I GRANDI TEMI

Torquato TASSO | 1 | Il difficile rapporto con la corte Ariosto e Tasso: due modi diversi di vivere a corte A distanza di poco più di due decenni, Ariosto e Tasso vivono nella stessa corte, quella ferrarese degli Estensi. Il primo, addirittura, vi si trasferisce bambino e, divenuto poeta, vi si adatta, con discrezione e realismo, tollerando contraddizioni e ipocrisie e mitigando (come si è visto nelle Satire, T2, p. 213) la protesta e la disapprovazione. Senza mai rinunciare alla sua dignità al pari dei contemporanei Machiavelli e Guicciardini, costretti anch essi a dolorose sconfitte personali Ariosto fronteggia la realtà, per quanto spregevole possa essere, senza mai lasciarsene sopraffare, osservando con equilibrio e con coscienza critica le miserie dell esistenza. Tasso, invece, a corte arriva da lontano, desideroso di gloria e blandito come un ospite eccezionale. E vi arriva con la convinzione di trovare un pubblico aristocratico, fatto di spiriti eletti, che possa apprezzare e capire fino in fondo la sua arte. In altre parole, idealizza un ambiente che invece si rivela un luogo di invidie e maldicenze, insidiato dal conformismo e dalla presenza occhiuta del tribunale dell Inquisizione. Il conflitto tra ideale e reale La corte quale regno di bellezza, di genuina naturalezza e di splendore dell arte esiste ormai solo nella fantasia di Tasso, che vi proietta tutta la propria sognante immaginazione: i cortigiani sono per lui gloriosi cavalieri armati in difesa della fede, le principesse eleganti fanciulle a cui promettere amore e dedizione, il principe un magnanimo eroe pronto a guidare una nuova crociata e, al tempo stesso, disposto a sostenere con munifica generosità l attività letteraria. La realtà si manifesta invece agli occhi del poeta molto diversa, e diversi i suoi protagonisti: tutt altro che anime gentili impegnate in nobili imprese; piuttosto, piccoli uomini alle prese con litigi e miserie quotidiane. Certo, sopravvivono ancora l abbagliante vitalità esteriore e le apparenze lussuose: feste, spettacoli, concerti. Ma tali cerimonie in cui Tasso vede rispecchiata la più profonda anima rinascimentale «costituivano l ultimo lusso d un mondo al tramonto, mentre dietro l aurea facciata la diffidenza e il sospetto, l invidia e la gelosia, ma soprattutto l abile dissimulazione e il gioco diplomatico, avevano corrotto l ambiente cortigiano creando una atmosfera ambigua in cui serpeggiavano, contrastando tra di loro, residui fuochi dell originaria sensualità, ricca e animosa, e tortuose preoccupazioni e meschine ipocrisie (Caretti). L AUTORE / TORQUATO TASSO / 501

Il magnifico viaggio - volume 2
Il magnifico viaggio - volume 2
Il Quattrocento e il Cinquecento