Il magnifico viaggio - volume 2

Dall Umanesimo civile alla letteratura cortigiana Nella prima metà del Quattrocento, soprattutto dove sopravvivono istituzioni repubblicane è il caso di Firenze e Venezia , l umanista conserva il proprio spazio di manovra come cittadino impegnato nella difesa della propria libertà, protagonista attivo della vita politica, spesso inserito in prima persona nell amministrazione statale. questa la fase che si è soliti definire come Umanesimo civile . Tuttavia, a mano a mano che le corti signorili prendono il sopravvento ai danni dei governi comunali, anche la figura dell intellettuale cambia. Nei primi decenni del Cinquecento esistono ancora casi di letterati impegnati in politica, come Machiavelli e Guicciardini, la cui vicenda va però considerata un eccezione, perché legata al governo repubblicano di Firenze. Altrove, in Italia, non si trova più l uomo di cultura che partecipa attivamente al progresso sociale e civile, ma il cortigiano dedito esclusivamente all otium (vale a dire alla propria attività letteraria), professionista al servizio del signore (e talvolta con fatica e sentimenti contrastanti, come accade a Ludovico Ariosto). A questo nuovo modello antropologico Baldassarre Castiglione dedica un opera di grande successo, Il Cortegiano (1528), che fornisce un significativo repertorio di qualità, culturali ma anche etiche, necessarie per vivere a corte. La soluzione ecclesiastica L intellettuale ha inoltre un altra soluzione per guadagnarsi da vivere: entrare nella Chiesa come ministro ordinato, per godere di non trascurabili benefici ecclesiastici e trovare maggiore sicurezza, soprattutto durante la crisi degli Stati italiani, esposti alle minacce degli eserciti stranieri. Non è un caso che la carriera ecclesiastica, specie nel Cinquecento, rappresenti un opzione assai praticata dagli intellettuali. Basti pensare alle aspirazioni di Guicciardini e di Ariosto, rispettivamente alla caccia di un cardinalato e di un vescovato, all appartenenza a ordini religiosi di letterati come Bandello e Folengo, alle carriere di Della Casa, che diventa chierico della Camera Apostolica e vescovo di Benevento, di Castiglione, nunzio apostolico, o di Bembo, che viene nominato addirittura cardinale. La qualità della condizione del chierico al servizio della Chiesa non differisce da quella del cortigiano che dipende da un signore: quella pontificia è una corte sfarzosa non Gutenberg, un assistente di bottega e l impresario Johann Fust osservano un foglio della prima Bibbia a stampa. meno delle altre, senza considerare che vescovi e cardinali, in certi casi umanisti anch essi, sono committenti generosi, in tutto simili per comportamento, gusti e ambizioni ai mecenati laici. L invenzione della stampa e le sue conseguenze sul ruolo del letterato Una terza possibilità di occupazione per l intellettuale si apre in seguito all invenzione della stampa, a opera di un orefice della città tedesca di Magonza, Johann Gutenberg, cui si deve nel 1457 l edizione di una Bibbia stampata a caratteri mobili in piombo. Grazie alla stampa, la cerchia dei lettori si accresce enormemente, anche al di fuori della corte. I libri possono ora diffondersi con tirature prima inimmaginabili e con costi ridotti, influendo sul costume e raggiungendo un pubblico più diversificato, formato spesso da borghesi desiderosi di svago, intrattenimento, evasione. Inoltre la nascita delle prime tipografie prefigura un nuovo status per il letterato, che può prestare la sua opera al servizio di un editore come consulente, collaboratore, direttore di collane. Sono i casi, tra gli altri, di Pietro Bembo, che nel 1501 cura l edizione del Canzoniere di Petrarca per il tipografo veneziano Aldo Manuzio, o di Pietro Aretino, che intuisce le possibilità di un mercato librario più ampio per accrescere la propria fama e influenza. L EPOCA E LE IDEE / 35

Il magnifico viaggio - volume 2
Il magnifico viaggio - volume 2
Il Quattrocento e il Cinquecento