Il magnifico viaggio - volume 2

DENTRO IL TESTO Imitazione e naturalismo I contenuti tematici Il capitolo si apre con una premessa metodologica di grande importanza, perché chiarisce le basi del principio di imitazione adottato da Machiavelli: per avere successo, è necessario seguire l esempio degli uomini grandi, in modo che, se anche non fosse possibile eguagliarne i risultati, ci si possa almeno avvicinare (ne renda qualche odore, r. 8). Tale pratica è essenziale poiché la natura umana è immutabile attraverso i secoli (rr. 3-4). Tuttavia, non si pensi che l imitazione riesca sempre in modo perfetto, sia per la difficoltà di eguagliare i grandi uomini del passato sia perché le condizioni specifiche delle varie epoche non possono essere identiche. E qui si innesta la metafora degli arcieri prudenti (rr. 8-9), i quali per pervenire al disegno (r. 12) devono alzare la mira, consci che il bersaglio deve essere commisurato alle proprie forze. La virtù, l occasione e la fortuna Due sono i prerequisiti fondamentali per conquistare il potere: la virtù e la fortuna. L assenza di uno di questi due elementi determina il fallimento dell azione. Machiavelli aggiunge però che è necessario affidarsi alla virtù per sfruttare adeguatamente le occasioni propizie offerte dalla fortuna. Per avvalorare il concetto, si serve di esempi illustri tratti dalla Bibbia, dalla mitologia e dalla Storia, come Mosè, Ciro, Romolo e Teseo. Con la sola eccezione di Romolo, si tratta di eroi che hanno agito trasformando una momentanea condizione di rovina in una occasione privilegiata per fondare uno Stato nuovo. In quest ottica, si capisce come la virtù di cui parla Machiavelli si configuri come quell insieme di forza, capacità e acume che permette di cogliere con energica prontezza l occasione quando questa si presenta. La virtù non è separabile dalla forza L innovatore che acquista il potere deve essere inoltre consapevole che la sua azione è inizialmente mal vista e osteggiata da quanti traggono un utile nelle vecchie istituzioni, mentre quella dei conservatori gode normalmente di sostenitori più agguerriti. Per questa ragione, un «principe nuovo deve adottare delle contromisure che gli permettano di contrapporsi efficacemente agli oppositori: l uso della forza si rivela senz altro il migliore strumento per vincere avversari e avversità. Attraverso il suo tipico procedimento, Machiavelli arriva a concludere il ragionamento con una massima perentoria, che non ammette eccezioni: e profeti armati vinsono ed e disarmati ruinorno (r. 59). Infatti, la Storia, antica e recente, si incarica di confermare l assunto: i quattro esempi già citati erano tutti profeti armati. Disarmato, e perciò condannato alla sconfitta, è stato invece Savonarola, del quale Machiavelli non critica il progetto ideologico, ma soltanto l imperizia strategica, che lo ha portato alla rovina. Il suo caso permette di capire che, per mantenere saldo il consenso popolare, sempre incostante e inaffidabile, la virtù deve accompagnarsi alla forza. L organizzazione logica del discorso L impostazione dilemmatica Le scelte stilistiche Il passo proposto esemplifica, specialmente nella prima parte, il periodare tipico della prosa machiavelliana: troviamo infatti una serie assai lunga di coordinate e subordinate, che riproducono l andamento del pensiero, fino alla conclusione logica, resa con un immagine popolaresca (almeno ne renda qualche odore, r. 8). Significativi sono il ricorso al procedimento dilemmatico , realizzato con l uso della disgiunzione (o virtù o fortuna, r. 16; se questi innovatori stanno per loro medesimi o se dependono da altri [ ] bisogna che preghino, o vero possono forzare, rr. 54-56) e l impiego delle massime, che tendono ad assolutizzare con lapidaria incisività la visione machiavelliana dell uomo (la incredulità degli uomini, e quali non credono in verità le cose nuove, se non ne veggono nata una ferma esperienza, rr. 50-51; e profeti armati vinsono ed e disarmati ruinorno, r. 59). La medesima esigenza di togliere ogni dubbio a quanto è stato affermato si esprime inoltre attraverso un altra costante dello stile dell autore fiorentino, le formule verbali di necessità (Era adunque necessario, r. 32; Conveniva, r. 34, o conviene che, r. 68; Bisognava che, r. 35; E debbasi, r. 44). L AUTORE / NICCOL MACHIAVELLI / 365

Il magnifico viaggio - volume 2
Il magnifico viaggio - volume 2
Il Quattrocento e il Cinquecento