Il magnifico viaggio - volume 2

Le conseguenze della vittoria di Bembo Da questo momento in poi, con il successo della soluzione caldeggiata da Bembo, si può cominciare a parlare di italiano e non più di volgare , e nemmeno di fiorentino . Certo, fiorentino è il modello egemone, rappresentato dalla lingua di Petrarca e Boccaccio, ma la lingua fiorentina parlata dal popolo sarà un dialetto come gli altri, ridotto a espressione locale e a puro strumento di comunicazione. Nei secoli successivi, la letteratura alta sarà solo nell italiano cristallizzato indicato da Bembo e promosso dalla stampa e dalle iniziative tipografiche, che in lui ebbero il massimo animatore. Per scrivere come impone la sua soluzione, i letterati dovranno studiare e imparare sui libri la lingua con la quale esprimersi nelle loro opere. Scritto e parlato seguiranno ciascuno il proprio corso: lo scritto, sistematizzato e uniformato secondo un immobile idea- le di nobiltà espressiva appreso dagli autori del Trecento; il parlato, destinato a evolversi con l uso comune e nella comunicazione spontanea. Lo scollamento tra lingua letteraria e lingua comune (e quindi fra letteratura e popolo) durerà per secoli: un fenomeno che non ha eguali nella cultura degli altri paesi europei. I dialetti tuttavia non scompaiono dall orizzonte letterario: essi sopravvivono, e spesso con grande vivacità e forza espressiva (e il Cinquecento ne offrirà esempi assai significativi, come il caso di Ruzante). Ma restano ai margini del canone , strumento di artisti periferici e di norma non integrati, che se ne servono per esprimere o rappresentare realtà comiche, valori antagonistici o polemici, sentimenti popolareschi. un controcanto spesso ricco di vitalità che contrasta in modo dissonante con la tendenza al sublime, tipica della letteratura italiana ufficiale. la parola CANONE/ Il termine canone viene dal greco kan n, che in origine significava canna e poi regolo , indicando un unità di misura. Presto però acquista il valore di regola , norma , principio , esempio . Nel latino ecclesiastico, il termine assume l accezione di lista , per indicare l elenco autorizzato dei testi sacri (definiti, appunto, canonici) accolti dalla Chiesa come ispirati da Dio, in contrapposizione a quelli discussi e a quelli apocrifi, cioè letteralmente nascosti ed esclusi dalla Bibbia. Successivamente, il termine viene ad assumere anche altri significati come quello di tributo ordinario e fisso. Il significato attuale, usato nel linguaggio critico letterario, non si discosta molto dalle origini. Il termine indica infatti i criteri della valutazione artistica (i canoni del gusto ) oppure la lista delle opere e dei testi ritenuti essenziali e imprescindibili all interno di una precisa tradizione letteraria. Giorgio Vasari, Ritratto di sei poeti toscani (Dante, Petrarca, Boccaccio, Guido Cavalcanti, Marsilio Ficino e Cristofano Landino), 1544. Minneapolis Institute of Arts. L EPOCA E LE IDEE / 33

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Il magnifico viaggio - volume 2
Il Quattrocento e il Cinquecento