Il magnifico viaggio - volume 1

irriverente verso Gualtieri, al quale dice non sarebbe forse stato male investito d essersi abbattuto a una che quando, fuor di casa, l avesse fuori in camiscia cacciata, s avesse sì a un altro fatto scuotere il pilliccione che riuscito ne fosse una bella roba (rr. 287-289). La lettura di Petrarca Dopo aver ricevuto e letto, nel 1373, una copia del Decameron, Francesco Petrarca decide di tradurre in latino la novella di Griselda, in quanto la ritiene tanto bella da meritare una diffusione internazionale. Petrarca invia così a Boccaccio stesso la traduzione, collocandola all interno di una lettera (Seniles, XVII, 3). Presto la nuova versione si diffonde in tutta Europa, diventando più famosa dello stesso originale boccacciano. Per esempio conosce la novella proprio dalla versione di Petrarca il grande scrittore inglese Geoffrey Chaucer, che la rinarrerà nei suoi Racconti di Canterbury. Il rifacimento petrarchesco, intitolato De insigni obedientia et fide uxoria (Sull insigne obbedienza e sulla fedeltà coniugale), ha però, rispetto all originale, un più evidente significato religioso: Petrarca trasforma Griselda da un modello di moglie perfetta in un simbolo dell anima del fedele messa alla prova da Dio e in un esempio di come una creatura si debba comportare nei confronti del Creatore. A sottolineare l intento religioso della versione latina è il titolo stesso che il poeta dà al proprio scritto: un titolo costruito come una sorta di calco della prima parte di quello di un capitolo (XVI, 32) del trattato De civitate Dei (La città di Dio) di sant Agostino: De oboedientia et fide Abrahae (L obbedienza e la fedeltà di Abramo). Griselda viene vista da Petrarca come exemplum di sottomissione a Dio, quale fu appunto Abramo, pronto a sacrificare il suo unico figlio, Isacco, e di sopportazione, e sotto tale riguardo è paragonata implicitamente a Giobbe, che tollerò con rassegnazione la perdita dei beni e dei figli, per essere poi ricompensato da Dio con la nascita di altri figli. La visione della donna Ma di questa novella sono state offerte anche altre letture. Si tratta infatti di un testo che è stato oggetto, soprattutto nella critica del secondo Novecento, di un vivace dibattito interpretativo, anche in virtù della sua collocazione alla fine dell opera, una posizione che ne sottolinea l importanza all interno della visione ideologica dell autore. Il critico Carlo Muscetta evidenzia la violenza del costume feudale sulla donna sottomessa in tutto e per tutto al marito e vede in Griselda la figura di una donna amorevole e perfetta, creata da Boccaccio per sopperire alla mancanza della madre, troppo presto sottrattagli: Griselda sottenderebbe l adesione dell autore a un ideale femminile tradizionale, a un immagine di donna che subordina sé stessa al valore primario del dovere coniugale. Gli elementi fiabeschi Altri hanno paragonato la novella a una fiaba, perché nel racconto si presentano diversi elementi tipici dell universo fiabesco: l improvvisa trasmutazione da una condizione di estrema povertà a una di grande ricchezza (con l abbandono, in pubblico, dei vecchi panni e la consegna dei nuovi), le prove estreme che la protagonista deve superare per raggiungere il gioioso epilogo (la prova è uno dei topoi della fiaba), lo stesso lieto fine. La lettura ascensionale Secondo la lettura di Vittore Branca, che interpreta il Decameron come una sorta di ascesa dall Inferno al Paradiso sul modello della Commedia dantesca, Griselda è l esempio più alto di virtù contenuto nel capolavoro boccacciano: la giovane contadina è una figura avvicinabile alla Vergine Maria, in opposizione a quella di Ciappelletto (assimilabile a Giuda), protagonista della prima novella della raccolta. In base a tale interpretazione, l opera presenterebbe un percorso ascensionale, dallo stile umile o comico a quello sublime o tragico, dal trionfo del vizio, con Ciappelletto-Giuda, al trionfo della virtù, con GriseldaMaria. A sostegno della sua tesi, lo studioso sottolinea anche il fatto che la centesima novella del Decameron riepiloga le tre grandi forze attive nell opera: la fortuna (che all inizio porta inaspettatamente Griselda a migliorare la propria condizione), l amore (che rende la stessa Griselda capace di eroica sopportazione e alla fine cambia in positivo Gualtieri), l ingegno (che si manifesta nelle prove escogitate da Gualtieri). La critica ai costumi feudali Tuttavia la scanzonata battuta finale di Dioneo sembra difficilmente orientare la lettura della vicenda di Griselda in una direzione seria o addirittura religiosa. Pare perciò cogliere maggiormente nel segno l interpretazione proposta da Mario Baratto, il quale nota specialmente l assurdità dei costumi feudali rappresentati nel corso del racconto e l ossessività dell esasperata ricerca, da parte di Gualtieri, di una prova definitiva della fedeltà della L AUTORE / GIOVANNI BOCCACCIO / 673

Il magnifico viaggio - volume 1
Il magnifico viaggio - volume 1
Dalle origini al Trecento