Specchi incantati - volume A

AGENDA Percorsi di educazione civica 65 70 75 80 85 90 95 100 2030 mandati in Belgio in cambio di 200 chili l uno di carbone al giorno e morti in tragedie come quella di Marcinelle. I successi di manager alla Lee Jacocca,7 di politici alla Mario Cuomo,8 di uno stuolo di attori da Rodolfo Valentino a Robert de Niro, da Ann Bancroft (all anagrafe Anna Maria Italiano) a Leonardo DiCaprio. La generosità delle rimesse dei veneti e dei friulani che hanno dato il via al miracolo del Nordest. La stima conquistata alla Volkswagen dai capireparto siciliani o calabresi. E su questi pezzi di storia abbiamo costruito l idea che noi eravamo diversi. Di più: eravamo migliori. Non è così. Non c è stereotipo rinfacciato agli immigrati di oggi che non sia già stato rinfacciato, un secolo o solo pochi anni fa, a noi. «Loro sono clandestini? Lo siamo stati anche noi: a milioni, tanto che i consolati ci raccomandavano di pattugliare meglio i valichi alpini e le coste non per gli arrivi ma per le partenze. «Loro si accalcano in osceni tuguri in condizioni igieniche rivoltanti? L abbiamo fatto anche noi, al punto che a New York il prete irlandese Bernard Lynch9 teorizzava che «gli italiani riescono a stare in uno spazio minore di qualsiasi altro popolo, se si eccettuano, forse, i cinesi . «Loro vendono le donne? Ce le siamo vendute anche noi, perfino ai bordelli di Porto Said10 o del Maghreb. Sfruttano i bambini? Noi abbiamo trafficato per decenni coi nostri, cedendoli agli sfruttatori più infami o mettendoli all asta nei mercati d oltralpe. Rubano il lavoro ai nostri disoccupati? Noi siamo stati massacrati, con l accusa di rubare il lavoro agli altri. Importano criminalità? Noi ne abbiamo esportata dappertutto. Fanno troppi figli rispetto alla media italiana mettendo a rischio i nostri equilibri demografici? Noi spaventavamo allo stesso modo gli altri. Perfino l accusa più nuova dopo l 11 settembre, cioè che tra gli immigrati ci sono «un sacco di terroristi , è per noi vecchissima: a seminare il terrore nel mondo, per un paio di decenni, furono i nostri anarchici. Come Mario Buda,11 un fanatico romagnolo che si faceva chiamare Mike Boda e che il 16 settembre 1920 fece saltare per aria Wall Street fermando il respiro di New York ottant anni prima di Osama Bin Laden. E in questa doppia versione dei fatti può essere riassunta tutta la storia dell emigrazione italiana. Una storia carica di verità e di bugie. In cui non sempre puoi dire chi avesse ragione e chi torto. Eravamo sporchi? Certo, ma furono infami molti ritratti dipinti su di noi. Era vergognoso accusarci di essere tutti mafiosi? Certo, ma non possiamo negare d avere importato noi negli States la mafia e la camorra. La verità è fatta di più facce. Sfumature. Ambiguità. E se andiamo a ricostruire l altra metà della nostra storia, si vedrà che l unica vera e sostanziale differenza tra «noi allora e gli immigrati in Italia oggi è quasi sempre lo stacco temporale. Noi abbiamo vissuto l esperienza prima, loro dopo. Punto. 7. Lee Jacocca: manager statunitense di origine italiana (1924-2019). Fu a lungo a capo della Chrysler. 8. Mario Cuomo: per dieci anni governatore dello Stato di New York, Mario Cuomo (1932- 378 2015) fu un esponente di punta del Partito democratico. 9. Bernard Lynch: autore di un articolo critico sulla comunità italiana di New York, apparso su un periodico cattolico americano nel 1888. 10. Porto Said: cittadina situata nel Nordest dell Egitto, nei pressi del Canale di Suez. 11. Mario Buda: calzolaio di idee anarchiche (1884-1964), ritenuto responsabile di un attentato che uccise oltre trenta persone.

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Narrativa