io, d un male nella testa. Si chiamava Giulia come nostra nonna di Monesiglio, e a Stefano non so, ma a me e a Emilio non ci mancava. Però anche allora io non sono mai passato davanti al camposanto guardando da un altra parte, come un padrone che passa davanti alla sua terra.29 Ci andava male: lo diceva la misura del mangiare e il risparmio che facevamo della legna, tanto che tutte le volte che vedevo nostra madre tirar fuori dei soldi e contarli sulla mano per spenderli, io tremavo, tremavo veramente, come se m aspettassi di veder cascare la volta dopo che le è stata tolta una pietra. Finì che nelle sere d autunno e d inverno mandavamo Emilio alla cascina più prossima a farsi accendere il lume, per avanzare lo zolfino.30 Io ci andai una volta sola, una sera che Emilio aveva la febbre, e quelli del Monastero31 m accesero il lume, ma la vecchia mi disse: «Va , e di ai tuoi che un altra volta veniamo noi da voi col lume spento, e lo zolfino dovrete mettercelo voi . 17 censa: rivendita di tabacchi. 18 gentile: nobile, di carni pregiate. 19 con la bestia: a cavallo o su un carro. 20 tirarono il colpo: cercarono di rilevare. 21 robiola: formaggio tipico delle Langhe. 22 non vedemmo più i fichi secchi e tan- to meno i mandarini: perché questi frutti erano considerati un lusso. 23 conca: grande recipiente di terracotta. 24 arbarella: barattolo in vetro usato per la conservazione degli alimenti. 25 Murazzano: paese poco distante da San Benedetto. 26 col cuore in bocca: in affanno. 27 o troppo lustri o troppo smorti: o trop- po lucidi o troppo spenti. 580 / IL SECONDO NOVECENTO E GLI ANNI DUEMILA 28 erta: salita. 29 come un padrone terra: un padrone che passi davanti alle proprie terre non può evitare di guardarle. 30 avanzare lo zolfino: risparmiare il fiammifero. 31 quelli del Monastero: gli abitanti della cascina vicina (chiamata Monastero).

Il magnifico viaggio - volume 6
Il magnifico viaggio - volume 6
Dalla Prima guerra mondiale a oggi