INTRECCI STORIA - Dante a processo

VERSO LE COMPETENZE COMPRENDERE 1 Che cosa intende Dante con l espressione lo tempo che m è dato (r. 4)? 2 Qual è il significato della frase la piaga della fortuna [ ] suole ingiustamente al piagato molte volte essere imputata (rr. 6-7)? 3 Dante afferma che, agli occhi di coloro i quali assistevano alla sua condizione di esiliato, la sua persona invilìo, ma di minor pregio si fece ogni opera (r. 11). Che cosa vuol dire? INTERPRETARE 4 Che cosa simboleggia il vento secco che vapora la dolorosa povertade (rr. 8-9)? SCRIVERE PER... ESPORRE 5 Svolgi una breve ricerca su altri scrittori e poeti esiliati, dal latino Ovidio agli autori del Novecento, e sintetizzala in un testo espositivo di circa 30 righe. RACCONTARE 6 Immagina di essere bandito dalla tua città e dalla tua nazione, nonché allontanato dai tuoi cari, in virtù di un provvedimento d autorità, senza che tu abbia alcuna colpa. Scrivi dunque una lettera (di circa 20 righe) indirizzata a una persona amica in cui esprimi i tuoi sentimenti in relazione a questa situazione che stai inaspettatamente vivendo. STORIA intre cci Dante a processo La devastazione della casa e il processo Mentre Dante è a Roma, impegnato nell ambasceria presso papa Bonifacio VIII, a Firenze rientrano trionfanti Corso Donati e gli altri guelfi neri precedentemente banditi. Per alcuni giorni, in città e nel contado, i neri, in preda alla sete di vendetta, compiono ogni sorta di violenze. La casa di Dante viene devastata. Presto, però, la vendetta di parte assume l ipocrisia delle forme legali: una legge speciale conferisce al podestà l incarico di riaprire un inchiesta sull operato dei priori degli anni 1300 e 1301, sebbene essi fossero già stati assolti in un inchiesta precedente. Dante non rientra a Firenze: la notizia del trionfo dei neri lo trattiene dal mettere piede nel territorio fiorentino. Il 17 gennaio 1302 viene citato a comparire davanti al podestà per difendersi dalle accuse: la principale è quella di baratteria (ossia di frode), allora comunemente usata contro gli avversari politici. Condannato in contumacia Il 27 dello stesso mese, ritenuto reo confesso per la sua contumacia (cioè per il fatto stesso di non essersi presentato), viene condannato a una multa di cinquemila fiorini da pagare entro tre giorni, a due 306 / LE ORIGINI E IL DUECENTO anni di confino e all esclusione perpetua da qualunque ufficio. La sentenza non è supportata da alcuna prova ma solo su notizie giunte alle orecchie del podestà. Non essendosi presentato neanche questa volta, un altra sentenza lo condanna all esilio perpetuo, con minaccia di morte se sarà trovato nel territorio del Comune. Anni dopo, il poeta sarà escluso dall amnistia del 1311. Tuttavia, quando l imperatore Arrigo VII di Lussemburgo attacca Firenze, egli non prende le armi contro la patria. Ma la morte di Arrigo (1313) tronca ogni speranza: se non subito dopo, certo assai presto Dante è a Verona, ospite di Cangrande. La lettera all amico fiorentino Nel 1315 scrive una lettera, nota come diretta all amico fiorentino (il destinatario è anonimo): amici e parenti esortano il poeta a tornare a Firenze, come gli sarebbe possibile fare, approfittando di un nuovo provvedimento di clemenza, purché si sottoponga a certe formalità da lui ritenute umilianti. Dante però rifiuta, riaffermando nella missiva la propria innocenza e dignità morale. Nel 1315 Firenze tramuta in confino le condanne capitali dei meno pericolosi tra gli esiliati, ma anche questa volta Dante non accetta: così il 6 novembre di quell anno viene nuovamente condannato a morte, ora insieme ai figli. Condanne, per fortuna, mai eseguite.

Il magnifico viaggio - volume 1
Il magnifico viaggio - volume 1
Dalle origini al Trecento