Dai fatti alla Storia - volume 3

SEZIONE D | OCCIDENTE E ORIENTE FRA CRISI E GLOBALIZZAZIONE Opera di Banksy che rappresenta l esito del voto in favore della Brexit su un muro di Dover, il porto inglese affacciato sul continente europeo. QUANDO 2016 Referendum per la Brexit L EUROSCETTICISMO NEL REGNO UNITO: LA BREXIT L euroscetticismo, tuttavia, non si è sviluppato solo nei paesi dell Est Europa, ma ha catturato sempre più ampie porzioni dell opinione pubblica di molti paesi occidentali. Un caso particolare in questa vicenda europea è rappresentato dal Regno Unito, entrato a far parte dell Ue nel 1973, ma che aveva deciso di non sottoscrivere l accordo di Schengen né di aderire all Eurozona. Il paese per dieci anni (1997-2007) era stato guidato dal primo ministro laburista Tony Blair, con positivi risultati economici sul piano interno, mentre in politica estera aveva aderito e dato il proprio sostegno più volte alla politica degli Stati Uniti di Bush. Dal 2010 il governo è stato appannaggio dei conservatori di David Cameron, grazie al sostegno in parlamento dei liberal-democratici. In questo periodo si sono manifestate le prime esplicite forme di euroscetticismo, anche grazie alla forza politica assunta dal movimento Ukip (United Kingdom Independence Party), guidato dal populista Nigel Farage, il cui obiettivo politico era far uscire il paese dall Unione Europea per poter ottenere maggiore libertà decisionale in campo economico, senza dover sottostare ai parametri imposti da Bruxelles. In seguito a un referendum tenutosi nel 2016 che chiedeva se il Regno Unito dovesse restare o meno nell Unione Europea, la maggioranza della popolazione si è orientata per l uscita, la cosiddetta Brexit (Britain-exit). toccato alla conservatrice Theresa May, subentrata al dimissionario Cameron (che era contrario alla Brexit), avviare le trattative con la Commissione europea per tentare di gestire concordemente il divorzio , che il nuovo premier conservatore Boris Johnson ha portato a termine nel dicembre 2020. L EUROSCETTICISMO IN FRANCIA E GERMANIA Anche in Francia e Germania si sono manifestate forze politiche antieuropeiste che hanno conquistato il proprio elettorato facendo leva su due temi: l accusa all Unione Europea di attuare politiche troppo severe sul piano economico (per di più in periodi di crisi), e la lotta alle immigrazioni. In Francia il movimento di estrema destra di Marine Le Pen, il Rassemblement National, ha ottenuto notevoli consensi elettorali che hanno portato la leader a competere al ballottaggio delle ultime presidenziali francesi (2017), perdendo contro Emmanuel Macron. Le Pen, ben determinata a far uscire la Francia dall euro, si è impegnata a stringere accordi con le forze antieuropeiste degli altri paesi per formare un fronte che proponesse radicali modifiche al progetto su cui si è costruita l Ue. In Germania dal 2005 era ascesa al cancellierato Angela Merkel, leader del partito Cdu (cristiano-democratici), guidando la Grande coalizione , il governo sostenuto anche dai social-democratici. Per quanto il paese fosse considerato, a ragione, la locomotiva d Europa per la sua funzione di traino dell economia europea, non sono mancati problemi in concomitanza con la crisi globale del 2008, che hanno indotto il governo a politiche di austerità. Sul malcontento sociale determinato da tale situazione e sulla questione della chiusura delle frontiere agli immigrati ha costruito le sue fortune il movimento Alternative f r Deutschland, caratterizzato da un risorgente e pericoloso nazionalismo di estrema destra. La lunga esperienza politica di Angela Merkel (ancora cancelliera nel 2020) ha parzialmente tamponato l ascesa di questo partito politico. 612

Dai fatti alla Storia - volume 3
Dai fatti alla Storia - volume 3
Dal Novecento a oggi