IL CARATTERE - Un uomo altero e paziente

U NA FAM IGL IA A R ISTOC R AT IC A Quello della famiglia Guicciardini è uno stemma araldico parlante, che allude cioè al nome della casata: tre guicciarde (ovvero corni da caccia), simbolo del passatempo preferito dalla nobiltà del tempo. A questo stemma, e a ciò che rappresentava nella storia di Firenze, Francesco Guicciardini rimarrà sempre legato: un orgoglio aristocratico che emerge nell inquieta ambizione di un protagonista della storia italiana del Cinquecento. Stemma araldico della famiglia Guicciardini. tamente arriva. Nel 1516, infatti, il papa lo nomina governatore di Modena e, nel 1517, di Reggio Emilia, città dilaniata da conflitti intestini, che tuttavia egli riesce a placare con piglio deciso. Il laico Guicciardini, nella posizione di servitore dei papi, acquista insomma una posizione politica che travalica i confini della municipalità fiorentina. il carattere Nel maggio del 1521 è suo ospite, a Reggio Emilia, Niccolò Machiavelli, rientrato nel giro della politica attiva e all epoca impegnato in una missione diplomatica nella vicina città di Carpi. I due letterati stringono un amicizia schietta e vivace, di cui resta testimonianza nelle lettere che si scambiano, spesso dal tono scherzoso. UN UOMO ALTERO E PAZIENTE «Desideroso di governare gli altri compagni suoi, e essere sempre el primo fra tutti , «seminatore di discordie e di scandoli , «spirito cupido, inquieto : nel descrivere sé stesso, Guicciardini non brilla per modestia. Quest uomo, destinato dal talento e dal casato illustre a essere «non solo onorato ma quasi adorato (sono ancora parole sue), lega sempre all azione politica l orgogliosa consapevolezza di essere diverso dagli altri: migliore, più onesto, anche più intelligente. «Tracagnotto e mugugnone, come chi è ingrassato coi buoni bocconi di una carriera brillante (Barelli), sopporta i rovesci dell esistenza come un ingiusta persecuzione della fortuna. Altero, riservato e chiuso di carattere, Guicciardini non si concede nemmeno il conforto della fama letteraria, che in fondo disprezza come la narcisistica conseguenza di un attività secondaria rispetto al più utile impegno politico. Per questo, preferisce tenere per sé sentimenti e dolori, praticando la scrittura come qualcosa di clandestino, lontano da occhi indiscreti. Ferito nell orgoglio dalle accuse (fondate e meno fondate), sembra aver a cuore soprattutto la difesa di dignità e onore, le virtù private che nei suoi scritti segreti, non destinati alla pubblicazione, indica come gli unici antidoti all inganno e all ipocrisia. Ripiegato su sé stesso, non può concepire lo slancio di una rivolta o gli scatti di rancore e di passione dell amico Machiavelli, condannato anch egli dalla malignità della sorte. Il carattere di Guicciardini gli suggerisce solo il rimedio della pazienza e del giusto mezzo, proprio come prescrive il motto di famiglia: Ne quid nimis (Niente di troppo). L AUTORE / FRANCESCO GUICCIARDINI / 441

Il magnifico viaggio - volume 2
Il magnifico viaggio - volume 2
Il Quattrocento e il Cinquecento