Il magnifico viaggio - volume 1

A sinistra, Francesco Ruviale, Caronte e i Dannati, XVI secolo. Napoli, Castel Capuano, Cappella della Sommaria. A destra, un gruppo di donne e bambini ebrei al loro arrivo ad Auschwitz. VIDEO Una finestra su Primo Levi I riferimenti danteschi in Se questo è un uomo Il dramma storico e personale di Levi richiama più volte il racconto dell Inferno dantesco, a partire dal campo di raccolta a Fòssoli: una sorta di limbo, un vestibolo dove si radunano uomini senza parola, attanagliati dalla paura, avvolti nell atmosfera silenziosa di una straniante incertezza. Da qui inizia il drammatico percorso verso il fondo : lo stesso viaggio che porta lo scrittore e i deportati, ammassati come bestie su treni che percorrono mezza Europa, è assimilabile alla discesa degli abissi nella voragine infernale, in un inesorabile tragitto che conduce dall umanità alla disumanità. Arrivato a destinazione, Levi viene caricato su un camion, che lo trasporta insieme agli altri prigionieri come l imbarcazione che, nel terzo canto dell Inferno, traghetta le anime dei dannati al di là del fiume Acheronte verso la loro pena eterna. L accostamento non è casuale: ad accompagnare il deportato c è infatti un soldato tedesco di scorta che assomiglia al traghettatore dantesco al punto di meritarsi l appellativo di «nostro caronte . Non si tratta però dell originale, del quale come segnala la lettera iniziale minuscola non possiede la stesso grandioso e rabbioso furore. Nel buio che avvolge uomini e cose, egli sa rivelarsi addirittura inaspettatamente gentile: «accende una pila tascabile, e invece di gridare Guai a voi, anime prave , ci domanda cortesemente ad uno ad uno, in tedesco e in lingua franca, se abbiamo denari od orologi da cedergli: tanto dopo non ci servono più. Non è un comando, non è un regolamento questo: si vede bene che è una piccola iniziativa privata del nostro caronte. La cosa suscita in noi collera e riso e uno strano sollievo . Il conforto di avere davanti un uomo e non un vero demonio ha però breve durata. Come le anime incontrate da Dante, i prigionieri del lager patiscono la sete, la fame, il freddo, indicibili supplizi. Anche il conforto del linguaggio e della comunicazione è negato, sopraffatto da un confuso e assordante rumore di fondo, una «perpetua Babele in cui tutti urlano ordini e minacce in lingue mai udite e guai a chi non afferra al volo . L atmosfera ricorda il caos che investe Dante quando, superata la porta infernale, incontra la schiera degli ignavi, immersi in un «aere senza stelle da cui provengono urla, lamenti e imprecazioni («Diverse lingue, orribili favelle, / parole di dolore, accenti d ira / voci alte e fioche, e suon di man con elle / facevano un tumulto il qual s aggira / sempre in quell aura sanza tempo tinta / come la rena quando turbo spira , Inferno, canto III, vv. 25-30). Nessun legame è dunque possibile, nessuna solidarietà: impedire la parola è il primo passo verso la degradazione e l oblio di sé. Ingresso ferroviario al campo di concentramento di Auschwitz. L AUTORE / DANTE ALIGHIERI / 389

Il magnifico viaggio - volume 1
Il magnifico viaggio - volume 1
Dalle origini al Trecento