T18 - Una zuffa tra due diavoli

/ T18 / / La scomposta violenza dei ministri infernali / Una zuffa tra due diavoli Inferno, XXII, 133-151 Ci troviamo nella quinta bolgia dell ottavo cerchio (fraudolenti), nella quale sono puniti, immersi nella pece, i barattieri, cioè coloro che si sono macchiati della frode propria di chi ricopre una carica pubblica. Nel passo che presentiamo assistiamo alla zuffa tra due diavoli: Calcabrina si avventa su Alichino, colpevole di essersi lasciato sfuggire un dannato da tormentare (Ciampolo di Navarra); i due finiscono con il cadere nella pece, rimanendone cotti e appiccicati. Il loro capo, Barbariccia, dovrà mandare altri quattro diavoli in loro aiuto. Si tratta di una situazione comica, per la quale l autore utilizza un linguaggio basso, plebeo e dalla sonorità aspra. 138 e come l barattier fu disparito, così volse li artigli al suo compagno, e fu con lui sopra l fosso ghermito. 141 Ma l altro fu bene sparvier grifagno ad artigliar ben lui, e amendue cadder nel mezzo del bogliente stagno. 139-141 Ma Alichino si dimostrò assai (bene) pronto e feroce come uno sparviero (sparvier grifagno) ad afferrarlo solidamente (ben) con gli artigli, ed entrambi (amendue) caddero in mezzo allo stagno ribollente. 144 Lo caldo sghermitor sùbito fue; ma però di levarsi era neente, sì avieno inviscate l ali sue. 142-144 Il calore separò (sghermitor fue) subito i due litiganti, ma non per questo (però) era loro possibile sollevarsi, tanto le loro ali erano invischiate nella pece. 147 Barbariccia, con li altri suoi dolente, quattro ne fé volar da l altra costa con tutt i raffi, e assai prestamente 150 di qua, di là discesero a la posta; porser li uncini verso li mpaniati, ch eran già cotti dentro da la crosta; 145-151 Barbariccia, avvilito (dolente) insieme con gli altri suoi compagni, ne fece volare quattro sull argine opposto (da l altra costa) con tutti gli uncini (raffi), e assai velocemente da una parte e dall altra (di qua, di là) discesero al luogo loro fissato (a la posta); protesero gli uncini verso i due invischiati ( mpaniati), che erano già scottati (cotti) sotto la superficie dello stagno di pece (dentro da la crosta); e noi li lasciammo così imbarazzati. 133-138 Infuriato per la beffa (irato de la buffa), Calcabrina lo inseguì (dietro li tenne) volando, contento (invaghito) che quello (quei) si salvasse (campasse), per cogliere così il pretesto per azzuffarsi (per aver la zuffa) con Alichino; e non appena (come) il barattiere scomparve dentro la pece, subito (così) conficcò (volse) gli artigli nel suo compagno, e si avvinghiò (fu ghermito) con lui sopra il fossato pieno di pece. PARAFRASI 135 Irato Calcabrina de la buffa, volando dietro li tenne, invaghito che quei campasse per aver la zuffa; e noi lasciammo lor così mpacciati. 133 buffa: la beffa è quella messa in at- to da Ciampolo di Navarra (al quale si riferisce il li del verso successivo), che si è sottratto ai diavoli con un salto nella pece. 135 quei: Ciampolo di Navarra (indicato al verso successivo come l barattier). 137 suo compagno: Alichino. 138 fu con lui ghermito: forma passiva con valore riflessivo. Il verbo ghermire, che normalmente si riferisce ai rapaci, sottolinea l animalità del comportamento dei diavoli. 139 grifagno: in Inferno, IV, 123 «occhi grifagni sono gli occhi fieri di Cesare. 142 Lo caldo: il calore della pece bollente. 143 però: perciò (in latino per hoc), per il fatto che i due diavoli si sono separati. era neente: l espressione deriva dal latino nihil est quod ( non c è alcuna possibilità di ). 148 posta: il termine indicava il luogo di appostamento del cacciatore. 150 crosta: secondo la maggior parte dei commentatori è la stessa pece, ma poiché questa di fatto non è indurita sulla superficie, alcuni intendono crosta come la pelle dei diavoli e interpretano: i due erano già cotti nella carne, sotto la superficie della pelle . 151 noi: Dante e Virgilio. mpacciati: «im- barazzati, gli uni negli sforzi vani e penosi di liberare sé stessi, gli altri nel rabbioso adoperarsi alla liberazione dei compagni (Scartazzini-Vandelli). Le parole valgono ghermire Le parole di origine longobarda hanno sempre una vivacissima espressività. Ghermire è una di queste: non significa solo afferrare , ma catturare con gli artigli . Si capisce perciò come l uso figurato di questo verbo dia intensità all azione. Individua quale tra i seguenti verbi non è sinonimo di ghermire: abbrancare; sgraffignare; agguantare. L AUTORE / DANTE ALIGHIERI / 345

Il magnifico viaggio - volume 1
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Dalle origini al Trecento