T3 - Chiome d’argento fine, irte e attorte

/ T3 / / Il Petrarchismo e la sua parodia / Chiome d argento fine, irte e attorte Francesco Berni, Rime, 22 Presentiamo il sonetto più famoso di Berni accanto a quello, altrettanto noto, tratto dalle Rime di Bembo (1530), che lo ha ispirato: Crin d oro crespo e d ambra tersa e pura. Dal confronto diretto si può meglio capire l abile riutilizzo in chiave comica del più classico (e al tempo stesso stereotipato) repertorio petrarchesco. METRO Sonetto con schema di rime ABBA ABBA CDE DCE. francesco berni pietro bembo 4 Chiome d argento fine, irte e attorte senz arte, intorno a un bel viso d oro; fronte crespa, u mirando io mi scoloro, dove spunta i suoi strali Amore e Morte; 4 Crin d oro crespo e d ambra tersa e pura, ch a l aura su la neve ondeggi e vole, occhi soavi e più chiari che l sole, da far giorno seren la notte oscura, 8 occhi di perle vaghi, luci torte da ogni obbietto disuguale a loro; ciglia di neve, e quelle, ond io m accoro, dita e man dolcemente grosse e corte; 8 riso, ch acqueta ogni aspra pena e dura, rubini e perle, ond escono parole sì dolci, ch altro ben l alma non vòle, man d avorio, che i cor distringe e fura, 11 labbra di latte, bocca ampia celeste, denti d ebano, rari e pellegrini, inaudita, ineffabile armonia; 14 costumi alteri e gravi: a voi, divini servi d Amor, palese fo, che queste son le bellezze de la donna mia. 14 giunta a somma beltà somma onestade, fur l esca del mio foco, e sono in voi grazie, ch a poche il ciel largo destina. Crin d oro crespo e d ambra tersa e pura 1-4 Capelli ricci biondi come l oro, lucenti e nitidi come l ambra, che ondeggiate e volate all aria (aura) sul volto candido come la neve, occhi dolci e più luminosi del sole, al punto di trasformare la notte più scura in un nitido giorno, 5-8 begli occhi acquosi, pupille distorte da qualunque cosa che non sia in linea con loro; ciglia imbiancate, e quelle dita e mani, per le quali mi struggo (m accoro), dolcemente tozze e corte; 5-8 sorriso che calma e placa anche le sofferenze più crudeli e dolorose, labbra e denti, da cui escono parole così dolci che l anima non desidera nessun altra gioia, mani bianche come l avorio, che stringono e rapiscono (fura) i cuori, 9-11 labbra biancastre, grande bocca celeste, denti neri come l ebano, radi e malfermi (pellegrini), voce (armonia) inaudita e indicibile; 9-11 canto, che sembra un armonia divina, assennatezza e prudenza nella più giovane età, grazia mai veduta prima (unqua) fra noi, 12-14 modi superbi e severi: a voi, divini servitori di Amore, rendo noto che le bellezze della mia donna sono queste. 12-14 somma onestà congiunta alla massima bellezza furono l esca che accese il fuoco del mio amore, e sono presenti in voi tante grazie, che il cielo così generosamente (largo) riserva a poche. 3 u : dove (latinismo). 178 / UMANESIMO E RINASCIMENTO PARAFRASI 1-4 Capelli d argento fino, ispidi e aggrovigliati senza alcuna grazia (senz arte), intorno a una bella faccia gialla; fronte aggrottata, che a guardarla impallidisco, ove si spuntano le frecce (strali) di Amore e della Morte; PARAFRASI Chiome d argento fine, irte e attorte 11 cantar, che sembra d armonia divina, senno maturo a la più verde etade, leggiadria non veduta unqua fra noi,

Il magnifico viaggio - volume 2
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Il Quattrocento e il Cinquecento