D2 - I piaceri della vita quotidiana (De dignitate et

DOCUMENTO 2 I piaceri della vita quotidiana Giannozzo Manetti, De dignitate et excellentia hominis Discendente di una ricca famiglia di mercanti, Giannozzo Manetti nasce nel 1396 a Firenze, città in cui vive fino al 1453. Membro delle magistrature fiorentine e inviato nelle più importanti legazioni, è costretto all esilio nel 1453 in seguito a contrasti politici con Cosimo de Medici. Si trasferisce così prima a Roma e poi a Napoli, presso re Alfonso d Aragona, da cui riceve onori e cariche fino al 1459, anno della sua morte. La sua fama, maturata in seno ai cenacoli umanistici della Firenze del primo Quattrocento, è dovuta alle molte orazioni, dissertazioni filosofiche e teologiche, biografie, tra cui quelle di Dante, Petrarca e Boccaccio. La sua opera più nota è il trattato in 4 libri De dignitate et excellentia hominis (La dignità e l eccellenza dell uomo, 1452), che gli è commissionato da re Alfonso e che può essere considerato tra le opere più significative della nuova concezione rinascimentale dell uomo. L autore Con l Umanesimo viene recuperata la dimensione fisica dell esistenza, da vivere completamente e senza sensi di colpa. In questo passo viene celebrato un vero e proprio elogio del corpo umano, rivalutando i sensi e la bellezza della vita stessa. L intellettuale umanista riscopre con gioioso ottimismo il piacere legato ai sensi. Manetti elenca gli infiniti aspetti positivi del vivere, in polemica con l ascetismo medievale. L autore promuove una nuova mentalità, non più condizionata dal disprezzo per il mondo, ma serena e aperta al piacere. Non c è atto umano, ed è mirabile cosa, sol che ne consideriamo con cura e attenzione la natura, dal quale l uomo non tragga almeno un piacere non trascurabile: così attraverso i vari sensi esterni, come il vedere, l udire, l odorare, il gustare, il toccare, l uomo gode sempre piaceri così grandi e forti, che taluni paiono a volte superflui ed eccessivi e soverchi.1 Sarebbe infatti difficile a dirsi, o meglio impossibile, quali godimenti l uomo ottenga dalla visione chiara ed aperta dei bei corpi, dall audizione2 di suoni e sinfonie e armonie varie, dal profumo dei fiori e di simili cose odorate, dal gustare cibi dolci e soavi, e infine dal toccare cose estremamente molli.3 [ ] Perciò se gli uomini nella vita gustassero quei piaceri e quei diletti, piuttosto che tormentarsi per le molestie e gli affanni, dovrebbero rallegrarsi e consolarsi invece di piangere e di lamentarsi, soprattutto poi avendo la natura fornito con larghezza copiosa4 numerosi rimedi del freddo, del caldo, della fatica, dei dolori, delle malattie; rimedi che sono come sicuri antidoti di quei malanni, e non aspri, o molesti, o amari, come spesso suole accadere con i farmaci, ma piuttosto molli, grati, dolci, piacevoli. A quel modo infatti che quando mangiamo e beviamo, mirabilmente godiamo nel soddisfare la fame e la sete, così ugualmente ci allietiamo nel riscal- Giuseppe Arcimboldo, Primavera, 1573. darci, nel rinfrescarci, nel riposarci. Parigi, Museo del Louvre. 1 soverchi: esagerati. 2 audizione: ascolto. 3 molli: morbide, soffici. 4 larghezza copiosa: grande generosità. L EPOCA E LE IDEE / 25

Il magnifico viaggio - volume 2
Il magnifico viaggio - volume 2
Il Quattrocento e il Cinquecento