T10 - Tre donne intorno al cor mi son venute

Tre donne intorno al cor mi son venute / T10 / Rime / L esilio della Giustizia e del poeta / Questa canzone sarebbe dovuta confluire nel Convivio, probabilmente nel XIV libro che Dante intendeva dedicare alla giustizia (di cui le tre donne costituiscono la rappresentazione allegorica), ma che non fu mai scritto. La stesura si fa risalire ai primi tempi dell esilio, all inizio del 1302, a eccezione dell ultima strofa di congedo, aggiunta in un secondo momento, forse dopo la metà del 1304, quando il poeta aveva ormai rinunciato ai tentativi di rientrare in patria insieme ai guelfi bianchi fuoriusciti e cercava autonomamente di ottenere la revoca della sua condanna. METRO Canzone formata da cinque strofe di endecasillabi e settenari (AbbC, AbbC, CDdEeFEfGG) e da due congedi (il primo ripete lo schema della sirma, il secondo presenta lo schema AXaBBCC). 10 15 20 25 Tre donne sole Dolesi l una con parole molto, e n su la man si posa come succisa rosa: il nudo braccio, di dolor colonna, sente l oraggio che cade dal volto; l altra man tiene ascosa la faccia lagrimosa: discinta e scalza, e sol di sé par donna. Il dialogo tra la Giustizia universale e Amore 6-7 l possente core: Amore è indicato con una doppia perifrasi. 22 colonna: espressione metaforica: il braccio è colonna perché sostiene il volto. 23 oraggio: francesismo (da orage) per indicare un temporale. 26 sol donna: la dignità della donna (qui nell accezione latina di domina, cioè signora) è visibile non dal modo di vesti- 1-18 Tre donne sono venute intorno al mio cuore e siedono di fuori, poiché dentro risiede (siede) Amore, il quale comanda (è in segnoria de) la mia vita. Sono a tal punto belle e di così grandi virtù che il potente signore, intendo quello che è nel cuore [Amore], a malapena osa (s aita) parlare loro. Ciascuna appare addolorata e mesta (sbigottita), come qualcuno (persona) che è stato cacciato ed è affranto, al quale tutti (tutta gente) sfuggono (manca) e a cui non giovano (vale) né la virtù né la bellezza. Ci fu un tempo in cui, stando a quel che dicono (secondo il lor parlar), furono onorate (dilette); ora sono odiate (in ira) e disprezzate (in non cale) da tutti. Queste donne così sole sono venute qui, come a casa di un amico: dato che (ché) sanno bene che dentro il mio cuore vi è quello che dico [Amore]. 19-72 Una di loro (l una) si lamenta (Dolesi) molto con le sue parole e posa il capo sulla mano come una rosa recisa (succisa): il braccio nudo, sostegno (colonna) al suo dolore, sente la pioggia di lacrime (l oraggio) che cade dal volto; tiene nascosta l altra mano e il volto piangente: è seminuda (discinta) e scalza e si mostra nella propria signo- re ma dal portamento e dalla sua stessa persona. PARAFRASI 5 Tre donne intorno al cor mi son venute, e seggonsi di fore: ché dentro siede Amore, lo quale è in segnoria de la mia vita. Tanto son belle e di tanta vertute che l possente segnore, dico quel ch è nel core, a pena del parlar di lor s aita. Ciascuna par dolente e sbigottita, come persona discacciata e stanca, cui tutta gente manca e cui vertute né beltà non vale. Tempo fu già nel quale, secondo il lor parlar, furon dilette; or sono a tutti in ira ed in non cale. Queste così solette venute son come a casa d amico: ché sanno ben che dentro è quel ch io dico. Le parole valgono discinto Per mettersi comodi talvolta basta allentarsi la cintura, come fa intendere il verbo latino discingere. Ma nell uso comune del termine discinto, oltre all agio, affiora anche una nota di disordine: chi è discinto si ritrova con gli abiti non ben composti e più o meno aperti, magari in modo un po licenzioso. Somiglia a discinto l aggettivo succinto, che designa un indumento meno ampio del normale o che lascia scoperte alcune parti del corpo, ma può avere anche altri significati. Nelle frasi seguenti inserisci l aggettivo corretto: « uscita di casa tutta discinta/succinta e scarmigliata ; « un oratore molto discinto/succinto . L AUTORE / DANTE ALIGHIERI / 289

Il magnifico viaggio - volume 1
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Dalle origini al Trecento