Il magnifico viaggio - volume 1

Tra passato, presente e futuro Infatti le strofe della canzone presentano una complessa alternanza di piani temporali: la prima, «come un grande preambolo (Fubini), sollecita gli interlocutori della natura, vale a dire i diversi aspetti di un paesaggio rappresentato secondo il modello classico del locus amoenus, i quali riattivano la memoria dell immagine passata della donna; la seconda e la terza proiettano la fantasia del poeta nella visione futura della propria morte, metaforicamente attesa come un porto in cui cessano i travagli della vita; le ultime due ritornano al passato, prima con la rievocazione di Laura avvolta nella pioggia di fiori, poi con la percezione del tempo che torna a fluire, gettando il soggetto lirico nell incerto e divaricato stato tra la realtà e l immaginazione. Laura può intercedere per la salvezza del poeta L apparizione di Laura dunque è restituita al tempo, che ora segnala l assenza della donna, il suo trasformarsi da oggetto di passione e sofferenza in fantasma interiore. Tuttavia Petrarca immagina che lei, con le sue preghiere, potrà fargli ottenere la salvezza facendo forza al cielo (v. 38). Egli sa infatti di essere nel peccato: le sue parole extreme (v. 13), cioè quelle pronunciate in punto di morte, non vengono rivolte a Dio a invocare cristianamente il suo perdono, bensì agli elementi della natura che sono stati vivificati dal contatto con Laura. Dunque sarà proprio lei, come fonte di traviamento spirituale seppure inconsapevole e innocente, per il poeta, a dover convincere Dio. Per quanto possa sembrare strano, si tratta di un concetto perfettamente ortodosso, conforme alla dottrina cristiana. L ardore di carità può vincere, in un certo senso, la giustizia divina, mutandone le decisioni. Lo afferma anche Dante (Paradiso, XX, 94-96): «Regnum celorum v olenza pate / da caldo amore e da viva speranza, / che vince la divina volontate . Una visione soggettiva Una dolce musicalità Il fiume Sorga. Le scelte stilistiche Proprio perché l episodio (forse) reale (l incontro con Laura nella campagna provenzale) è poco più che un pretesto, tutta la rappresentazione si sviluppa sulla base di una visione fantastica. Manca infatti al testo qualsiasi oggettività descrittivo-narrativa. L apparente concretezza dei luoghi si dissolve nell azione della memoria che evoca e illumina le cose fissandole in un estatica ma fittizia atemporalità, al punto che, in una sorta di palinodia, il poeta confessa ai vv. 59-60, di essere diviso / da l imagine vera. da notare una sorta di fusione della donna nella natura, per cui a ogni elemento naturale è associata una parte del corpo di Laura: acque-membra (vv. 1-2); ramo-fiancho (vv. 4-6); herba et fior -gonna e seno (vv. 7-9); aere-occhi (vv. 10-11). La dolcezza della visione di Laura è sostenuta, sul piano formale, da un ritmo fluido e musicale, costituito tramite la sapiente alternanza tra endecasillabi e settenari, con una netta preminenza dei secondi sui primi: i settenari conferiscono al testo un andamento più cantabile rispetto agli endecasillabi. Anche gli accenti collaborano a creare una tonalità dolce e meditativa: in fine di verso troviamo soltanto parole piane, sono assenti parole tronche e sdrucciole. Tale scorrevolezza è di tanto in tanto interrotta, ma non compromessa, da alcuni incisi: con sospir mi rimembra (v. 5); dolce ne la memoria (v. 41). La sintassi è semplice, di tipo per lo più paratattico. Da notare l insistito ricorrere di alcuni moduli tipici dello stile di Petrarca, come le sequenze di aggettivi (Chiare, fresche et dolci acque, v. 1), le coppie di sostantivi (herba et fior , v. 7) e i nessi aggettivo-sostantivo (belle membra, v. 2; gentil ramo, v. 4 ecc.).

Il magnifico viaggio - volume 1
Il magnifico viaggio - volume 1
Dalle origini al Trecento