Specchi incantati - volume A

I generi UNIT 5 La narrativa sociale 175 180 185 190 195 200 205 210 le occhiate, mentre lo battevano, che sembrava dicesse: Non più! non più! . Ma ora gli occhi se li mangiano i cani, ed esso se ne ride dei colpi e delle guidalesche, con quella bocca spolpata e tutta denti. Ma se non fosse mai nato sarebbe stato meglio . La sciara si stendeva malinconica e deserta, fin dove giungeva la vista, e saliva e scendeva in picchi e burroni, nera e rugosa, senza un grillo che vi trillasse, o un uccello che venisse a cantarci. Non si udiva nulla, nemmeno i colpi di piccone di coloro che lavoravano sotterra. E ogni volta Malpelo ripeteva che la terra lì sotto era tutta vuota dalle gallerie, per ogni dove, verso il monte e verso la valle; tanto che una volta un minatore c era entrato da giovane, e n era uscito coi capelli bianchi, e un altro, cui s era spenta la candela, aveva invano gridato aiuto per anni ed anni. «Egli solo ode le sue stesse grida! , diceva, e a quell idea, sebbene avesse il cuore più duro della sciara, trasaliva. «Il padrone mi manda spesso lontano, dove gli altri hanno paura d andare. Ma io sono Malpelo, e se non torno più, nessuno mi cercherà . Pure, durante le belle notti d estate, le stelle splendevano lucenti anche sulla sciara, e la campagna circostante era nera anch essa, come la lava, ma Malpelo, stanco della lunga giornata di lavoro, si sdraiava sul sacco, col viso verso il cielo, a godersi quella quiete e quella luminaria dell alto;48 perciò odiava le notti di luna, in cui il mare formicola di scintille, e la campagna si disegna qua e là vagamente perché allora la sciara sembra più bella e desolata. «Per noi che siamo fatti per vivere sotterra , pensava Malpelo, «dovrebbe essere buio sempre e da per tutto . La civetta strideva sulla sciara, e ramingava49 di qua e di là; ei pensava: «Anche la civetta sente i morti che son qua sotterra, e si dispera perché non può andare a trovarli . Ranocchio aveva paura delle civette e dei pipistrelli; ma il Rosso lo sgridava, perché chi è costretto a star solo non deve aver paura di nulla, e nemmeno l asino grigio aveva paura dei cani che se lo spolpavano, ora che le sue carni non sentivano più il dolore di esser mangiate. «Tu eri avvezzo a lavorar sui tetti come i gatti , gli diceva, «e allora era tutt altra cosa. Ma adesso che ti tocca a viver sotterra, come i topi, non bisogna più aver paura dei topi, né dei pipistrelli, che son topi vecchi con le ali; quelli ci stanno volentieri in compagnia dei morti . Ranocchio invece provava una tale compiacenza a spiegargli quel che ci stessero a far le stelle lassù in alto; e gli raccontava che lassù c era il paradiso, dove vanno a stare i morti che sono stati buoni, e non hanno dato dispiaceri ai loro genitori. «Chi te l ha detto? , domandava Malpelo, e Ranocchio rispondeva che glielo aveva detto la mamma. Allora Malpelo si grattava il capo, e sorridendo gli faceva un certo verso da 48. luminaria dell alto: luci del cielo. 328 49. ramingava: vagava.

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Narrativa