Il magnifico viaggio - volume 2

DENTRO IL TESTO Bembo e gli stereotipi della bellezza Berni e la sua parodia, estetica e letteraria Le metafore al posto sbagliato I contenuti tematici Abbiamo scelto di presentare qui (e non nella sua sede naturale all interno dell Unità sul Petrarchismo) il più famoso e paradigmatico sonetto del Petrarchismo italiano, di Pietro Bembo, per cogliere meglio, oltre alle sue caratteristiche, quelle della risposta parodica di Berni. Il ritratto di Bembo segue una traccia ben precisa: le varie parti della descrizione obbediscono al ritratto codificato delle qualità fisiche e morali di una donna di rara avvenenza e d alto rango. un operazione estetica destinata a sancire i parametri della bellezza femminile per il pubblico aristocratico delle corti. Castiglione con Il Cortegiano aveva svolto lo stesso compito dettando le norme del buon comportamento in società; Bembo replica l iconografia petrarchesca, dalle chiome al volto e alla persona, e vi aggiunge l esaltazione delle qualità morali dell amata (senno maturo, v. 10; leggiadria, v. 11; somma onestade, v. 12). Vengono così riassunti i canoni consueti della bellezza (ma di una bellezza anonima, impossibile da riferire a una persona in carne e ossa), che grosso modo si ritrovano nella ormai lunga tradizione della poesia d amore in lingua volgare. Capovolgere questi canoni non sarebbe di per sé un operazione difficile. Ma Berni fa di più: non accontentandosi di parodiare un cliché estetico (presentando una vecchia sgradevole invece di una fanciulla bellissima), realizza una vera e propria parodia letteraria della lingua petrarchista che quei canoni ha immortalato. Le scelte stilistiche La parodia della lingua petrarchista avviene innanzitutto grazie al contrasto tra i vocaboli e le cose alle quali sono collegati. Gli attributi metaforici vengono spostati dalla loro sede naturale su altri oggetti e in tal modo trasformano l immagine della donna, che non è più creatura paradisiaca, come in Bembo, ma strega di raccapricciante bruttezza: basta scompigliare gli accostamenti e gli stessi sintagmi acquistano significati opposti a quelli assunti normalmente. Qualche esempio: d oro (v. 2) è il viso (che, quindi, diventa di un colorito giallastro ), non i capelli; crespa (v. 3) è la fronte ( tutta rugosa ) e non la chioma; le perle (v. 5) sono gli occhi acquosi e non più i denti. E così via con tutti gli altri epiteti: le mani tozze, le labbra cadaveriche, la bocca bluastra, i denti radi e malfermi, la voce mai sentita prima (tant è sgraziata) fino ai costumi (v. 12), anche qui collocati in coda al sonetto, ma in questo caso superbi e odiosi. Il lessico ambiguo Grazie al carattere vago del lessico petrarchesco, Berni gioca con l equivoco. L espressione mi scoloro (v. 3) significherebbe di norma impallidisco per l emozione amorosa, ma qui l accezione è opposta: il poeta non può nascondere in volto il senso di repulsione davanti alla fronte della donna. Lo stesso malizioso gioco linguistico viene praticato con gli strali di Amore e Morte (v. 4), spuntati perché respinti da un simile oggetto, con la voce (armonia, v. 11), che è inaudita, ineffabile perché gracchiante come quella di nessun altra donna, e con gli aggettivi alteri e gravi, che definiscono i costumi (v. 12), ma non per sottolinearne la virtù (come potrebbe essere invece in un contesto regolare ), bensì la durezza e la superbia. Altri artifici della parodia Anche sul piano retorico e ritmico la strategia non cambia. Il procedimento di Berni continua sulla stessa falsariga dissacratoria, riproducendo l uso petrarchesco dell ossimoro (il bel viso d oro, v. 2; le dita e man dolcemente grosse e corte, v. 8) e delle dittologie (irte e attorte, v. 1; Amore e Morte, v. 4; dita e man, v. 8; ampia celeste, v. 9; rari e pellegrini, v. 10; inaudita, ineffabile, v. 11; alteri e gravi, v. 12), nonché la cadenza musicale, interrotta da effetti stridenti, come quelli ottenuti attraverso le allitterazioni della t e della r: irte e attorte / senz arte, intorno (vv. 1-2); torte / da ogni obbietto (vv. 5-6). L appello finale ai poeti d amore chiude (ma non si può dire in bellezza ) il pezzo di bravura di Berni con un ritmo solenne e apparentemente serissimo, come avveniva anche nelle terzine dei professionisti del Petrarchismo. LA CORRENTE / L ANTICLASSICISMO / 179

Il magnifico viaggio - volume 2
Il magnifico viaggio - volume 2
Il Quattrocento e il Cinquecento