Specchi incantati - volume A

Gli autori UNIT 1 Per questo, come di fronte a un tragico esperimento sociale, l autore indica le caratteristiche di chi, forse, si salverà: sono coloro che sanno diventare «mostri di asocialità e insensibilità . I «salvati , come Levi chiama questi prigionieri, riescono, nella «lotta estenuante di ciascuno contro tutti , a farsi strada verso la sopravvivenza, a prezzo della loro moralità e umanità. Aver escogitato un meccanismo orribile che porta alla «demolizione di un uomo resta, forse, la colpa più atroce dei nazisti: i sommersi muoiono nel corpo perché non sanno più trovare risorse per sopravvivere; i salvati muoiono nell anima perché, a parte rarissimi casi determinati dalla fortuna e dal caso, sopravvivono ma perdono, nel lager, la loro umanità. Testimoniare l indicibile La fame che divora i corpi, malnutriti di una brodosa e insufficiente zuppa ( T3, p. 584); il freddo insopportabile della Polonia, dal quale è impossibile proteggersi; le condizioni igieniche precarie e umilianti, peggiorate dalla promiscuità coatta che diffonde pidocchi e scabbia: tutto questo, mescolato con le assurde e incomprensibili regole del campo ( T2, p. 578), comporta condizioni di vita tremende. Per non dimenticare: le pietre d inciampo Le pietre d inciampo (in tedesco Stolpersteine) sono una creazione dell artista tedesco Gunter Demnig (n. 1947) per depositare, nel tessuto urbanistico e sociale delle città europee, una memoria diffusa dei cittadini deportati nei campi di sterminio nazisti. L iniziativa, partita nel 1992 e attuata in moltissime città di 16 paesi il 27 gennaio di ogni anno (il Giorno della Memoria ), consiste nell incastonare nel selciato davanti all abitazione delle persone deportate un blocchetto di pietra ricoperto da una targa in ottone. Ogni targa riporta la scritta Qui abitava... , il nome della vittima, la data e il luogo di nascita e di morte. Se ti capita di incontrarne una, fermati a leggere: in questo modo la città richiama alla memoria ciò che i nazisti volevano cancellare. L artista Gunter Demnig. La posa di due pietre d inciampo a Torino. 568

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Narrativa