Pagine di realtà - L’attacco alla casta

Educazione CIVICA – Pagine di realtà

L’attacco alla casta

I nemici dello Stato, contro i quali muove la sua violenta invettiva, erano per Luzi i terroristi e i loro fiancheggiatori. Oggi, invece, i nemici del paese vengono spesso identificati da una diffusa retorica populista nelle stesse istituzioni, cioè nei rappresentanti democraticamente eletti dal popolo, spregiativamente indicati con il termine “casta”. L’autore di questo articolo (che si firma con uno pseudonimo, Aristoteles, come accade nei blog) evidenzia però le contraddizioni insite in questo modo di guardare la realtà politica e sociale.

“Una lotta simbolica contro corrotti e corruttori, politici privilegiati e amministratori disonesti, condotta da un popolo buono e vittima. La casta ci ossessiona, in Italia. A partire dalla pubblicazione del libro di Rizzo e Stella,1 una di quelle opere che, nel loro piccolo, hanno rappresentato lo spirito del tempo. Ormai viviamo nella bolla dell’anti-casta come unica forma di critica possibile al sistema esistente.
Poiché però il pensiero critico non si accontenta di questo sterile deserto, di questo dibattito da curva ultrà, vogliamo chiederci: qual è il significato della retorica che si scaglia contro i privilegi del ceto politico? E ancora, a quale uso essa si presta negli attuali rapporti di forza? Andiamo con ordine.
Per quanto riguarda il primo punto, è evidente che l’impatto reale delle misure anti-casta sulle finanze dello Stato è limitato: 140 milioni di euro dall’abolizione dei vitalizi di parlamentari e consiglieri regionali, in un paese con debito pubblico superiore a 2270 miliardi, è ben poca cosa. È altrettanto evidente, quindi, che la battaglia anti-casta ha una carica simbolica. In due sensi.
L’abolizione dei “privilegi”, un taglio di stipendi e pensioni, renderebbe i politici più vicini al popolo che subisce la macelleria sociale decisa dai politici stessi. Allo stesso tempo, la lotta contro le malvagie élite ha una funzione coesiva e rassicurante. Il popolo si auto-assolve: noi siamo gli onesti che lavorano (le vittime), loro i parassiti, artefici di un sistema disonesto. Il pesce puzza sempre dalla testa.
D’altro canto non è da sottovalutare la grande efficienza con la quale il discorso sulla “casta” soddisfa un arcaico bisogno del popolo italiano: il disprezzo verso sé stesso. Una sorta di compiaciuto auto-razzismo è infatti una costante della nostra psicologia nazionale, non solo tra gli intellettuali innamorati del mondo anglosassone o teutonico ma anche e soprattutto nel sentire dell’uomo della strada. In questo senso la “corruzione della casta” non sarebbe altro che la manifestazione più pura dei “vizi degli italiani”, veri o presunti. Ogni italiano sarebbe un corrotto in potenza, proprio come nei film dei fratelli Vanzina dove la fanno da padroni tangentisti e dispensatori di mazzette [...]. Infine, cosa ancora più importante, si tratta di un modo per liberarsi dalla fatica che comporterebbe un tentativo serio di cambiare le cose, che va di pari passo con il fatalismo ereditato da due secoli di storia non sempre gloriosa. Infatti, se la corruzione è iscritta nella natura dell’italiano, allora non ci può essere redenzione: non resta che coltivare il proprio orticello e tenersi alla larga dalle sirene della politica.
Il senso critico soffoca così nella morsa dell’anti-casta. Non c’è modo di parlare d’altro. Anzi, tutto ciò che è pubblico è ormai associato alla parola “corruzione”. Eppure non tutte le scelte sono al servizio degli “amici degli amici”. Né tutte le critiche si devono fermare a interessi di casta dei politici.
Lo smantellamento della sanità pubblica in nome dell’efficienza e del risparmio è figlia di interessi privati ben più ampi di quelli degli amici del ministro X: è una scelta politica, figlia di un’idea di privatizzazione del servizio pubblico, condivisa ben al di là della corruzione del tale partito o del talaltro.
Anche perché, guarda caso, la corruzione è sempre presentata come un fenomeno eminentemente pubblico. Il corrotto è per definizione il deputato, il sindaco, il funzionario statale o di partito, raramente è l’agente della finanza o dei grandi gruppi privati. Eppure l’esperienza suggerisce il contrario, ovvero che l’iceberg sommerso della corruzione privata superi di gran lunga il corrispettivo pubblico. Anche e soprattutto nei virtuosi vicini di casa europei che vengono additati come modelli un giorno sì e l’altro pure. In questo modo però si finisce per buttar via l’acqua sporca della “casta” con il bambino della rappresentanza politica, che seppur tra mille contraddizioni, inefficienze e tradimenti ha dimostrato di essere un possibile correttivo al potere illimitato di oligarchie capitaliste impazzite.
Non è che non ci sia del vero, nelle polemiche contro il ceto politico. Tuttavia, gli umori del popolo rischiano solo di essere cavalcati da nuovi “parassiti” al servizio delle stesse vecchie politiche e degli stessi gruppi di interesse. La retorica della casta rischia di ridursi a un modo di agitare il popolo prima dell’uso.”

(Aristoteles, Il pesce puzza sempre dalla casta, senso-comune.it, 28 dicembre 2018)

LEGGI E COMPRENDI

1 Perché i provvedimenti “anti-casta” hanno una carica solo simbolica?

2 Secondo l’autore dell’articolo, quali tendenze radicate nel popolo italiano vengono soddisfatte dal discorso contro la “casta”?

RIFLETTI, SCRIVI, SOSTIENI

3 Uno dei temi toccati dall’articolo è quello dello smantellamento della sanità pubblica a vantaggio di quella privata, una scelta che si è rivelata deleteria nella recente pandemia da Covid-19, durante la quale si sono evidenziate gravi carenze strutturali degli organi di medicina territoriale e di sorveglianza sanitaria, soprattutto in quelle regioni dove nei decenni precedenti la privatizzazione del sistema sanitario era stata spinta all’eccesso. Approfondisci il tema della relazione tra pubblico e privato nell’ambito sanitario, soffermandoti su potenzialità e problemi di questo rapporto dialettico, che – come abbiamo accennato sopra – non sempre si è rivelato virtuoso. Scrivi un testo su questo argomento, indicando quali potrebbero essere, a tuo parere, le linee d’azione più efficaci per fornire, anche all’interno di un sistema “misto” (come quello previsto dalla vigente legislazione), le cure gratuite agli indigenti garantite dal dettato costituzionale.

Per fare ricerca

Per approfondire il tema del diritto alla salute, cerca in Rete e leggi i seguenti riferimenti:
• l’articolo 32 della Costituzione italiana, che parla della salute come di un «fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività»;
• la legge 23 dicembre 1978, n. 833 (in seguito oggetto di alcune modifiche), che ha istituito il Servizio sanitario nazionale (SSN).

Il magnifico viaggio - volume 6
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Dalla Prima guerra mondiale a oggi