T1 - Florio e Biancifiore

timologia greca del titolo, omaggio al mondo classico pagano narra, nel metro popolare dell ottava (l ottava di endecasillabi a rima ABABABCC sarà tipica della produzione cavalleresca successiva), la storia di Troilo e della sua infelice passione per Criseida, donna volubile e scaltra. La vicenda del poemetto, fondamentalmente autobiografica, è relativa alla vita sentimentale dell autore durante gli anni napoletani, come suggerisce egli stesso nel dedicare l opera a Fiammetta, ed è modellata sui gusti del pubblico cortigiano a cui Boccaccio si rivolge. Teseida Scritto tra il 1339 e il 1340, il Teseida è l ultima opera scritta da Boccaccio durante il suo soggiorno napoletano. Sullo sfondo delle guerre vittoriose di Teseo (il leggendario re di Atene) contro le Amazzoni (le donne guerriere della mitologia greca), il Teseida racconta la drammatica vicenda di due amici, Arcita e Palemone, entrambi accesi dall amore per Emilia e perciò divenuti rivali. La materia di questo poema (ancora in ottave) in 12 libri è dunque di nuovo amorosa (oltre che epica). Rime Dagli anni napoletani fino all ultimo periodo della sua vita, infine, Boccaccio compone un consistente corpus di rime (oltre 150 componimenti, soprattutto sonetti e ballate), mai raccolte in un canzoniere organico. Sono testi di ispirazione stilnovistica e dantesca, incentrati su argomenti amorosi, esistenziali, spirituali e politici. Meno attento, rispetto a Petrarca, alla musicalità dei versi, Boccaccio appare però abile nel descrivere paesaggi e psicologie, all insegna di quel realismo che caratterizzerà fortemente il Decameron. Florio e Biancifiore / T1 / Filocolo, II, 4 / Due ragazzi che scoprono l amore / Siamo nel secondo dei cinque libri di cui si compone il Filocolo: inviato dalla madre Venere, Cupido fa scoccare la scintilla della passione nel cuore dei due protagonisti mentre sono intenti a leggere l Ars amandi del poeta latino Ovidio. 5 10 Taciti e soli1 lasciò Amore2 i due novelli amanti, i quali riguardando l un l altro fiso,3 Florio primieramente chiuse il libro,4 e disse: «Deh, che nuova bellezza t è egli5 cresciuta, o Biancifiore da poco in qua, che tu mi piaci tanto? Tu non mi solevi tanto piacere; ma ora gli occhi miei non possono saziarsi di riguardarti! . Biancifiore rispose: «Io non so, se non che di te poss io dire che in me sia avvenuto il simigliante.6 Credo che la virtù de santi versi,7 che noi divotamente8 leggiamo, abbia accese le nostre menti di nuovo fuoco, e adoperato9 in noi quello già veggiamo che in altrui adoperarono . «Veramente disse Florio io credo che come tu di sia,10 però che11 tu sola sopra tutte le cose del mondo mi piaci . «Certo tu non piaci meno a me che io a te rispose Biancifiore. E così stando in questi ragionamenti12 co libri serrati13 avanti, Racheio,14 che 1 Taciti e soli: la coppia di aggettivi ri- manda a un verso dantesco ( taciti, soli, sanza compagnia , Inferno, XXIII, v. 1). 2 Amore: Cupido ha colpito i due ragazzi con le frecce dell amore. 3 fiso: fissamente. 4 il libro: l Ars amandi di Ovidio. 5 egli: pleonastico. 6 in me il somigliante: dentro di me è accaduta la stessa cosa. 7 la virtù versi: il potere dei versi di Ovidio, definiti santi perché consacrati a Venere, dea dell amore. 8 divotamente: con devozione. 9 adoperato: prodotto. 10 come... sia: sia come dici tu. 11 però che: poiché. 12 ragionamenti: discorsi. 13 serrati: chiusi. 14 Racheio: il giovane precettore a cui è stata affidata l educazione di Florio e Biancifiore. L AUTORE / GIOVANNI BOCCACCIO / 535

Il magnifico viaggio - volume 1
Il magnifico viaggio - volume 1
Dalle origini al Trecento