2. I TESTI NARRATIVI

2 | I TESTI NARRATIVI

Scopri la grammatica!

Leggi il seguente brano e rispondi alle domande.

Ho conosciuto il mio fratello maggiore, Rodrick, qualche giorno dopo la mia nascita. Fino a quel momento pensavo di essere figlio unico, ed è stata una grande delusione scoprire che non era così. All’epoca la mia famiglia viveva in un appartamento minuscolo, e io dovevo dividere la stanza con Rodrick.
Nel lettino c’era lui, così i primi mesi di vita ho dovuto dormire nel primo cassetto del comò, cosa che secondo me non era neanche legale.
Alla fine papà ha tolto tutte le sue cose dalla stanza che usava come studio e quella è diventata la mia camera. Mi hanno rifilato il lettino di Rodrick e a lui ne hanno comprato uno nuovo.

(Adattato da J. Kinney, Diario di una schiappa. Guai in arrivo!, 2008)

  • Quali tempi verbali sono usati nel testo?
  • Quali espressioni (locuzioni, complementi ecc.) servono per indicare il tempo?

       Lo scopo dei testi narrativi

L’autore del testo appena riportato intende raccontare un episodio della vita del suo protagonista. Trattandosi di un racconto (in questo caso un diario), il lettore si aspetta tutti gli ingredienti di una storia:

  • uno o più personaggi;
  • battute di dialogo o parti di discorso indiretto;
  • una trama che si sviluppa nel tempo e che segue un filo logico (ovvero in cui ogni evento è la causa di un altro evento);
  • possibilmente qualche colpo di scena;
  • un’ambientazione in un luogo reale o immaginario.

Il testo narrativo è basato sulla disposizione ordinata di una serie di eventi legati tra loro da un filo logico e temporale.


Tipici testi narrativi sono i romanzi, i racconti, i film e le serie televisive (che raccontano storie con le immagini, oltre che con le parole), le favole, le barzellette, gli articoli di cronaca, i poemi epici (come l’Iliade e l’Odissea) ecc.


In un testo narrativo gli eventi possono essere disposti in ordine cronologico oppure possono essere intrecciati tra loro, con salti in avanti e indietro nel tempo.


La sequenza naturale degli eventi, cioè il loro procedere in ordine cronologico dal più antico al più recente, è detta fabula.


L’ordine in cui gli eventi vengono disposti effettivamente in un racconto, invece, è detto intreccio, che non sempre coincide con la fabula.


I salti all’indietro nel tempo, rispetto all’ordine diretto della fabula, si chiamano flashback o analessi. I salti in avanti si chiamano invece flash forward o prolessi e servono per anticipare eventi futuri.


Gli eventi narrati possono poi essere inventati (come in un racconto di fantascienza), oppure reali (come in un diario, una biografia, una ricostruzione storiografica o un articolo di cronaca). Quando si tratta di letteratura, il confine tra invenzione e realtà è molto sfumato: per esempio, un racconto di fantascienza può contenere elementi realistici, basati su episodi che sono realmente accaduti all’autore o di cui l’autore ha sentito parlare.

 >> pagina 106 

       Come sono scritti

I testi narrativi possono essere scritti:

  • in prima persona, come nei diari, oppure in terza persona, se chi narra parla non di sé stesso ma di altri personaggi.

Il narratore, cioè chi racconta i fatti della storia, è un artificio letterario, da non confondere con l’autore, che è invece una persona in carne e ossa, cioè l’emittente che ha scritto il testo.

Il narratore può essere:

  • un personaggio della storia, come in Diario di una schiappa;
  • un personaggio che non compare nella storia, ma che sa tutto di tutti i personaggi, come se li spiasse non visto da loro. Quando il narratore sa tutto dei personaggi è detto narratore onnisciente (dal latino ‘che sa tutto’).


In qualunque narrazione è poi sempre possibile capire il punto di vista, cioè la prospettiva, da cui gli eventi vengono narrati. La prospettiva può cambiare anche all’interno di uno stesso brano.


Il punto di vista può essere:

  • esterno alla storia (per esempio quello dell’autore o di un narratore che non partecipa agli eventi);
  • interno alla storia (quello di un personaggio che partecipa agli eventi).

Il punto di vista può essere più o meno soggettivo o oggettivo.


Per capire il punto di vista devi dare importanza, per esempio, agli aggettivi, alle parole tra virgolette, a certi modi di dire, allo stile del discorso e ad altri particolari.


Il punto di vista dell’autore è il più facile da riconoscere, perché è il più oggettivo possibile: dato che l’autore è esterno alla storia, sa tutto dei personaggi e cerca di dare degli eventi un resoconto completo e dettagliato. Quando leggi un articolo di giornale, per esempio, o comunque un testo caratterizzato dalla funzione linguistica referenziale [ p. 37], i fatti sono riportati quasi sempre secondo il punto di vista dell’autore.


Gli elementi linguistici che caratterizzano il testo narrativo sono:

  • il discorso diretto e il discorso indiretto che riporta i pensieri e le parole dei personaggi [ Vol. A, pp. 718-730];
  • i tempi storici del verbo, che indicano un passato: passato e trapassato prossimo e remoto, imperfetto; nulla vieta, però, che un testo narrativo sia scritto al presente, raccontando una storia anche a mano a mano che si sta svolgendo, oppure usando il presente al posto del passato (cioè il presente storico);
  • le espressioni che indicano il passare del tempo, come per esempio, nel testo che hai appena letto: qualche giorno dopo; fino a quel momento; all’epoca; i primi mesi di vita; alla fine.

 >> pagina 107 
 LO SAPEVI? 
I riceventi sanno benissimo ciò che si aspettano da un testo narrativo, tant’è vero che sono in grado di riconoscerne uno in base alle sue prime parole. Non ci credi? Mettiti alla prova. Se ti dico: C’era una volta..., oppure Era una notte buia e tempestosa..., oppure La sai quella di Pierino..., capisci di che tipo di testo si tratta? Ovviamente di un testo narrativo: una favola nel primo caso, un romanzo nel secondo caso, una barzelletta nel terzo.

Fissa i concetti

I testi narrativi, come i romanzi e i racconti, hanno lo scopo di raccontare una storia inventata o reale che si snoda nel tempo.

Gli eventi narrati possono essere disposti secondo la fabula, cioè rispettando il loro ordine cronologico, oppure in un intreccio di salti in avanti e indietro nel tempo.

Il narratore che racconta la storia può essere un personaggio della storia oppure un personaggio che non compare nella storia.

I testi narrativi sono scritti soprattutto con i tempi storici e contengono espressioni che indicano il passare del tempo.

 >> pagina 108 

In pratica

                      1  Nei seguenti testi narrativi sottolinea una volta i verbi coniugati nei tempi storici e due volte le espressioni che indicano il passare del tempo. Non sottolineare i verbi e le espressioni temporali all’interno dei discorsi diretti.


1.

C’erano una volta tre porcellini, Timmy, Tommy e Gimmy che abitavano tutti ancora nella casa della mamma. Un giorno la mamma disse loro: «Siete ormai grandicelli ragazzi miei, penso sia ora che prendiate ognuno di voi la vostra strada e costruiate ognuno la propria casetta!» I tre porcellini, seppur a malincuore, sapevano che era la cosa giusta da fare, erano diventati finalmente grandi e così si fecero forza e prepararono ognuno il proprio bagaglio.

(fabulinis.com, I tre porcellini)


2.

Nel 1764 il tessitore James Hargreaves costruì una filatrice multipla che azionava 8 fusi per volta; nel 1768 Richard Arkwright mise a punto un telaio meccanico idraulico. Infine, tra il 1765 e il 1781 James Watt inventò e perfezionò la macchina a vapore. Questa aumentò enormemente la disponibilità di energia, grazie a un imponente incremento dell’estrazione di carbone nelle miniere: questa forma di energia soppiantò man mano quella idraulica, umana e animale. La sua utilizzazione nell’industria, nell’agricoltura, nei trasporti rese possibili la produzione e lo scambio di beni su una scala in precedenza impensabile.

(Adattato da treccani.it)


                      2  Scrivi nelle parentesi a quale parte, tra quelle in elenco, corrisponde ciascuna sezione del testo narrativo.

sviluppo della vicenda situazione iniziale conclusione colpo di scena


Un’ostrica si ritrovò, insieme a tanti altri pesci, dentro la casa di un pescatore, poco distante dal mare. (..............................) «Qui si muore tutti» pensò l’ostrica guardando i suoi compagni che boccheggiavano sparpagliati per terra. Passò un topo. «Topo, ascolta!» disse l’ostrica. «Mi porteresti fino al mare?»

Il topo la guardò: era un’ostrica bella e grande e doveva avere una bella polpa sostanziosa. «Certo» rispose il topo, che aveva ormai deciso di mangiarsela, «però ti devi aprire perché non posso trasportarti così chiusa».

L’ostrica si dischiuse con cautela e il topo, subito, ci ficcò dentro il muso per addentarla. (..............................) Ma, nella fretta, la mosse un po’ troppo e l’ostrica si richiuse di scatto imprigionando la testa del roditore. (..............................)

Il topo strillò. La gatta lo udì. Accorse con un balzo e lo mangiò. (..............................)

(Adattato da L. da Vinci, L’ostrica e il topo 1490-1500)


                      3  Racconta nel quaderno in circa 200 parole la trama di un film o di un libro: ricorda di non perdere mai il filo logico della narrazione.

La Grammatica Treccani - volume B
La Grammatica Treccani - volume B
Lessico, semantica, testualità, comunicazione