Il magnifico viaggio - volume 2

95 100 105 sa più cosa farsene della Chiesa ? Non dovrebbe, invece, attaccarla violentemente, con furia paolina, proprio per la sua reale irreligiosità, cinicamente corretta da un vuoto clericalismo? Naturalmente si annuncia invece un grande exploit televisivo proprio per l inaugurazione dell Anno Santo. Ebbene, sia chiaro per gli uomini religiosi che queste manifestazioni pomposamente teletrasmesse, saranno delle grandi e vuote manifestazioni folcloristiche, inutili ormai politicamente anche alla destra più tradizionale. Ho fatto l esempio della televisione perché è il più spettacolare e macroscopico. Ma potrei dare mille altri esempi riguardanti la vita quotidiana di milioni di cittadini: dalla funzione del prete in un mondo agricolo in completo abbandono, alla rivolta delle élites teologicamente più avanzate e scandalose. Ma in definitiva il dilemma oggi è questo: o la Chiesa fa propria la traumatizzante maschera del Paolo VI folcloristico che «gioca con la tragedia, o fa propria la tragica sincerità del Paolo VI che annuncia temerariamente la sua fine. La fine del potere religioso Il cattolicesimo è una delle componenti fondamentali di quell identità italiana che secondo Pasolini è soggetta a un vorticoso mutamento. Va ricordato che gli anni Sessanta vedono la celebrazione del Concilio ecumenico Vaticano II (1962-1965) da cui scaturiranno la riforma liturgica (tra l altro, con l uso delle lingue nazionali al posto del latino) e, più in generale, una nuova apertura della Chiesa al mondo contemporaneo e poi la difficile fase del post-Concilio, che si estende agli anni Settanta. Papa Paolo VI (sul soglio di Pietro dal 1963 al 1978) si trova a chiudere il Concilio, indetto dal suo predecessore Giovanni XXIII, e a mediare tra le spinte innovatrici e progressiste e le resistenze conservatrici. Ma a interessare Pasolini è soprattutto la posizione della Chiesa sullo sfondo della società contemporanea. Se la religione cristiana è stata per secoli legata alla civiltà contadina, ora che quest ultima è stata travolta dall industrializzazione del paese, qual è il ruolo della dimensione religiosa? C è ancora spazio per la fede? Pasolini ritiene che il nuovo Potere, quello dei consumi di massa, non sappia più che farsene della religione. La omaggia formalmente (del resto a governare è ancora un partito di ispirazione cristiana, la Dc), ma di fatto essa gli è inutile. E la Chiesa come si comporta in questa mutata situazione? Ha capito di essere diventata qualcosa di superfluo, anzi di profondamente antitetico, rispetto all etica materialistica del consumismo? Una critica senza soluzioni Ebbene, Pasolini rimprovera alla Chiesa cattolica proprio la mancanza di coraggio nel contrapporsi, nel prendere le distanze, nel resistere a questa nuova china su cui si è avviata la società italiana. Per fare ciò, la Chiesa dovrebbe passare all opposizione (rr. 47-48), agendo dunque come un istituzione antagonista, sul piano dei comportamenti e dei valori. Solo così potrà acquisire un ruolo presso i fedeli: un ruolo non folcloristico o esteriore, ma conflittuale rispetto ai modelli dominanti. Ma potrà la Chiesa negare se stessa (r. 53) e diventare altro, alimentando nei credenti una spiritualità disinteressata e una visione del mondo e della vita alternativa a quella promossa dalla società del benessere? Contrariamente a Machiavelli, non c è spazio in Pasolini per l utopia: il suo dissenso disperato non lo porta neanche ad aspirare a costituire o a immaginare una reale, praticabile alternativa alle cose. Amici e parenti riuniti intorno alla televisione, alla fine degli anni Cinquanta. L AUTORE / NICCOL MACHIAVELLI / 437

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Il Quattrocento e il Cinquecento