T1 Avorio

T1

Avorio

Avvento notturno

Compresa nella raccolta Avvento notturno (1940), è questa una delle poesie più celebri di Luzi, particolarmente indicativa della sua fase ermetica per l’oscura e insieme suggestiva ambiguità dei significati.


METRO Endecasillabi sciolti.
Parla il cipresso equinoziale, oscuro
e montuoso ▶ esulta il capriolo,
dentro le fonti rosse le criniere
dai baci adagio lavan le cavalle.
5      Giù da foreste vaporose immensi
alle eccelse città battono i fiumi
lungamente, si muovono in un sogno
affettuose vele verso Olimpia.
Correranno le intense vie d’Oriente
10    ventilate fanciulle e dai mercati
salmastri guarderanno ilari il mondo.
Ma dove attingerò io la mia vita
ora che il tremebondo amore è morto?
Violavano le rose l’orizzonte,
15    esitanti città stavano in cielo
asperse di giardini tormentosi,
la sua voce nell’aria era una roccia
deserta e incolmabile di fiori.

 >> pagina 951 

DENTRO IL TESTO

I contenuti tematici

Pur nel loro aspetto surreale, le visioni della prima parte della lirica – una sorta di volo dalle montagne alle città e fino al mare (vv. 1-11) – acquistano una qualità sempre più positiva e solare, finché al v. 12 la brusca avversativa (Ma), con cui si apre il periodo successivo, suggerisce un contrasto con lo stato d’animo del poeta, come se egli fosse stato sul punto di perdersi in quelle immagini, affidandosi a esse e credendovi, e poi il sogno si fosse concluso all’improvviso, impedendogli qualsiasi abbandono fantastico. Egli si trova a piangere sulla mancanza di vita dovuta alla fine del suo amore (i vocaboli su cui si chiudono i vv. 12 e 13, in antitesi, sono rispettivamente vita e morto), una circostanza che muta la connotazione del paesaggio da positiva a negativa, pur senza cambiare il suo aspetto visionario.

Dal v. 14 in poi si presentano altre visioni e altri sogni, che però sembrano appartenere a un passato irrecuperabile: il tempo verbale non è più il presente (Parla, v, 1; esulta, v. 2; lavan, v. 4), ma l’imperfetto (Violavano, v. 14; stavano, v. 15; era, v. 17). I fiori (le rose, v. 14) non simboleggiano una passione gioiosa, ma rimandano a una sofferenza, a una “violazione”; anche i giardini sono tormentosi (v. 16), un aggettivo che sembra riguardare lo stato d’animo del poeta. La donna amata appare una creatura dura, solitaria, refrattaria a ricevere il suo omaggio (una roccia / deserta e incolmabile di fiori, vv. 17-18) e dunque negata per sempre al suo desiderio.

Le scelte stilistiche

Le realtà descritte nella poesia sono prive di qualsiasi concretezza, lontanissime dalla vita e dall’esperienza quotidiana. Esse si collocano piuttosto su un piano onirico e visionario, in cui il mito, la favola, l’immaginazione diventano gli strumenti per interpretare il mondo. Sono presenze rarefatte ed eccezionali: lo stesso titolo, Avorio, rimanda a una materia rara e preziosa.
Nella direzione di una “sottrazione di realtà” va anche il procedimento in base al quale le determinazioni temporali o spaziali sono rese attraverso gli aggettivi: equinoziale (v. 1) indica il periodo in cui si colloca l’equinozio di primavera, mentre montuoso (v. 2) sta per “in montagna”. Allo stesso scopo, alcune parole sono utilizzate non nel loro significato più comune, ma in quello etimologico: esulta (v. 2) rimanda all’origine latina ed è inteso nel senso di “salta”; attingerò (v. 12) sta per “raggiungerò” (dal latino tangere, “toccare”); asperse (v. 16) è impiegato in luogo di un più comune “cosparse”.

Molto importanti sono le suggestioni foniche e visive, che determinano una trama di notevole capacità evocativa, un po’ come accadeva in poeti quali Rimbaud o Campana, o anche nell’Ungaretti del Sentimento del tempo. Le immagini appaiono come ingrandite, prolungate, dilatate, sia in virtù di alcune scelte lessicali che suggeriscono un’iperbolica ampiezza e un senso di indefinitezza (immensi, v. 5; eccelse, v. 6; lungamente, v. 7), sia per il fatto che le parole sono efficacemente scandite, grazie alle pause, all’interno dei versi. In tal modo il paesaggio assume un aspetto irreale che ricorda la pittura metafisica di de Chirico.

VERSO LE COMPETENZE

COMPRENDERE

1 Spiega le seguenti espressioni metaforiche:
a foreste vaporose 
b battono i fiumi 
c affettuose vele
d intense vie

ANALIZZARE

2 Come spieghi i numerosi riferimenti culturali presenti nella lirica?

INTERPRETARE

3 Che cosa si deduce, dai pochi elementi offerti dal testo, circa la storia d’amore tra il poeta e la donna?

4 Quale visione dell’esistenza emerge complessivamente dalla lirica?

SCRIVERE PER...

ARGOMENTARE
5 Secondo alcuni interpreti, il tema centrale del componimento è la nostalgia. Condividi questa lettura? Argomenta la tua risposta in un testo di circa 15 righe.

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