Il magnifico viaggio - volume 1

PROVA 2 25 30 Fra quelli che ascoltavano la predica vi erano due giovani mattacchioni, il Bragaunta e il Pizzino, che pur essendo amici del frate, decisero di fargli una beffa. Mentre frate Cipolla pranzava, uno di loro avrebbe tenuto a bada il suo servo, e l altro, entrato nel locale dove stavano le capaci bisacce del religioso, si sarebbe impossessato della penna dell arcangelo. Il servo di frate Cipolla, detto Balena e anche Porcellone tanto era grosso, aveva la peggior fama del mondo. Lo stesso suo padrone usava elencare in rima i suoi difetti: Tardo unto come il lardo bugiardo Negligente disubbidiente maldicente 35 40 45 50 55 60 65 Trascurato smemorato scostumato Aggiungeva, che il Porcellone, credendosi molto bello, in ogni luogo dove capitava voleva prender moglie e metter su casa. «Tuttavia diceva «mi è di grande aiuto, perché grosso e forte com è, porta le mie bisacce, che spesso sono così pesanti da stroncare un asino. A costui frate Cipolla aveva affidato la custodia delle bisacce, nella locanda dove avevano preso alloggio. Ma il Balena o Porcellone, invece di guardarle se n era andato in cucina a motteggiare con le lavapiatti, lasciando aperta la camera. I due giovani, vedendolo occupato a raccontar frottole nella cucina, salirono nella stanza del frate e cominciarono a ispezionar le bisacce, in una delle quali trovarono una cassettina. Apertala, vi rinvennero, avvolta in veli di seta, una lunga penna di pappagallo, di color giallo che sfumava nel verde e poi nel turchino. Era certamente quella che il frate intendeva mostrare ai certaldesi durante la predica all ora di vespro, profittando del fatto che da quelle parti non si erano mai visti pappagalli e altri uccelli esotici. Tolta la penna dalla cassetta, per non lasciarla vuota, vi misero dei carboni che erano nel camino e la riposero dove l avevano trovata. Intanto, in tutto il paese non si parlava d altro che della penna dell arcangelo Gabriele che il frate avrebbe mostrato al popolo. Venuta l ora di vespro, la folla sul sagrato della chiesa era tale che frate Cipolla, il quale aveva ben mangiato e ben dormito nel pomeriggio, poté sperare in un gran successo e quindi in un abbondante elemosina. Andò alla chiesa seguito dal Porcellone, che portando in spalla le bisacce andava scuotendo due campanelle per richiamare altra gente alla predica. Radunato tutto il popolo di Certaldo, il frate cominciò la sua predica. Arrivato che fu al momento di mostrar la penna dell arcangelo, fece accendere due grossi ceri ai suoi fianchi, si scoprì il capo e messe le mani nella bisaccia, ne trasse fuori la cassettina della reliquia. Posatala su di un tavolino addobbato che aveva dinnanzi, alzò gli occhi al cielo in una muta preghiera, poi sollevò il coperchio e si avvide che la cassetta era piena di carbone. Frate Cipolla, che era uomo di grandi risorse, non si scompose. Non indugiò a pensare come fosse accaduto il fatto, né a maledire il Porcellone che non aveva ben custodito le bisacce. Richiuse la cassetta e alzati gli occhi al cielo disse: «O Dio, lodata sia sempre la tua potenza . Prove sul modello INVALSI / 705

Il magnifico viaggio - volume 1
Il magnifico viaggio - volume 1
Dalle origini al Trecento