Il magnifico viaggio - volume 1

30 35 40 45 50 55 A mme venga l mal de l asmo, iongasecce quel del pasmo; como a can me venga el rasmo, entro n vocca la grancia. 27-30 Mi venga l asma, vi si aggiunga (iongasecce) l angina pectoris (quel del pasmo); mi venga la rabbia (el rasmo) come ai cani e in bocca l ulcera delle fauci (grancia). A mme lo morbo caduco de cadere enn acqua e n foco e ià mai non trovi loco, che eo afflitto non ce sia. 31-34 Mi venga l epilessia (morbo caduco), così che io cada nell acqua e nel fuoco e non trovi mai (ià mai) un luogo in cui stare senza dolore. A mme venga cechetate, mutezza e sordetate, la miseria e povertate e d onne tempo entrapparìa. 35-38 Mi vengano la cecità, il mutismo e la sordità, la miseria e la povertà, e che io sia sempre (d onne tempo) rattrappito (entrapparìa). Tanto sia l fetor fetente che non sia null om vivente, che non fuga da me dolente, posto en tanta enfermaria. 39-42 La mia puzza nauseabonda (fetor fetente) sia così grande che non ci sia alcuna persona (om vivente) che non fugga da me sofferente (dolente), colpito da una così grande infermità (enfermaria). En terrebele fossato, che Riguerci è nomenato, loco sia abandonato da onne bona compagnia. 43-46 Nel terribile fossato che è chiamato Riguerci, là (loco) possa io essere abbandonato da ogni buona compagnia. Gelo, grando e tempestate, fulgure, troni e oscuritate; e non sia nulla aversitate, che me non aia en sua bailìa. 47-50 Vi siano gelo, grandine, tempesta, fulmini (fulgure), tuoni, oscurità, e non ci sia alcuna condizione atmosferica avversa (aversitate) che non mi abbia in suo potere. Le demonia enfernali sì mme sian dati a menestrali, che m essèrcino en li mali, ch e ho guadagnati a mea follia. 51-54 Mi siano dati come servitori (a menestrali) i demòni dell inferno, che mi infliggano (m essèrcino) i mali che ho meritato con i miei peccati (a mea follia). Enfin del mondo a la finita sì mme duri questa vita e poi, a la scivirita, dura morte me sse dìa. 55-58 Questa condizione (vita) duri per me sino alla fine del mondo, e poi, alla separazione dell anima dal corpo (scivirita), mi si dia una morte crudele. 44 Riguerci: località nei pressi di Todi, dove venivano abbandonati i malati inguaribili. Le parole valgono afflitto Il verbo latino fligere vuol dire percuotere : non c è modo più efficace di rap- presentare chi è afflitto come qualcuno che sia battuto e tormentato dai dolori, sia fisici sia morali. Sentirsi dire di avere un aria afflitta significa proprio che non riusciamo a nascondere agli altri la nostra condizione di profondo avvilimento. La ricchezza di aggettivi che denotano questo stato d animo attesta, purtroppo, che esso è in una certa misura connaturato alla vita umana. Individua quali tra i seguenti aggettivi non sono sinonimi di afflitto: accorato; crucciato; infiacchito; tormentato; sconfortato; prostrato; vilipeso. IL GENERE / LA POESIA RELIGIOSA DEL DUECENTO / 113

Il magnifico viaggio - volume 1
Il magnifico viaggio - volume 1
Dalle origini al Trecento