Specchi incantati - volume A

L emigrazione: una lunga storia 30 35 40 45 50 55 60 Certo, la nostra storia collettiva di emigranti cominciata in tempi lontani se è vero che un proverbio del 400 dice che «passeri e fiorentini son per tutto il mondo , che Vasco da Gama2 incontrava veneziani in quasi tutti i porti dell India e che Giovanni da Montecorvino3 trovò nel 1333 un medico milanese a Pechino è nel complesso positiva. Molto positiva. Basti pensare, per parlare dei soli Stati Uniti, a Filippo Mazzei,4 che arrivò lì nella seconda metà del Settecento e fu tra gli ispiratori, con la frase «tutti gli uomini sono per natura liberi e indipendenti , della Dichiarazione d Indipendenza stesa dal suo amico Thomas Jefferson.5 Oppure a Lorenzo Da Ponte,6 che dopo aver scritto per Mozart i libretti delle Nozze di Figaro, del Don Giovanni e di Così fan tutte e aver fatto mille altri mestieri, finì a New York dove nel 1819, già vecchio, fondò la cattedra di letteratura italiana al Columbia College, destinato a diventare la Columbia University. In 27 milioni se ne andarono, nel secolo del grande esodo dal 1876 al 1976. E tantissimi fecero davvero fortuna. Come Amedeo Obici, che partì da Le Havre a undici anni e sgobbando come un matto diventò il re delle noccioline americane: «Mister Peanuts . O Giovanni Giol, che dopo aver fatto un sacco di soldi col vino in Argentina rientrò e comprò chilometri di buona terra nel Veneto dando all immensa azienda agricola il nome di Mendoza. O ancora Fiorello La Guardia, che dopo essersi fatto la scorza dura in Arizona (ricordò per tutta la vita l insulto di un razzista che deridendo gli ambulanti italiani che giravano con l organetto gli aveva gridato: «Ehi, Fiorello, dov è la scimmia? ) diventò il più popolare dei sindaci di New York. Quelli sì, li ricordiamo. Quelli che ci hanno dato lustro, che ci hanno inorgoglito, che grazie alla serenità guadagnata col raggiungimento del benessere non ci hanno fatto pesare l ottuso e indecente silenzio dal quale sono sempre stati accompagnati. Gli altri no. Quelli che non ce l hanno fatta e sopravvivono oggi tra mille difficoltà nelle periferie di San Paolo, Buenos Aires, New York o Melbourne fatichiamo a ricordarli. Abbiamo perduto 27 milioni di padri e di fratelli eppure quasi non ne trovi traccia nei libri di scuola. Erano partiti, fine. Erano la testimonianza di una storica sconfitta, fine. Erano una piaga da nascondere, fine. Soprattutto nell Italia della retorica risorgimentale, savoiarda e fascista. Di tutta la storia della nostra emigrazione abbiamo tenuto solo qualche pezzo. La straordinaria dimostrazione di forza, di bravura e di resistenza dei nostri contadini in Brasile o in Argentina. Le curiosità di città come Nova Milano o Nova Trento, sparse qua e là ma soprattutto negli Usa dove si contano due Napoli, quattro Venezia e Palermo, cinque Roma. Le lacrime per i minatori 2. Vasco da Gama: esploratore portoghese (1469-1524). Fu il primo europeo a raggiungere via mare l India doppiando il Capo di Buona Speranza. 3. Giovanni da Montecorvino: arcivescovo cattolico salernitano (1247-1328), missionario in Cina. 4. Filippo Mazzei: medico e filosofo fiorentino (1730-1816). 5. Thomas Jefferson: politico americano (1743-1826), sostenne la ribellione contro la Gran Bretagna. Fu il terzo presidente degli Stati Uniti. 6. Lorenzo Da Ponte: poeta e librettista italiano, naturalizzato statunitense (1749-1838). 377

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Narrativa