T13 - Il naturale desiderio di conoscere

mici di Dante, il quale vuole dimostrare, attraverso quest opera, il proprio valore e quanto ingiustamente i fiorentini lo abbiano condannato. Ha scritto il filologo Michele Barbi: «Opere più dotte se ne hanno in gran numero nel Medioevo, ma non opere in cui vibri tanto sentimento e riluca un così alto ideale umano. Accanto quindi alle parti puramente dottrinali, anch esse notevoli per chiarezza e vigore di trattazione, si hanno pagine vive, calde, colorite; e non occorre ricordare le pagine in cui si discorre dell esilio, quelle in difesa del volgare, e quelle in cui vien rappresentata la nobiltà della vita umana nelle sue varie età . Il Convivio, del resto, si distingue dalle affini opere enciclopediche medievali per il fatto che qui il «banchetto di sapienza è imbandito da un poeta. Il sapere, in quest opera, è investito dalla fantasia e dal sentimento di Dante, che è, appunto, prima di tutto un poeta. Così, l indagine dottrinale si fonde continuamente con l indagine del cuore umano e con l estro dell immaginazione letteraria. E infatti non poche immagini e considerazioni passeranno in seguito dal Convivio alla Divina Commedia. Testo PLUS La scelta del volgare Analisi INTERATTIVA La filosofia Il naturale desiderio di conoscere / T13 / Convivio, I, 1, 1-7 / L importanza del sapere / Nel brano introduttivo del Convivio Dante definisce la cultura come naturale desiderio dell essere umano e si propone di avvicinare a essa chi, non avendo avuto la possibilità di farlo in precedenza, ora ne senta il bisogno. 5 10 15 1. Sì come dice lo Filosofo1 nel principio della Prima Filosofia, tutti li uomini naturalmente desiderano di sapere. La ragione di che puote essere ed è che ciascuna cosa, da providenza di propria natura impinta, è inclinabile alla sua propria perfezione;2 onde, acciò che la scienza è ultima perfezione della nostra anima, nella quale sta la nostra ultima felicitade, tutti naturalmente al suo desiderio semo subietti.3 2. Veramente da questa nobilissima perfezione molti sono privati per diverse cagioni, che dentro all uomo e di fuori da esso4 lui rimovono dall abito5 di scienza. Dentro dall uomo possono essere due difetti e impedimenti: l uno dalla parte del corpo, l altro dalla parte dell anima. Dalla parte del corpo è quando le parti sono indebitamente6 disposte, sì che nulla ricevere può, sì come sono sordi e muti e loro simili. Dalla parte dell anima è quando la malizia vince in essa, sì che si fa seguitatrice di viziose dilettazioni,7 nelle quali riceve tanto inganno che per quelle ogni cosa tiene a vile.8 3. Di fuori dall uomo possono essere similemente due cagioni intese, l una delle quali è induttrice di necessitade,9 l altra di pigrizia. La prima è la cura familiare e civile, la quale convenevolemente a sé tiene delli uomini lo maggior numero, sì che in ozio di speculazione10 essere non possono. L altra è lo difetto del luogo dove la persona è nata e nutrita, che tal ora sarà da ogni studio non solamente privato, ma da gente studiosa lontano. 1 lo Filosofo: Aristotele. 2 La ragione perfezione: la ragione di questo desiderio può essere, anzi è, il fatto che ogni cosa, spinta dalla disposizione tipica della propria natura, tende alla propria perfezione. 3 onde subietti: perciò, poiché la conoscenza è la massima perfezione dell anima 302 / LE ORIGINI E IL DUECENTO umana, nella quale risiede la nostra vera felicità, tutti siamo soggetti al desiderio di essa (cioè della scienza). 4 dentro esso: insite nella natura dell uomo o dell ambiente in cui vive. 5 abito: esercizio. 6 indebitamente: malamente, in modo non adeguato. 7 viziose dilettazioni: piaceri peccaminosi. 8 che a vile: al punto che, tutto assor- bito da tali piaceri (per quelle), disprezza (tiene a vile) ogni altra cosa. 9 è induttrice di necessitade: induce l anima a occuparsi delle necessità materiali. 10 ozio di speculazione: tempo libero dedicato alla ricerca intellettuale.

Il magnifico viaggio - volume 1
Il magnifico viaggio - volume 1
Dalle origini al Trecento