T6 MARCO BALZANO, Il piccolo emigrante (da L’ultimo

Marco Balzano nasce nel 1978 a Milano, dove vive e lavora come insegnante di liceo. Laureato in Lettere, ha pubblicato studi su Giacomo Leopardi e sulla letteratura otto-novecentesca. Dopo aver esordito come poeta nel 2007 e come romanziere nel 2010, riscuote successo di pubblico e di critica con L ultimo arrivato (2014), storia di un bambino siciliano trapiantato nella Milano del miracolo economico. Seguono Resto qui (2018), ambientato in Alto Adige tra fascismo e dopoguerra, e Quando tornerò (2021), sulla migrazione in Italia dall Est Europa. Con una scrittura scorrevole ed efficace, Balzano ritrae la società contemporanea: presenta i rapporti tra le generazioni, illustra le differenze tra provincia e metropoli, racconta il doloroso fenomeno dell emigrazione. MARCO BALZANO T6 Il piccolo emigrante TRATTO DA L ultimo arrivato, 2014 romanzo Alla fine degli anni Cinquanta Milano era in un momento di straordinaria crescita economica, che finì con l attrarre moltissimi immigrati dall Italia meridionale. Marco Balzano immagina la storia di uno di loro. Ninetto un bambino siciliano di nove anni decide di lasciare il paese per cercare fortuna nel ricco capoluogo lombardo. Dopo un lungo viaggio in treno e una notte passata all addiaccio, di fianco alla stazione, arriva a Baranzate, nell hinterland milanese, dove i parenti di un compaesano sono pronti a ospitarlo. Il mattino dopo il giovane si reca in centro, deciso a trovare subito lavoro. Il momento sembra propizio, ma non è facile confrontarsi con una città dove la gente parla e si veste in un modo tanto diverso dal suo. Per fare fortuna servono pazienza, umiltà e tenacia: doti che a Ninetto non mancano. Audio LETTURA rr. 1-4 La prima sequenza del brano immerge il lettore del romanzo nel cuore delle vicende avventurose del protagonista. 5 es. 5 10 Tirava un vento grosso1 e appena sceso dal tram mi arrivò addosso una coppola2 a quadri volata dalla capa3 pelata di un signore. Subito me la infilai in testa e quando quello si guardò attorno disperato entrai in un vicoletto come pure ce ne sono a Milano se li sai cercare. Cominciai dai barbieri. Entravo, mi toglievo la coppola che mi arrivava sul naso e chiedevo. «Napulì4 non ne vogliamo , rispondevano certi senza nemmeno lasciarmi finire la domanda. Chiariamoci subito: questa storia di essere chiamato napulì l ho sopportata perché giravo con un maglione cucito da mamma mia con al centro una bel- 1. grosso: forte. 2. coppola: berretto basso, rotondo, con una piccola visiera, diffuso soprattutto in Sicilia. 360 TESTO ESEMPLARE La struttura 3. capa: testa (voce dialettale in uso nell ita liano meridionale). 4. Napulì: voce dell italiano settentrionale usata per indicare, senza distinzione, i meri dionali.

Specchi incantati - volume A
Specchi incantati - volume A
Narrativa