Il magnifico viaggio - volume 2

Come prescriveva la concezione naturalistica tipica del Rinascimento, anche secondo Machiavelli gli uomini non si trasformano con il succedersi dei secoli, ma rimangono immobili in ogni tempo e latitudine: «Il cielo, il sole, li elementi, li uomini , scrive nei Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio, non sono «variati di moto, di ordine e di potenza da quello che gli erono antiquamente (I, Proemio, T10, p. 401). Si deve imitare il passato, ma non passivamente Se la natura e la psicologia umana non cambiano nel tempo, i processi storici sono di conseguenza caratterizzati da ciclicità e immutabilità. Nelle opere classiche si possono rintracciare esperienze, vicende, comportamenti che, sia pure in contesti e in epoche diverse, si ripetono nel presente. Per questo, apprendendo la lezione degli autori antichi, il principe «prudente deve trovare negli «esempli del passato i rimedi per risolvere crisi e difficoltà. Con questo invito Machiavelli riafferma un criterio, tipico della cultura umanistica: il principio dell imitazione. In particolare, gli intellettuali dell Umanesimo civile fiorentino avevano cercato nell antichità riferimenti validi per l impegno pubblico, rivissuto grazie alla fede in una politica animata da virtù individuali e collettive. Machiavelli si colloca a conclusione di questa tradizione: la drammatica coscienza della rovinosa decadenza italiana lo porta a «biasimare i presenti tempi, laudare i passati, e desiderare i futuri (Discorsi, II, Proemio). Tuttavia l imitazione non può risultare acritica o indiscriminata, ma selettiva: non deve ridursi a essere fine a sé stessa, né comportare uno sterile rifugiarsi nel passato. In particolare nella politica, l imitazione deve configurarsi come il motore del rinnovamento, la spinta decisiva a recuperare «nuova vita e nuova virtù (Discorsi, III, 1). Perché ciò sia possibile, è necessario che essa non sia astratta, generica o libresca, bensì che diventi concreta e operativa, in grado cioè di incidere sulla realtà adattandosi alle specifiche ed effettive condizioni civili, politiche, economiche del presente. Repubblica o principato Per questo Machiavelli evita di indicare una forma di governo perfetta, poiché la soluzione politica e istituzionale giusta è solo quella che meglio sa conformarsi alle particolari e contingenti circostanze del momento. Lo scrittore al lavoro Machiavelli è curvo sui libri di storia e sulle mappe antiche, con lo sguardo meditabondo; la posa (la mano a coprire la bocca) è di chi riflette più che di chi legge o scrive. I libri della ricca biblioteca sono disordinati, nello scaffale alle sue spalle, sul tavolo da lavoro, sulla sedia, perfino adagiati per terra. Stefano Ussi, Niccolò Machiavelli nello studio (particolare), 1894. Roma, Galleria Nazionale d Arte Moderna. L AUTORE / NICCOL MACHIAVELLI / 335

Il magnifico viaggio - volume 2
Il magnifico viaggio - volume 2
Il Quattrocento e il Cinquecento