L’esaltazione delle qualità umane

Miniatura raffigurante la novella Andreuccio da Perugia, in un codice del Decameron, XV secolo. Parigi, Bibliothèque de l Arsenal. e la sessualità sono invece realtà assolutamente naturali, alle quali è colpevole volersi opporre: devono essere assecondate, altrimenti si va contro le esigenze della natura. Per questa sua posizione l autore prima ancora che il Decameron sia completato, quando probabilmente circolano già alcune delle novelle è accusato di immoralità e oscenità. Boccaccio si difende nell Introduzione alla Quarta giornata attraverso una «novelletta , la cosiddetta novella delle papere ( T7, p. 604), contenuta nella stessa Introduzione (e che potremmo considerare la centunesima novella del Decameron): si tratta di un piccolo manifesto della visione laica e naturalistica del sentimento amoroso, compresa la concreta espressione della sessualità, tipica di Boccaccio. L ingegno Il relativismo etico 548 / IL TRECENTO Il critico Umberto Bosco ha definito il Decameron come «poema dell intelligenza . L opera si configura infatti come una grande esaltazione dell intelligenza degli uomini, quella che Boccaccio chiama «ingegno (o anche «industria ) e che contempla una serie molto varia di sfumature: dalla semplice capacità di penetrazione del reale e di adattamento alle diverse circostanze, in modo da volgere le situazioni a proprio favore (come nel caso di Andreuccio da Perugia, II, 5, T6, p. 590, o di Masetto da Lamporecchio, III, 1), all astuzia del furfante più disonesto (come avviene con ser Ciappelletto, I, 1, T5, p. 572). Il tema dell intelligenza è sviluppato soprattutto nella seconda metà dell opera: nella Sesta giornata, dedicata ai motti di spirito (Chichibio, VI, 4, T11, p. 632, e Guido Cavalcanti, VI, 9, T12, p. 635), nella Settima, con le beffe delle donne ai mariti (Tofano e monna Ghita, VII, 4, T13, p. 639), e nell Ottava, con le beffe in generale. Se il valore dell intelligenza è da Boccaccio così apprezzato, altrettanto criticato è il disvalore della dabbenaggine e della stoltezza. Lo scrittore non nasconde la propria simpatia per i personaggi che manifestano finezza, ingegno e persino astuzia diabolica, magari a scapito degli stolti e dei creduloni (come lo sciocco Calandrino, vittima in tre diverse novelle di altrettante beffe: vedi per esempio la VIII, 3, T14, p. 643 e la IX, 3, T15, p. 654). L ESALTAZIONE DELLE QUALIT UMANE Nell intreccio dei diversi temi, ciò che colpisce è l inno che Boccaccio innalza all essere umano, al suo «ingegno , alle sue capacità intellettuali e pratiche, alla sua iniziativa personale e alle sue doti creative, in grado di salvarlo da qualunque insidia che la fortuna e l'amore possono riservare. Viene meno, da parte dell autore, un criterio organico e universale per giudicare sul piano morale la condotta individuale: Boccaccio ritiene superate le

Il magnifico viaggio - volume 1
Il magnifico viaggio - volume 1
Dalle origini al Trecento