T13 - Tofano e monna Ghita

Tofano e monna Ghita / T13 / Decameron, VII, 4 / La rivincita di una moglie astuta e la sconfitta di un marito geloso / Audio Narrata da Lauretta, la novella ci presenta un marito geloso (prima a torto, poi a ragione) e una moglie scaltra, tanto che riuscirà a beffarlo. Quello delle beffe ordite dalle donne ai loro uomini è infatti il tema della Settima giornata. LETTURA Tofano chiude una notte fuor di casa la moglie, la quale, non potendo per prieghi1 rientrare, fa vista2 di gittarsi in un pozzo e gittavi una gran pietra; Tofano esce di casa e corre là, e ella in casa se n entra e serra lui di fuori e sgridandolo il vitupera.3 La gelosia immotivata di Tofano infastidisce Ghita Ghita decide di tradire il marito 5 10 15 20 I sospetti di Tofano 25 [ ] Fu adunque già4 in Arezzo un ricco uomo, il qual fu Tofano5 nominato. A costui fu data per moglie una bellissima donna, il cui nome fu monna Ghita, della quale egli senza saper perché prestamente divenne geloso, di che la donna avvedendosi prese sdegno; e più volte avendolo della cagione della sua gelosia addomandato né egli alcuna avendone saputa assegnare6 se non cotali generali e cattive,7 cadde nell animo alla donna di farlo morire del male del quale senza cagione aveva paura.8 E essendosi avveduta che un giovane, secondo il suo giudicio molto da bene,9 la vagheggiava,10 discretamente con lui s incominciò a intendere;11 e essendo già tra lui e lei tanto le cose innanzi, che altro che dare effetto con opera alle parole non vi mancava, pensò la donna di trovare similmente modo a questo.12 E avendo già tra costumi cattivi del suo marito conosciuto lui dilettarsi di bere,13 non solamente gliele cominciò a commendare ma artatamente a sollicitarlo a ciò14 molto spesso. E tanto ciò prese per uso, che quasi ogni volta che a grado l era infino allo inebriarsi bevendo il conducea;15 e quando bene ebbro il vedea, messolo a dormire, primieramente col suo amante si ritrovò, e poi sicuramente più volte di ritrovarsi con lui continuò, e tanto di fidanza16 nella costui17 ebbrezza prese, che non solamente avea preso ardire di menarsi il suo amante in casa, ma ella talvolta gran parte della notte s andava con lui a dimorare alla sua, la qual di quivi non era guari18 lontana. E in questa maniera la innamorata donna continuando, avvenne che il doloroso19 marito si venne accorgendo che ella, nel confortare20 lui a bere, non beveva per ciò essa mai; di che egli prese sospetto non così fosse come era,21 cioè che la 1 per prieghi: pregando il marito. 2 fa vista: finge. 3 il vitupera: lo insulta. 4 già: tempo addietro. 5 Tofano: è un personaggio di invenzio- ne, come la moglie Ghita. 6 assegnare: indicare. 7 cotali generali e cattive: alcune generiche e infondate. 8 del male del quale senza cagione aveva paura: cioè di gelosia. 9 molto da bene: di ottima condizione sociale. 10 vagheggiava: desiderava. 11 discretamente a intendere: con di- screzione iniziò a parlare con lui. 12 e essendo già tra lui e lei questo: e, quando il rapporto tra i due era tanto avanzato che mancava soltanto di dare compimento (effetto) con le azioni ai discorsi, la donna pensò di trovare il modo di risolvere questo problema (a questo) come già aveva risolto l altro (similmente, cioè il problema di poter parlare con il giovane molto da bene). 13 lui dilettarsi di bere: che gli piaceva bere. 14 gliele cominciò a ciò: cominciò a elogiarlo per questo, ma anche in modo astuto (artatamente) a sollecitarlo a bere (a ciò). 15 E tanto ciò il conducea: e tanto pre- se l abitudine di farlo che quasi ogni volta che essa ne aveva voglia (a grado l era) lo portava a ubriacarsi. 16 fidanza: fiducia. 17 costui: del marito. 18 guari: molto. 19 doloroso: povero. 20 confortare: indurre. 21 non così fosse come era: che le cose stessero come effettivamente stavano (il non è pleonastico, quindi nella parafrasi va eliminato). L AUTORE / GIOVANNI BOCCACCIO / 639

Il magnifico viaggio - volume 1
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Dalle origini al Trecento