Una scuola poetica alla corte di Federico II

Una scuola poetica alla corte di Federico II I limiti cronologici della corrente VIDEO La lirica volgare del Duecento La multiculturale Magna Curia Approfondisci LETTURA CRITICA di Alfredo Schiaffini La denominazione di Scuola siciliana, che possiamo far risalire a Dante (De vulgari eloquentia, I, 12, 4), indica un movimento letterario che sorge attorno al 1230 e dà luogo a una vasta produzione lirica in volgare. Tale esperienza ha come centro la corte di Federico II, re di Sicilia, e dei suoi figli, specialmente Manfredi. Alcuni studiosi attribuiscono al fenomeno della Scuola siciliana un estensione cronologica ristretta, limitandola al secondo quarto del XIII secolo e ritenendola terminata già nel 1250, data della morte di Federico II, almeno nei suoi aspetti più significativi. Altri invece fissano nel 1266 la fine di questa corrente, quando con la morte di Manfredi viene meno il potere della casata di Svevia. Nato a Jesi nel 1194, Federico II di Svevia, figlio di Enrico VI e di Costanza d Altavilla, è prima re di Sicilia, poi re di Germania e infine imperatore (1220). Detto Stupor mundi (Meraviglia del mondo) per il suo immenso potere e per lo splendore della sua corte, poliglotta, grande mecenate, fondatore della prima università statale d Europa (Napoli, 1224), è autore del De arte venandi cum avibus (La tecnica della caccia con gli uccelli), trattato di falconeria in latino, e di sei componimenti poetici, a lui attribuiti pur tra qualche incertezza. Dopo la nomina a imperatore, Federico crea un ambiente culturale laico e raffinato, che ha il suo punto di forza nello studio del latino e delle scienze naturali. La Magna Curia (cioè la grande corte ) di Federico II si configura così come il più vivace centro cortese e statale europeo, grazie al multiculturalismo e al multilinguismo. Nella formazione e nella vita dell imperatore e della sua corte la poesia riveste un ruolo chiave; essa è l espressione di un élite che ama esibire il proprio prestigio. Federico conosce il tedesco, il francese, il latino, l arabo, il greco e il volgare siciliano, lingua quest ultima che usa per dar vita a una produzione poetica ispirata ai modelli provenzali. Questo fatto è di capitale importanza, perché segna la nascita di una poesia d arte in volgare italiano. I protagonisti della Scuola Dei Siciliani ci sono giunti circa 150 componimenti, di cui una trentina anonimi, mentre i restanti sono suddivisi tra 25 autori, quasi tutti impiegati o funzionari della corte imperiale. Tra questi, Giacomo da Lentini protonotaro di corte , cioè segretario dell amministrazione imperiale , considerato una sorta di caposcuola (come tale è già riconosciuto da Dante nel canto XXIV del Purgatorio); Stefano Protonotaro da Messina, di cui ci rimane l unico componimento tramandato nella lingua originale (mentre tutti gli altri ci sono giunti in una veste linguistica toscanizzata); Rinaldo d Aquino, probabilmente fratello di Tommaso, il celebre teologo della Scolastica; Pier delle Vigne, segretario di Federico II (immortalato da Dante nel canto XIII dell Inferno, tra i suicidi); Cielo d Alcamo, autore di un celebre contrasto, esempio di poesia comica colta e aristocratica; e infine lo stesso Federico II. L attività poetica di raffinati dilettanti Questi poeti sono prima di tutto funzionari, notai, giudici o magistrati, e per loro l attività poetica rappresenta uno svago, un evasione dalla realtà. A differenza dei trovatori, non sono poeti professionisti, e la diversa situazione politico-sociale in cui si trovano a operare ha importanti ricadute tematiche e stilistiche sulla loro produzione. Per esempio, dei due temi principali propri della lirica in lingua d oc (precedente di circa un secolo quella siciliana), l amore e la politica, la produzione siciliana riprende soltanto il primo: la poesia si allontana dalla cronaca e si fa più astratta, più intellettuale (ciò non deve stupire: in un epoca in cui la volontà del sovrano era assoluta non si discuteva di politica), e i topoi trobadorici, che comunque permangono, subiscono un processo di ulteriore stilizzazione. Inoltre, in Provenza spesso i testi erano accompagnati dalla musica, cioè venivano cantati più che recitati, mentre in Sicilia ciò non avviene più: la musicalità si ricerca allora attraverso la parola. 120 / LE ORIGINI E IL DUECENTO

Il magnifico viaggio - volume 1
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Dalle origini al Trecento