Il magnifico viaggio - volume 1

55 60 I villani dalle lingue sottili non temo, se il signore di Galizia hanno imbrogliato: a lui l infamia è giusta, a lui che catturò Raimondo, il figlio del conte, suo parente, pellegrino, ben lo sappiamo e so che lui, re Ferdinando, male riavrà il suo onore se non lo scioglie e salva. Io l avrei visto, ma restai per questo impegno: fui all incoronazione del buon re d Estampes. 51-58 I villani salva: il riferimento potreb- be essere alla complicità di Ferdinando II di Castiglia nella prigionia di Raimondo VI, figlio del conte di Tolosa, per vendicare l omicidio di Raimondo Berengario avvenuto nel 1181. 60 re d Estampes: Filippo II (detto anche Filippo Augusto), incoronato re di Francia nel 1180. Le parole valgono villano La lingua riflette spesso la mentalità dei ceti dirigenti, in ogni epoca. In quella medievale, chi risiedeva nella villa, la terra aperta che si contrapponeva al borgo e al castello, e si trovava nella condizione di servo della gleba, veniva considerato rozzo e incivile. facile immaginare il disprezzo con cui i cit- tadini guardassero ai lavoratori dei campi: un disprezzo che sopravvive ancora oggi quando definiamo villana una persona poco educata, mentre diciamo «urbano ogni individuo o comportamento elegante. Allo stesso campo semantico di villano appartengono nella nostra lingua altri aggettivi che individuano nella gente di campagna e nella sua condotta il prototipo della rozzezza: indicane alcuni. ANALISI ATTIVA Un sentimento totalizzante I contenuti tematici Il gioioso canto degli uccelli che al poeta sembrano rivolgersi ciascuno alla propria compagna induce l autore, dominato dal pensiero amoroso, a elaborare una canzone dedicata alla più gentile (v. 6), vale a dire alla donna amata. una lirica passionale, in cui l attrazione verso la donna è resa con accenti anche molto concreti e diretti (di questa ho una gran fame, v. 14), perché la pura gioia dell amore è più forte dei sentimenti negativi che talora occupano il cuore dell essere umano (rabbia o ira, v. 18). Nella seconda strofa il poeta rivendica il proprio merito nell aver scelto, come oggetto del suo amore, una donna straordinaria (non rame ma oro fino, v. 22): in complicità con lei è stato in grado di rintuzzare le invidie e le gelosie dei falsi adulatori, delle lingue di vipera (v. 25), il cui antagonismo rispetto all affermazione del sentimento amoroso rappresenta un topos della poesia provenzale. Nella terza strofa viene espresso il desiderio dell autore di poter trascorrere una notte d amore con la donna, attraverso una preghiera a Dio che ha qualcosa di ardito (se non proprio di dissacrante), giacché si tratta pur sempre di una passione non benedetta dal sacramento del matrimonio. Egli si rende ben conto come leggiamo nella quarta strofa di aspirare a un bene davvero prezioso, forse superiore a quanto meriterebbe (ben sono folle, allora, se tanto chiedo, se non mi pento, v. 48), ma ciononostante è determinato a conseguire il proprio obiettivo (savio non è nessuno che la sua gioia sfugga, v. 50), anche perché Amore è implacabile. 1. Nella poesia provenzale, il risveglio dell amore è spesso associato alla stagione primaverile. Quali riferimenti ad essa puoi individuare nel testo? 2. Quali tra le seguenti caratteristiche femminili sono menzionate nel testo? a La pelle bianca. b I capelli d oro. c Le labbra rosse. d Il bel corpo. 3. Perché la donna è oro fino (v. 22), secondo il poeta? a Per la sua bellezza. b Per la sua nobiltà. c Per la sua accortezza. d Per la sua grazia. LA CORRENTE / LA LETTERATURA CORTESE-CAVALLERESCA / 85

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Dalle origini al Trecento